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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Bologna
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   Comune, accendere per allegrezza certe fiaccole zodi. Questa pendenza fu voluta dai costrultori sulla sommità della torre, un giovane popolano, o fu cagionata casualmente da un movimento del tal Beccaci vi sali dall'esterno usando due tra- terreno sottostante o da un cedimento delle fon-vicelli, che poneva alternativamente nei fori dei damenta? Lungamente fu discusso dagli scrittori varii ponti. Impiegò in tal lavoro gran parte della giornata, fra la trepidazione del popolo accalcato sulla piazza e nelle vie circostanti; giunse sulla cima verso sera e vi stette tutta la notte, in cui cadde una grande nevicata, tenendo accesa la prescritta luminaria. All'indomani, collo stesso sistema dei due travicelli, discese ed ebbe per compenso dal Comune 10 lire. Fu questo fatto sì straordinario che trovò posto in varie cronache bolognesi ed offusca ancora il vanto di ([negli arditi giovi notti che, nella primavera del 1818, salirono e discesero la torre per il l'ilo esterno del parafulmine.
   Non mancarono anche i suicidi alla torre degli Asinelli e di questi si ha memoria d'uno nel secolo scorso e ili quattro nel nostro, negli anni 1833, 1874-76-83. _ irinfuori dal servire a dominare il territorio circostante alla città, chi dovesse dire dell'utilità pratica di quest'edifizio e di altri consimili, per quanto meno alti, che si trovavano in Bologna ed in altre città d'Italia, si troverebbe in un discreto imbarazzo.
   Vicina alla torre degli Asinelli e di questa assai meno alta, ma non meno e forse ancora più famosa di quella, a causa della straordinaria sua pendenza, è la torre di Garisenda, o tìarisenda com'è comunemente detta. Fu eretta nel
   Ilio, mentre si costruiva l'Asi- Fig. 4i. - Bologna, Le Torri Asinelli e Garisenda
   nella, a spese dei fratelli Filippo prima dell'abbattimento delle casupole che le attorniavano ed Addo dei Garisendi, messisi (d:> fotografia Alinari).
   in gara, sembra a chi avrebbe tirata la propria torre a maggiore altezza. È alta attualmente circa 47 metri, poiché è certo che, tra il 1351 ed il 1356, venne abbassata ad opera di Giovanni d'Oleggio, minacciando, per lo strapiombo, di rimare la sommità. La pendenza attuale, aumentata dopo il terremoto del 1779 di parecchi centimetri, è di metri 2,375; secondo lo osservazioni fatte nel 1812 dai professori Bo-selli ed Aniolini, constatando un anniento dipendenza delle precedenti osservazioni fatte nel 1792, di un'oncia e mezzo di piede, venivano alla con-
   bolognesi intorno a questa domanda. E per molto si credette e si sostenne, con una quantità d'argomenti, che questa pendenza è artificiale, o meglio fu voluta dai costruttori. La credenza è ancora ben radicata nel popolino, sempre pronto a credere al meraviglioso. L'Alidosi, nel moÉÌ-maiuicco slalìslko, pur sì ricco di pregevoli notizie intorno alla storia ed ai monumenti bolognesi dall'anno 1830, è l'ultimo dei valorosi sostenitori della pendenza artificiale di questa torre. Egli vorrebbe provare che la torre fu così
   clusione che non restava allora se non un piede voluta dai costruttori suoi, con raggirati ragio ed oncie 4 e mezzo alla torre, per uscire di centro minienti intorno alla disposizione e direzione dei verso levante e a piedi 6 ed oncie 6 verso mez- buchi che servirono nella costruzione al sostegno