Bologna 101
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La chiesa consta internamente di tre navate e resta pressoché inalterato l'aspetto elegante ed arioso che le fu dato nel secolo XV. E ricca di dipinti, taluno dei quali veramente prezioso. Fra questi va ricordato innanzi tutto il iinestrone circolare sopra la porta, sui cui vetri Francesco Cossa, per commissione di Annibale di Gabione Gozzadini, dipinse finamente, cull'arte che gli fu propria, il Veggente di Patmos. Questa vetrata porta la sigla adottata dal Cossa per le sue opere, CaF. Gli altri vetri colorati della chiesa di San Giovanni in Monte sono moderni e facilmente lo si scorge.
Fra i quadri che adornano gli altari e le pareti di San Giovanni in Monte vanno ricordati: la Vergine in trono adorata da varii Santi, una delle tavole più importanti di Lorenzo Costa, ferrarese, con un bellissimo paesaggio nello sfondo; il Cristo e la Maddalena del Francia; i Santi Giuseppe e Giacomo del Guerrino ; una Madonna del 300 di ottima fattura ; San Pietro in Vincoli dello Spisanelli ; un Crocefisso su tavola del secolo XIV; Sant'Ubaldo del Bolognini, ecc.
Sull'altar maggiore, in mezzo ad un magnifico ornato ilei Fancelli, havvi un'altra grande tavola di Lorenzo Costa, ma meno riescila della precedente. Sugli stalli del coro, graziosamente intarsiati da Paolo Sacco nel 1573, poggiano quattordici busti, Dodici Apostoli e Due Evangelisti. I primi sono di Alfonso Lombardi e gli altri d'Ubaldo Farina. Fra le pitture murali vanno notate quelle dei grandi pilastri reggenti l'arco del presbiterio, ottimi lavori del secolo XV, sui quali vollero mettere lo zampino sacrileghi ristauratori del secolo XVII.
11 vasto e lungo atrio rampante, che dal porticato di via Santo Stefano conduce alla chiesa di San Giovanni in Monte, fu eretto su disegno del frate Basilio Oliva dal 1632 al 1048. Ùltimamente vi furono murate le pietre tombali tolte dal pavimento della chiesa, ove avrebbero finito per guastarsi completamente e perdere le traccio delle loro iscrizioni. Notevole sulla porta d'accesso il monumento al dottore fisico Giovanni Tostino, eretto nell'anno 1527.
San Martino. — È anche questa una delle più antiche chiese di Bologna e sorge nella centrale via Cavaliera, all'incrocio di questa con la rimodernata via Marsala. Fu eretta nel 1217 a spese dei frati Carmelitani di Mantova, clic quivi stabilirono un loro convento.
Dove sorse la chiesa nuova un'altra più piccola e modesta ne sorgeva da tempo immemorabile, detta di San Martino d'Aposa e del Carmine. Fu totalmente ristaurata ed in parte anche rifatta nel 1870 sui disegni dell'architetto Giuseppe Modenesi. L'altorilievo della lunetta, cli'è sopra la porta laterale guardante via Marsala, è di frate Maurizio Bolognese; la statua della Vergine sopra la colonna della piazzetta è di Andrea Ferreri.
L'interno é a tre navate con ampie finestre e bellissimi vetri colorati di Carlo Devéques di Beauvais. I capitelli in macigno dei pilastri furono scolpiti con sufficiente eleganza da Andrea For-migine (1529).
Fig. 34. — Bologna (Chiesa di S. Martino) : Monumento a Roberto de Morbais (da fotogr. Alinari).
Vi sono in questa chiesa buoni quadri di scuola bolognese e ferrarese,tra i quali crediamo acconcio di ricordare : l'Adorazione dei Magi di Gerolamo da Carpi, arieggiante al fare del ferrarese Dosso dei Dossi; la'tavola della Vergine col Bambino e varii Santi di AmicoAspertinì; unSa/i Giuseppe, non pienamente riescilo, di Pellegrino Tibaldi ; due Arcangeli di Dionigi Calvari; un Padre Eterno, attribuito ora ad Annibale Carocci ora a Guido Beni, certo lavoro di pregio; un trittico col Crocefisso e varii Santi, interessante pittura bolognese della prima metà del secolo XV. Vi sono inoltre altri dipinti del Tarasclii, del Tia-rini, del Guerrino, del Sementi; lavori d'intaglio del Fonuigine e di Marco Tedesco, che lavorò la