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l'arte Terza - Italia Centrale
muovesse querela l'avarizia dei nostri amici, noi quell'andata sempre considerammo come buona ventura e ce ne tenemmo grandemente obbligati al favore del cielo >.
Parigi e Bologna furono t due centri massimi del sapere dal secolo XII al XIV. Là «avevano insegnato e disputato di teologia e metafisica Abelardo e Roscellino, Giovanni da Champeaux ed Arnaldo da Brescia, Giovanni da Salisbury e Pietro Lombardo, quivi avevano rievocate le tradizioni dell'antico diritto Irnerio ed Accursio, Bulgaro ed Odofredo : e tra Parigi e Bologna era continuo lo scambio degli studiosi, clie dopo aver ascoltato il verbo dei docenti dell'uno Studio volevano, per ino' di dire, completarsi ascoltando quello dei dottori dell'altro. La differenza sostanziale tra lo Studio bolognese e quello di Parigi consisteva, al dire dell'Allucini, nell'ordinamento della scolaresca. La quale iti Bologna formava una Corporazione riconosciuta e guarentita dallo Stato, divisa in due, dette alla latina, Università: l'una dei Citrauionlani (Italiani), l'altra degli Ultramontani (stranieri), suddivisi in nazioni a seconda delle regioni. Il rettore ne era il capo elettivo e il rappresentante, investito della giurisdizione civile e della criminale. Doveva essere uno scolaro matricolato, godere fama di buoni costumi e di senno, mantenersi a spese proprie e, sopratutto, non bolognese. La scolaresca era adunque uno di quei gruppi sociali come le gilde e le arti, che nel medioevo si assettavano fra gli altri per via di esenzioni e d'immunità a difesa comune. Perciò dal rettorato erano esclusi i Bolognesi, non potendo essi come cittadini dello Stato fruire dei benefizi d'una legislazione privilegiata. Nel maggio d'ogni anno avveniva l'elezione dei rettori ed all'uopo il corpo elettorale studentesco si raccoglieva in un convento di frati. Appena eletto, il nuovo rettore doveva prestare giuramento solenne sul Vangelo, poscia prendeva possesso dell'ufficio, e suo obbligo principale era di conservare le matricole degli scolari, dalle quali tutti i diritti derivavano. Gli inscritti o matricolati alla loro volta giuravano obbedienza al rettore, il quale, nelle pubbliche cerimonie, aveva la precedenza su tutti, eccettuati il legato pontificio, il vescovo ed il gonfaloniere del Comune; aveva il titolo di magnifico e godeva l'esenzione dei dazi, il diritto di portare armi e la prelazione, uscito di carica, ai governi ed alle podesterie di Romagna e delle Marche. A riscontro di questi onori e vantaggi stavano, per parte del rettore, spese di rappresentanza gravissime, cioè servi e donzelli in livrea, colazioni, rinfreschi, giostre, palii. larghezze agli scolari bisognosi, abiti pomposi e corteo nelle pubbliche cerimonie. Ma mutate le condizioni politiche del Comune, afforzatosi il concetto dello Stato, specie dopo che Bologna passò sotto il dominio pontificio, la importanza dei rettori generali dello Studio bolognese, anche per gli oneri crescenti che presentava ed i diminuiti vantaggi, e la dichiarata ostilità dei legati pontifici a tale autorità, godente di una corta autonomia ed un jus proprio, cominciò a scemare. La carica fu meno ambita ed anzi cominciò ad essere sfuggita; e l'ultimo rettore generale dello Studio bolognese fu eletto nel IGOlin persona di Giandomenico Spinola,ricchissimo od ambizioso patrizio genovese.
Gradatamente, ma con lavoro assiduo, i legati pontifici avviarono la giurisdizione sugli studenti chiamandosene a volte protettori e patroni; l'ambizioso cardinale Alberali, lilialmente, troncò questo stato di cose anodino assumendo il titolo di rettore dello Studio insieme a quello di legato di Bologna. I suoi successori non fecero che imitarlo, e questo regime produsse un vero infiacchimento nella vitalità del glorioso istituto.
Le Corporazioni di studenti universitari ebbero, in ispecie dal secolo XIII al XVI, una grande importanza nel movimento intellettuale europeo; perchè forti dei privilegi, di immunità, di diritti, avevano sopratutto quello della libera parola, dello esame, della discussione, fattori primi del progresso umano. Si accentravano nelle maggiori Università e si diramavano per le minori ed una specie di colleganza le univa tutte. Bologna, Parigi, Mompellieri e più tardi Ileildelberga,Pavia, Padova, Salamanca, Napoli, erano i centri massimi di questo movimento intellettuale, di. questo fermento