Bologna
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Fig. 41. — Bologna: Palazzo Pubblico, prima del l'istauro (da fotografia Alinaiìi).
ripulì do tutte le baracche e bolteguecie clic ne deturpavano la base, ha ripreso l'aspetto severo e militare tipico delle costruzioni del XUI secolo. Ha pur essa lo zoccolo scarpato saldissimo, prova evidente che fiutandosi tempi bellicosi, di lotte esterne ed interne, gli ordinatori ed i costruttori dell'edilizio lo condussero in modo da farne, occorrendo, una vera fortezza, un castello. Questo aspetto risalta maggiormente girando intorno al palazzo nelle parti laterali, cioè di via Asse, via del Carbone, via (Jgo Bassi. Il palazzo era interamente merlato e parte della merlatura vedesi ancora sotto il tetto.
Chi furono i costruitoli di quest'edilizio, portante le impronte di tre epoche diverse: il XIII secolo, il XIV ed il Rinascimento? Non si sa. Mancano i nomi dei maestri sotto i quali l'opera fu cominciata nel secolo XIII e proseguita nel XIV Sapendosi però che in quel turno eravi in Bologna una forte accolta di maestri lombardi o Co-macini, che già avevano lavorato e lavoravano nella cattedrale di San Pietro, che avevano lavorato al palazzo del Podestà e ne avevano alzata la torre (Guidobono ed Albertino d'Enrico), non è fuori di luogo il supporre che anche in questa grandiosa fabbrica essi abbiano posto mano. Ma, come abbiamo detto, i nomi dei primitivi costruttori del palazzo Pubblico mancano. Più tardi vengono i nomi di quelli che contribuirono all'abbellimento suo e della facciata in particolar modo. Tra questi va ricordato Fioravante o Fioravanti, il (piale, dopo l'incendio del 1525, rifece e sistemò in gran parte il palazzo e del quale
principalmente si ritengono le belle finestre ogivali (ora otturate) del corpo centrale, corrispondenti al salone del Consiglio provinciale. Questo Fioravante fu artista assai abile, ma d'animo turbolento e vendicativo : immischiossi nelle congiure dei Bentivoglio e dovette esulare. Ritornò più tardi in patria e lavorò col figlio, fattosi già celebre architetto ed al quale è attribuito il magnifico avancorpo, in istile del Rinascimento, del palazzo del Podestà. Nello stesso secolo XV Sebastiano Serlio compì altre opere di abbellimento nel palazzo Pubblico di Bologna, tra cui la grande ed elegante finestra al pianterreno della facciata, alla quale sovrastano due ogivali, di cui una il popolino vuole scolpita nientemeno clic da Michelangelo.
Altro ornamento prezioso, di grande valore artistico, sulla fronte del palazzo Pubblico è la Madonna del Bambino, opera prelibala di Nicolò da Bari, o più comunemente di Nicolò dall'Arca, per l'artistico compimento da lui dato all'arca di San Domenico Guzman. Questa Madonna è collocata sulla riquadratura sagomata d'una finestra otturata. Poggia su un mensolone ad ornati, nel quale ò la scritta :
IN'ICOLAYS . F.
MCCCC LXXV1II.
Sembra che questa sia stata l'ultima opera del grande artista, sebbene si debba credere che l'abbia compiuta mentre ancora attendeva ai la- t vori dell'arca di San Domenico, occupato nei quali la morte lo colse.