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J40 l'arte Terza — Italia Centrale
successivi rispettivamente 826,952,1127, 1308, 1208, 1838; nell'anno delle grandi feste centenarie la studentesca dell'Ateneo bolognese era di 1700 inscritti ed ora questo numero si è di nuovo accresciuto.
Come una volta le facoltà che attiravano maggior numero di studiosi erano quelle del diritto, della teologia e della filosofia, oggidì la Facoltà più affollata di studenti è quella di medicina, in cui iteli'ultimo decennio superò in media i 700 inscritti; seguono le Facoltà giuridiche e matematiche ed infine la Facoltà filosofica e letteraria, la quale da 2 e 5 studenti o poco più che ebbe negli anni dal 1859 — nel quale fu instituita — al 1873 prese nuovo incremento; dopo quest'anno ha visto la media dei suoi studiosi elevarsi a 10, a 15, oltrepassare i 50 ed ora avviarsi verso il centinaio. Questo novello e vigoroso incremento preso dall'Università di Bologna, dopo la depressione dell'ultima periodo pontificio e quello che nulla giustificava dei primi anni del Governo Nazionale, si può dire a giusto diritto una bella e vitale rifioritura dell'antico glorioso tronco dello Studio bolognese, che come certi alberi secolari si rinnovano e sembrano ringiovanire ad ogni primavera.
D'altra parte va riconosciuto che in quest'ultimo periodo l'Università di Bologna, riconosciuta di primo grado e dal Governo e dagli enti locali interessati, ottenne quanto poteva abbisognarle per competere con le altre primarie Università, non solo dello Stato ma degli altri paesi. Ogni Facoltà fu arricchita o completata di nuove cattedre, musei, istituti clinici e quant'altro materiale scientifico e dimostrativo occorreva alla larghezza ed importanza degli insegnamenti; cosi la Facoltà di filosofia e lettere, dopo il 1859, s'ebbe aggiunte le seguenti cattedre: 1° Storia comparata delle lingue classiche e neo-latine; 2° Storia comparata delle letterature neo-latine ; 3° Storia della filosofia; 4° Geografia; 5° Pedagogia; 6 Filologia indo-europea.
Nella Facoltà di giurisprudenza, agli antichi e fondamentali insegnamenti furono aggiunti i seguenti: 1° Introduzione enciclopedica alle scienze giuridiche; 2° Istituzione di diritto romano; 3° Diritto amministrativo; 4 Diritto costituzionale; 5° Statistica; 6° Storia del diritto italiano; 7° Storia del diritto romano; I® Diritto finanziario \ 9° Medicina legale.
Nelle Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali si ebbero questi nuovi insegnamenti: lu Chimica inorganica; 2° Geodesia teoretica; 3° Geologia; 4° Chimica organica; 5° Mineralogia; 6 Disegno d'architettura; 7° Zoologia; 8 Anatomia e Zoologia comparata; 9° Geometria proiettiva e descrittiva; 10 Botanica; llu Algebra e Geometria analitica; 12° Fisica e Matematica.
Per ultimo, nelle Facoltà di medicina e chirurgia, furono aggiunte: 1° La Oftal-mojatria e la Clinica oculistica; 2 La Storia della medicina; 3°La Clinica psichiatrica; 4 La Clinica dermopatica e sifilopatica; 5° La Clinica ostetrica; 6 La Istologia.
Fra i professori che illustrarono la Cattedra bolognese in quest'ultima metà del secolo nostro, per citare solamente ì morti, diremo di Maurizio Bufai ini, di Luigi Concaio, di Aurelio Saffi, Quirico Filopanti, Oreste Regnoli, G. B. Ercolani. Francesco Sellili, Francesco Rizzoli, Giuseppe Zavatteri, Guido Padelletti, Costanzo Giani, Pietro Siciliani, Francesco Fiorentino, Pietro Boschi, Giuseppe Ceneri, ecc.
Palazzo dell'Università. — Si trova in via Zamboni. E quivi Tu trasferita, nel 1803, pel provvedimento della Repubblica Italiana, lasciando libero il palazzo dell'Archiginnasio, nel quale s'era insediata fin dalla seconda metà del secolo XVI, quando il Senato, il cardinal-legato ed il papa vollero che l'Università avesse sede stabile e gl'insegnamenti fosseropiù facilmente controllabili che non nelle aule molteplici sparse in
varii punti della città e segnatamente nella queta via di San Mamolo (ora D'Azeglio). Il palazzo attuale, che occupa una lunga fronte nella via Zamboni, comprendendo parte dell'isolato che è tra la via Belmeloro e via San Giacomo, sorse nella seconda metà del secolo XVI, su architettura del celebre Pellegrino Tibaldi da Valsolda, adocchiato in quella circostanza dal cardinal-legato Carlo Borromeo, che, trasferito poi alla