Bologna
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di pittare di Innocenzo di Imola. Altre ve n'erano I del Chiodando, del Costa, di Amico Aspcrtini, ili Prospero Fontana, di Nicolò dell'Abate, perdute tutte per l'umidità, il malanimo e I incuria.
Laboratorio di Biologia. — Istituto di recente creazione, insediato in un edilizio espressamente costrutto nel 1882 a spese dell'Università e fornito di tatto il delicatissimo materiale scientilico occorrente per le ricerche biologiche, sulle quali tanta parte si fonda la moderna scienza medica.
Musico Geologico. — Il Museo Geologico occupa MB grandioso locale in via Zamboni, ove in altri tempi, prima della separazione delle varie cliniche, era un Istituto di clinica complessiva, detto CAiniea universitaria. Il locale fu adattato ed il Mnseo fu creato e riordinalo per opera precipua del prof. Giovanni Capellini, insigne scienziato di fama mondiale fra i naturalisti e che da più anni ha, per il consenso unanime dei suoi colleglli del Corpo accademico, l'onorifica carica di rettore dell'Università bolognese. I lavori di ricostruzione e di adattamento del nuovo locale per il Museo geologico si incominciarono nel 1809 e durarono, a varii intervalli, fino agli ultimi anni e si sono compiuti coU'apcrlura di una galleria lunga 40 metri, la quale ha permesso di riordinare in modo definitivo tutte le collezioni italiano e straniere. Il pianterreno é in massima parte destinato ai laboratorii; vi sono inoltre molti esemplari fuori delle serie ed alcuni importanti rilievi per l'insegnamento.
Nel piano superiore si trovano le collezioni litologiche e degli invertehrati fossili, distribuite per regioni in sette sale; quella delle piante e quella dei vertebrati fossili in una distinta collezione generale ordinata sistematicamente. Fra le raccoltespeciali mcritanograndeattenzione quelle diFrancia, Inghilterra, Russia, Germania,Svezia, Austria ed Ungheria, America, tra cui una preziosa collezione del paleozoico dello Stato di New-York, studiata è donata da James Hall ; quella del prof. Capellini stesso, relativa al suo viaggio scientilico nell'America Settentrionale. In altre sale sono notevoli le collezioni relative alle Alpi Apuane, ai monti livornesi, ai dintorni del golfo della Spezia — splendidamente illustrate dal prof. Capellini, nativo del luogo — alle Alpi e specialmente al monte Bianco ed al Gottardo, al-I Apennino centrale e meridionale. Nella cospicua raccolta dei vertebrati fossdi si ammirano numerosi avanzi di cetacei e sirenoidi italiani, due scheletri quasi completi di Mastodon Arvernensis, un uovo di Arpionili maxi mas, lo l'rolospharsis veronensis, pesci del monte Baba, della Nuova Zelanda, mammiferi dell'America meridionale, fra cui un completo scheletro di Scelitlollierium ed il cranio, singolarissimo, del Feìsinolerio, scoperto nel 1803 sulle spiaggic plioceniche di Priosto sopra Pianoro, dal dutt. Ludovico Foresti,
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raccolto ed accuratamente illustrato dal prof. Capellini, che volle in titolare quel nuovo fossile dal nome arcaico di Bologna, lì Felsinol.erio era fin animale pisciforme pesante e ventrate, di circa 3 metri di lunghezza, clic viveva nel periodo detto dai geologi pliocenico, quando ratinale valle padana era tutta coperta dalle acque del mare, dal piede dei contrafforti delle Alpi a quelli degli Apeunini e. la zona montuosa, formata attualmente dalle ridenti colline del Bolognese, non era che una vasta linea di spiaggia marina e di bassi fondi litoranei, dove i torrenti apenninici travolgevano quella enorme quantità di ghiaia, di sabbia e di melma, che disposta in letti alter-11 a ti t i si forma oggi il corpo di queste colline. Il Felsinolerio amava diguazzare in quelle acque tiepido e basse, pascolando sugli algosi fondi di qnellazona litoranca. «Mammifero per struttura, acquatico per stazione e locomozione, erbivoro per regime dietetico, come lo provano i suoi denti, il Felsinvterio ^ seme il dott. A. Manzoni —> apparteneva al cosidetto ordine dei sirenoidi, dei quali gli attuali rappresentanti vivono lungo i lidi delle regioni intertropicali degli Oceani e sono i Lomantini (Manatus) ed i Dugonghi (Ilolicore). Nel suo insieme il Felxino-Iheriwn ricordava moltissimo il Dugongo; ma nei suoi particolari di struttura ne differiva abbastanza per giustificare il nuovo nome generico che, pel luogo ov'è stato rinvenuto, gli venne attribuito dal suo rinomalo illustratore prof. Capellini. I suoi antenati furono gli Ilalilheri del Vicentino, del Veronese e del Bellunese. I suoi contemporanei i Felsiiwtheri di Siena, di Mori-tiglio, di Bra ». Questo l'ossile è pezzo di grande valore geologico ed invidiata rarità del Museo di Bologna.
Notevole è poi la tribuna dedicata a ciò che avanza del Museo metallico di Ulisse Àldrovandi, uno dei precursori della moderna scienza geologica, e contigui sono serbati gli avanzi delle collezioni di Monti, Caspi, Marsili e Bassi. In altre sale si veggono provvisoriamente collocate le raccolte litologiche e paleontologiche del Bolognese con importarlii materiali relativi alle scoperte del prof. Capellini e dei suoi discepoli in questa regione. Infine liavvi una collezione di oggetti preistorici, per ricordo che nel 1871, in occasione del Congresso internazionale d'antropologia ed archeologia preistoriche, in questo locale si fece la prima esposizione di oggetti rclatiu a queste scienze.
Coni piotano i locali del Musco Geologico —• che oramai è dei più vecchi e perfetti d'Europa — l'anfiteatro per le lezioni, camere per studio ed una biblioteca speciale. Nel giardino annesso al-1 Istituto crescono piante destinate a servire di confronto nello studio delle fillidi terziarie e qua e là sono collocati grandi esemplari di binilo, I di granito e di varii marmi.