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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Bologna 75
   site ricchezze ai poveri, dei quale, oltre la bella composizione, è ammirevole ed intonato lo sfomlo, cosa non connine nelle pitture antiche. Nel convento attiguo a San Giacomo Maggiore
   nate in modo di presentare fra i varii ornamenti il grande stemma della storica famiglia.
   In San Giacomo Maggiore sono conservati alcuni pregevoli monumenti sepolcrali, fra i quali emergono: il mausoleo di Antonio Beniivoglio (fig. 81), giureconsulto celebre, padre di Annibale lavoro di bella fattura, ritenuta opera di Jacopo della Quercia, il quale, secondo il Da via, solerte illustratore dei monumenti bolognesi, 1 avrebbe eseguito dapprima per una famiglia ferrarese, dei Vari; ina che il Senato di Bologna pose sotto sequestro, non avendo lo scultore adempiuto ai suoi obblighi verso la cillà; il monumento in cotto del celebre dottore, fisico e filosofo Nicolo Fava junior, morto nel 1430 (tig. 32); il monumento del cardinale Agucchi, con statue e bassorilievi eseguiti da Gabriele Tianni ed il monumento a tì. B. Mal avolta (11$.IVA).
   Santa Cecilia. — Attigua alla chiesa di San Giacomo Maggiore nella via Zamboni, e menzionata anzi, dalla cappella fatta costrurre dai Bcntivoglio in questa chiesa, sorge la piccola ma antica chiesa di Santa Cecilia, ben nota agli artisti per le pregevoli pitture ch'essa contiene.
   Santa Cecilia venne eretta nel 1319, ricostrutta di pianta più volte nel 11350 e soppressa al culto nel 1798. Le vòlte furono costrutte da Gaspare Nadi nel 1483. Tra il 1504 ed il 1506 Giovanni Bentivoglio chiese a dipingerla cinque dei migliori pittori che allora lavorassero in Bologna, cioè il Francia, il Costa, il Tainarocci, l'Aspertini ed il Chiodarlo. Tali dipinti, per varie cause Fig. 32- - Bologna (Chiesa di S. Giacomo Maggiore): Monumento ridotti in deplorevolissimo stato, a Nicolò Fava juniore (da fotogralia Alinari).
   vennero, nel 1874, con molta cura e grande criterio d'arte, ristaurati dal milanese Luigi Cavenaghi, resosi famoso peraltri pregevoli ristauri. In questi dipinti è rappresentata la storia di quella poetica martire del Cristianesimo chia-
   ed a Santa Cecilia sono ora insediati vani istituti scolastici, accedendo ai quali si può osservare l'abside di San Giacomo ornato di terre-cotle stupendamente lavorate. L'ornamento d'una
   mata dai primi fedeli a prendere il posto che fra finestra rotonda porta rilevata in caratteri gotici
   i pagani aveva la squisita Euterpe. Interessanti l'Ave Maria. Dietro l'edifizio delle scuole si veg-
   sopratutto sono i dipinti del Tainarocci e del Cliio- gono ruderi ili niuraglioni merlati: sono gli avanzi
   darolo, del quale ultimo è il quadro di Cecilia e delle mura, che, prima dell'attuale cinta, contor-
   Vnleriam» inghirlandati dall'Angelo, di straor- navano la città.
   dinaria leggiadria; belli sono pure quelli del Sanla Maria delia Vita.— Questa piccola ed
   Francia, che lavorò dopo questi due perfetticin- antica chiesa si trova nel cuore della città, invia
   quecenlisti, con quel larenniinato, vivace, largo, Clavature, fra la piazza Maggiore e le case dei
   ma un po' manierato che gli fu proprio. Notevole è pure il quadro di Lorenzo Costa rappresentante Santa Ceciliu in atto di distribuire le
   Popoli in via Cestello. Esisteva in questo luogo, prima del secolo XIII, una piccola chiesa, nella cui canonica una Compagnia di devoti raccoglieva