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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza - Italia Centrale
   formarsi rìn potente nucleo di fautori e di aderenti, di cui si giovava nelle persecuzioni intraprese ai danni del severo, modesto, ma grandissimo scienziato.
   Corrispondenti alla corte dell'Archiginnasio si aprono varie aule, che già servirono per l'insegnamento e nelle quali si notano linone pitture del Sainarchini, del Sahattini e dei loro migliori discepoli. Di fronte alla porta d'ingresso s'apre la piccola chiesa di Santa Maria dei ISnlgari, nella quale havvi una pregevolissima pala d'altare di Dionigi Calvart, rappresenlante VAnnunciazione, e buone pitture murali e sulla vòlta di Bartolomeo Cesi, rappresentanti 1 Fasti della vita di Maria Vergine, le Sibille ed i Profeti con ornamenti di stucco dallo stesso artista disegnati.
   Al piano superiore, sulla cappella di Santa Maria dei Bulgari, corrisponde il teatro anatomico, nel quale una volta 1 professori deUa Facoltà medica leggevano le loro lezioni. É una vasta sala, ricoperta tutta in legno scolpito: di abete per le pareti ed i sedili e di cedro pel soffitto a cassettoni ornati di vaghissimi intagli. Ne diede il disegno Antonio Levanti ed è riuscita cosa veramente pregevole. Fiancheggiano la tri-li 11 uà o nicchia, dalla quale il professore dettava la sua lezione, due figure scolpite in legno di tiglio e mostranti la musculatura supcriore, opera di Ercole Lelli; le altre figure, adornanti le nicchie che sono nelle pareti intorno alla sala, furono scolpile da Silvestro Giannotti, buon artista del secolo passato. Altre aule hanno stemmi di persone, lapidi pitture, decorazioni; notevole in una, un pavimento romano in musaico del tempo di Nerone ed abbastanza ben conservato.
   Nel palazzo dell'Archiginnasio e locali aderenti hanno sede la Biblioteca comunale ed i Musei : istituti importantissimi dei quali parleremo in apposito paragrafo insieme ad altre istituzioni di genere educativo ed artistico, delle quali non è cerio Bologna la città che abbia penuria.
   Il portico del Pavaglione, sottostante, al palazzo dell'Archiginnasio, è il più simpatico e gradito dei ritrovi bolognesi, specie nelle ore del pomeriggio ed alla sera. Qivi sonvi i negozi più lussuosi di moile, di oreficerie, di dolci e di profumeria della città ; quivi quella libreria celebre nella quale, dal tempo di Giordani in poi, si stabilirono cenacoli artistici, letterari e musicali, che ebbero una granile ripercussione sulla vita intellettuale della nazione.
   « Il luogo centrale— son parole di un brillante scrittore bolognese— il portico ampio e luminoso, hanno creata un'antica consuetudine di frequenza per lutto il giorno ed in modo speciale per le ore pomeridiane, quando gli ufficisi schiudono e quando le belle donnine sì affrettano verso, il pranzo.
   « E una passeggiata quotidiana vera e propria, il luogo dove cominciano gli amori e dove si trai
   ' seinano i matrimoni dai vecchi che hanno delle figlie da collocare. E il grande centro, l'unico centro... Il Pavaglione ha la sua tradizione cittadina e patriottica. Una volta lo chiusero a tendoni per l'esecuzione dello Stabat ili Rossini, diretto da Gaetano Donizzetti. In un caffo ch'era sotto quelle loggie, seguirono memorabili provo-, unzioni fra i cittadini e gli ufficiali austriaci spavaldi e dominatori. Qualunque dimostrazione patriottica b. obbligata a passare perii Pavaglione; per le. solennità nazionali il pubblico dice « i negozianti del Pavaglione avevano tutte le bandiere fuori »; cosi per un funerale quei negozianti apparano a bruno il portico a loro spese: e il più aristocratico dei portici ».
   E tanto varia, animata, pittoresca, interessante la vita bolognese che si svolge ad ogni ora del giorno sotto le classiche arcate del Pavaglione, che i forestieri, specialmente, ne riportano una viva impressione; e Stendhal, nelle sue Memorie di viaggio ni Italia (1816), scriveva che durante il suo soggiorno in Bologna, il tempo non impiegato ad osservare quadri nelle gallerie o nel far visite, lo impiegava gironzando sotto i portici del Pavaglione.
   Monumento Galvani. — Compreso fra il portico del Pavaglione, il palazzo dell'Archiginnasio, via Farini, l'abside di San Petronio e le case dell'antica Corte Galluzzi, si apre una piazza oblunga, già detta in passato piazza dell'Accademia, poi dell'Archiginnasio, delle Scuole Pie, della Pace ed infine piazza Galvani, dall'illustre fisico bolognese, emulo al Volta negli studi e nelle scoperte ihll'elettrieilà, che, sullo scorcio del secolo passato, cominciarono a rivelare al mondo della scienza la legge di questa meravigliosa forza, dalla quale tanti prodigi il secolo nostro seppe trarre e tanti altri ne attende nel venturo l'umanità.
   11 monumento di Luigi Galvani consta di un abbastanza modesto e semplice basamento di granito sul quale sorge la statua in marmo di Carrara del grande fisico in atto di eseguire l'esperimento rivelatore della rana. La statua fu egregiamente modellata e scolpita da Adalberto Concetti, romano, ed il monumento venne inaugurato con solenne pompa il 9 novembre 1879.
   In piazza Galvani, vicino al monumento, dava un tempo i celebri suoi concerti la banda civica di Bologna, che col rimpianto ili molli ha ora trasportati i suoi penati al giardino Margherita, fuori di porta Santo Stefano.
   Portico dei fianchi. — Così è detto l'edilìzio di stile severo, con porticato, chiudente dal lato orientale la piazza Maggiore, nel tratto cli'é tra il fabbricato dell'Archiginnasio a levante ed il palazzo del Podestà.
   Quest'edilìzio, originariamente di forma più irregolare, esisteva fin dal 1400 ed era unii dei 1 centri d'aflari dell'antica Bologna. Nel 1500