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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Bologna
   101
   sede areivescovile di Milano, non tardò a chiamare a sé il grande architetto, commettendogli subito lo sludio c la pronta esecuzione dei numerosi e grandi progetti di opere che si sentiva formicolare nella mente. Il Pellegrino compieva la distribuzione interna di questo palazzo e ne disegnò la facciata in quello stile accademico un poco freddo che gli fu proprio. Il valentissimo Triachini, succeduto al Pellegrino, clic molto probabilmente fu chiamato dalle insistenze di Carlo Borromeo e dalle larghe sue profferte, si era indotto a lasciare Bologna per Milano, archi tettò l'ampio e solenne cortile maggiore, nel mezzo del quale sorge, come abbellimento, una statua colossale di Ercole, modellata con molta forza, ma non scevra di mende, da Angelo Piò, scultore assai apprezzato in quel periodo. Il palazzo originariamente appartenne alla famiglia Cellesi, dalla quale passò a quella del cardinale Poggi; nel 1711 diventò proprietà del Senato bolognese, che tre anni dopo vi collocò il Museo, avuto in dono dal marchese Luigi Ferdinando Massigli e, nel 1740, gli altri due lasciati alla città (ìall'Àhlobrandi e dal Caspi, aggiunti, nel recente ordinamento, al Museo Civico. Quivi s'insediò, nel 1711, l'Istituto delle Scienze, cosa allora diversa dallo Studio, che aveva sede nell'Archiginnasio ; più tardi la benemerita Accademia Benedettina, formata da Benedetto XIV (papa Lambertini) e della quale fecero parte gli uomini più illustri e dotti che allora contasse Bologna, non solo, ma anche il rimanente d'Italia. Anima di questa Accademia furono : Francesco Mario, Giampietro Zanetti, Eustacehio Manfredi, il Ghidini ed altri.
   La Repubblica Italiana del 1803, dando migliore assetto agli studi universitari e comprendendo elie il locale dell'Archiginnasio si mostrava oramai inadatto ed insufficiente, traslocò quivi l'Università, che da quasi un secolo oramai vi trova sede degna e bene appropriata.
   La fronte del palazzo universitario, sorgente sulla strada Luigi Zamboni, ha tutta I impronta della robusta ed elegante architettura del Pellegrino: consta di un alto e bel porticato, nel quale si presenta un maestoso piano nobile con fme-stroni rettangolari, ornali da eleganti modanature. Nella fascia della cornice, cll'èpure ricca e ben trovata, s'aprono finestre circolari corrispondenti ad ognuna delle grandi finestre del piano nobile. Nel complesso una linea prospettica severa ed imponente. Allo stesso carattere s'intonò Bartolomeo Triachini disegnando il cortile, a due piani, l'uno terreno e l'altro superiore, scompartiti ad ogni finestra ed apertura ad arcale simulati da lesene binate. Le finestre e le porte hanno quivi le decorazioni earatteristiehe del secolo XVI.
   Nella grande loggia terrena si aprono varie sale, delle quali una è in arte famosa, poiché
   Pellegrino Tibaldi vi dipinse i Fatti d'Ulisse ed é forse questa l'opera maggiore di pittura che il Pellegrino abbia lasciata.    Le parole dello storiografo affettuoso dei Maestri Comacini potranno sembrare di soverchio calde ; ma se notiamo, elio tutti gli storici bolognesi sono concordi nel dire che i Caracei stu-ìiarono assai su questa pittura del Pellegrino, si argomenterà, checché possano essere le idee oggi prevalenti in arte, il valore storico ed artistico degli affreschi del Pellegrino nell'Università bolognese. Anche in altre sale, attigue alla maggiore, si trovano dipinti del Pellegrino, condotti se non colla grandiosità di composizione e la forza d'esecuzione delle Cesia d'Ulisse, certo con molta, e quasi moderna, genialità d'intendimenti. In altre sale si conservano pure dipinti di Nicolò dell'Abate, del Parmigianino, dello stesso Pellegrino Tibaldi e d'altri pittori. Notevole un musaico lavorato in Bonia raffigurante papa Benedetto XIV, il pontefice illuminato e novatore singolarmente benefico per Bologna.
   11 porticato, il cortile, le loggie, le sale, lo scalone dell'Università di Bologna sono decorate da un gran numero di lapidi, busti, memorie e monumenti commemorativi dei più illustri professori e benefattori dello Studio bolognese; citiamo fra quelle a pian terreno : le memorie di Eustacehio Manfredi, Luigi Paliani, del cardinale Aldrovandi, Luigi Galvani, Laura Bassi, Gaetano Monti, ClotildeTanibroni, Ferii. Marsili,Petronio Matteucci, Antonio Alessandrini, Antonio Ber-toloni, PellegrinoRossi, Francesco Rizzoli, Giambattista Ercolani, Francesco Selnii, Francesco De Marchi, Nicolo Copernico — elle fu studente nell'Università di Bologna e discepolo anzi di Antonio Nicco detto Cadrò — Francesco Maria Cavazzoni Zanetti, Giambattista Morgagni, ecc.; i bus ti dei pontefici Clemente XI, Clemente A II e Pio VII. Sonvi inoltre un busto di Vittorio Emanuele ed una lapide commemorativa degli studenti morti nelle eampagneper l'indipendenza patria.
   Istituii scientifici annessi all'Università, —
   Museo rn Mineralogia. Questo Istituto, fondato nel 1861 e consecutivamente rinnovato ed accresciuto e riordinato per cura speciale del professore Bonibicci che. ne fu, si può dire, il creatore, occupa due vaste gallerie e tre grandi aule del palazzo universitario, con gabinetti di studio e di laboratorio. Contiene circa 42.000 esemplari classificati e così disposti : Galleria Quintino Sella. Collezione di mineralogia generale, di meteoriti, serie monografica della silice, ili cristallografìa generale, di li tologia, geognosiaed