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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Bologna
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   Una quantità di fatti e eli circostanze favorevoli, collegati all'importanza ed allo sviluppo preso da Bologna nel periodo della sua repubblica comunale, diedero subito grande risalto allo Studio bolognese ed ai suoi docenti. Non va scordato die a sentenziare sul piato insorto tra Federico Barbarossa, Milano ed altre, città lombarde furono chiamati alla Dieta di Roncaglia i luminari dello Studio di Bologna, interpreti delle leggi e del diritto romano, cioè: Bulgaro, Martino Gossia, Jacopo ed Ugo di Porta Rave-gnana, tutti allievi di Irnerio. Interrogati in quella solenne assemblea essi, salvo Martino, che seguiva costantemente la scuola di Graziano, riconobbero la potestà dello Impero sopratutto, sopra i regni, i ducati, i marchesati, le contee, i consolati, le zecche, i dazi, le gabelle, i porti, i mulini, le pescagioni e le caccie. Certo fraintesi in quel momento di grande entusiasmo degli ahi®] e più tardi, ai tempi nostri, a scopo di propaganda antitedesca, i tre dottori, che sentenziarono a prò' dell'Impero, furono imprecati e maledetti. E ciò a torto. La loro sentenza, come bene dimostra anche Giuseppe Ferrari, era giusta, coscienziosa, di pieno diritto.
   Stabilito che eravi l'imperatore e che in linea di diritto doveva esservi, onde continuare la tradizione romana; che, reale od ideale, senza dell'Impero allora non era possibile formarsi un concetto di ordinamento politico-sociale; i dottori dello Studio di Bologna, sentenziando che tutto cadeva sotto la potestà di esso imperatore, centro della federazione di tutti i popoli, erano perfettamente nelle norme fondamentali del diritto. Essi avevano stabilito un principio di massima e non una condizione di fatto. Ohi era fuori del proprio diritto non era l'Impero per sè, era l'imperatore, era Barbarossa colla sua guerra alle città lombarde, delle quali egli voleva ingiustamente menomare le libertà, adulterare i magistrati, asservirle, mentre questo non era uffici» dell'Impero nè dell'imperatore ideale, al quale, facevano omaggio i sostenitori del diritto romano dello Studio di Bologna alla Dieta di Roncaglia. E quando Federico, montato sempre più in tracotanza per i successi riportati su Milano, prendendo alla lettera una sentenza che stabiliva una massima e credendo che la potestà imperiale significasse padronanza, proprietà d'ogni cosa e quindi facoltà e diritto di manomettere la facoltà ed il diritto altrui, il legista Bulgaro dallo Studio di Bologna fu pronto ad ammonirlo t com'egli non fosse padrone quanto alla proprietà s. E le parole del discepolo di Irnerio all'imperatori furono sostenute dai liberi Comuni della Lega colla spada alla mano in cento battaglie fino alla risolutiva di Legnano, combattute sempre contro Barbarossa, salvo tamen imperutoris fiJelitate: salva la fedeltà dovuta all'Impero ed all'imperatore !
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   Il fatto dei dottori di Bologna chiamati alla Dieta di Roncaglia per stabilire sul diritto imperiale, diede a questo Studio risalto maggiore di quello che già aveva, e ch'era pur molto; e nel secolo XI e nel XII Bologna è senza contrasto considerata come il più importante centro ili studi d'Europa, emulato appena dagli Studi di Parigi e di Montpellier. Privilegi ed indennità lioccano da pontefici, legati, vicari imperiali ed imperatori sullo Studio di Bologna. 11 Comune sopratutto se ne mostra gelosissimo e fa d'ogni sua possa per facilitarne l'espansione, mantenerne ed accrescerne il lustro. Dai lettori o dottori che s'inscrivevano per dare lezioni in Bologna il Connine, accordando loro i privilegi e le guarentigie statuite, esigeva il giuramento solenne di non aprire scuole in altre città e di non trarre seco loro i discepoli. Ciò non impedì ai professori ed agli studenti di esulare, quando le molte guerre nelle quali il Comune di Bologna si trovò impigliato nella prima metà del secolo XIII e lo scoppio di fazioni interne, toglievano agli uni ed agli altri la tranquillità degli animi, sì necessaria allo studio. Così fu che, nel 1215, professori e studenti dello Studio di Bologna piantarono le tende a Vicenza ed il Comune, rinsavito, dovette fare premurose pratiche ed offrire garanzie per richiamarli; nel 1215 vi fu un altro esodo di docenti e scolari ad Arezzo; e nel