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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   j (JO Pai1 le Terza — Italia Centrale
   sopra una delle quali, più antica, ò una statua in rame di San Domenico, eseguila in Milano nel 1023, e sull'altra, più illuder,ia, una statua della Yeryine, ugualmente in rame.
   Fig. 47.
   Bologna (Piazza Galileo Galilei): Sepolcro di Egidio De' Foseherari (da fotografia Alinaiu).
   Palazzo della C.assa di Ili spari ilio (fig. 48).— Con questo monumentale palazzo, elicila la freni e sulla bella ed aristocratica via Farini,, un lato in via Castiglione e gli altri due aprentisi su d'uu largo, clie va formandosi colla demolizione di auliche e luride casupole e la sistemazione dell'area rimasta scoperta a verdeggiante square, con questo palazzo, diciamo, Bologna redenta dal governo debilitante della Curia romana e dei legati, ha iniziala 1 opera sua di rimodernamento fra le città della rinnovala Italia. Diede i disegni, vincendo molleaspre critiche, di questo palazzo l'architetto ing. Giuseppe Mengoni, bolognese, nel tempo medesimo iu cui attendeva alla costruzione della galleria Vittorio Emanuele, dell'Arco monumentale e dei palazzi grandiosi ili piazza del Duomo in Milano. Dello stile bizzarramente eclettico del Mengoni, ma con spiccate tendenze all'arioso rinascimento italiano, il palazzo della Cassa ili Risparmio di Bologna ha lutti i pregi ed insieme tutti i difetti. Grande, varietà di lince e di motivi architettonici;
   esagerazione, ipertrofia di cerle forme; cinci-schiature eccessive ed altro; ricchezza sovrabbondante di elementi decorativi e questi, è d'uopo riconoscerlo, nella massima parte di buon gusto: ricerca appassionala degli effetti policromie!, coll'impiego del più svariatu e costoso materiale, cominciando dai marmi finissimi di vario colore, dai graniti, da altre pietre decorative; abbondanza di stucchi, di ornamenti in ferro ed iu altri metalli; originalità nelle grandi cancellate in ferro lavorato e degli altri serramenti.
   Unu dei pezzi più riesciti di ,uesto edilizio è il magnifico sottoporli™ di via Fai ini: di effetto prospettico imponente, d'una grandiosità ed eleganza incomparabile; bello è l'atrio, grandioso e di eccellenti linee il cortile. Ora clic quest'edilizio e ultimato iu quattro lati e completamente isolato ha acquistato maggior spicco e carattere; si souu acquietate le lunghe ed insistenti vociferazioni dei critici e misoneisti implacabili che ne precedettero ed accompagnarono senza tregua l'erezione ed è additato anche dagli stranieri come una delle opere, più complete e geniali del-1 architettura moderna ; i Bolognesi moderni se ne compiacciono altamente e gli antichi hanno cessato dal dire, temendo pei loro depositi, che quel palazzo sarebbe la tomba della Cassa, la quale non fu mai si prosperosa ed attiva come da quando s'insediò nel nuovo palazzo, rinnovando (piasi tutto il suo organismo.
   fi palazzo della Cassa di Risparmio di Bologna costò, finito, quasi 2 milioni e mezzo, somma veramente cospicua, data la natura e le origini del-l istitutu che lo fece erigere. Ma per fortuna è di quegli stabili il valore dei quali, anziché diminuire, si accresce col tempo ed è ormai ritenuto un buon impiego di capitale.
   Ii'i\rclii(,iiiiiasio ed il l'arajlioiic. — Questo grandioso edilizio, che dalla piazza Maggiore fino a via Farini, fronteggia il lato orientale di San Petronio e la relrostantc piazza Galvani, per le memorie storiche clic intorno a lui si annodano e per gli istituti clic racchiude, per i suoi pregi* archilellouici ed infine per la parte importante che ha negli usi e nel movimento della vita cittadina, è fra i più importanti di Bologna ed i più celebri d'Italia. Il palazzi) dell'Archiginnasio fu costrutto ueiriiiteiidiuiento di dare una sede fissa e regolare alle scuole dello Studio bolognese, che fin'allora erano state in certoqual modo nomadi e disperse in varii punti della città, segnatamente nella strada di San Maniolo, o nelle case stesse dei dottori o lettori (come dicevansi in quei lupi i docenti e professori), od in aule affittate o concesse dal Comune. I professori di legge solo nel 1520 ebbero sede stabile e fissa in un edilizio appartenente alla fabbrica di San Petronio posto sull'angolo del Pavaglione. Nel 1501 il pontefice Pio IV (de' Medici di Milano), con Bolla speciale ordinò al legato Carlo Borromeo di procedere