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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   (JO
   l'arte Terza - Italia Centrale
   essere uomo di grande ingegno e di raffinato gusto artistico, poichi, ad onta delle deturpazioni subite, dupo essere stata più volte raffazzonata dai frati, ridotta a quartiere di truppe, a magazzini doganali, e dopo un certo periodo di riammissione al culto (1847-1800) ridotta di nuovo, dal 18(36 al 188(3, a magazzino militare, è pur sempre, sotto l'aspetto artistico, la più perfetta e pittoresca fra le cinese di Bologna. Essa può dirsi un trionfo dello stile neogotico nella sua più pura espressione. E la prima che, in ordine di data, sia stata eretta in Italia a tre navate, in stile ogivale, con organismo ad archi rampanti, pura affatto dall'influenza dello stile romano che in quel periodo aveva grande voga in Italia. La facciata, che si va ripulendo dalle indegne superfetazioni del secolo barocco, la fiancata sulla piazza dei Marchi, il magnifico abside, volto alla piazza Malpighi, si possono dire veri modelli dello stile gotico più puro, a cui s'intona mirabilmente il campanile, cli'ó pure una delle parti più notevoli del monumento. Ne diede il disegno e ne gittò le fondamenta il maestro Antonio di Vincenzo, l'architetto primo e principale del San Petronio, che ne intraprese i lavori nel 1397. Himasti poi sospesi per varie cause furono ripresi nel 1401, su modello in carta bambagina fornito dallo stesso Antonio di Vincenzo, e l'esecuzione immediata dell'opera venne, da frate Domenico di Sant'Isaia, priore del convento, locata ai maestri Bonino e Nicolò, coll'inipegno di condurre a termine l'opera entro due anni, attenendosi in tutto al modello di Antonio di Vincenzo,
   il quale figura pure fra i firmatari della convenzione ed ebbe forse la sorveglianza suprema del lavoro. Nel 1403, il campanile essendo quasi al termine, vi fu collocata la prima campana ; ina poi restò incompiuto, senza coronamento e senza la cuspide a cono, progettata ila Antonio Vincenzo e che è caratteristica delle torri gotiche. Ammirabili sopratutto, nella parte superiore, le finestre bifore, di taglio elegantissimo con eccellenti decorazioni in cotto.
   A piedi del campanile venne, nel 1802, ricomposto il sepolcro di Pietro da Ganetoìi, celebre giureconsulto dello Studio di Bologna, morto nel 1403.
   Intorno all'abside, e anche lungo il fianco nord, si espandeva un gran cimitero, in cui fra le molte tombe spiccavano i monumenti funerari di alcuni fra i più celebri lettori di diritto nell'Università di Bologna. Questi sepolcri, manomessi nella costruzione del porticato guardante la piazza Malpighi, durante il secolo XVI, e per altre circostanze furono in parte chiusi nel muro del porticato ed in parte guastati. Nel 1889, dirigendo i lavori di l'istauro della chiesa il cavaliere Bubbiaui, fu demolito il brutto porticato per isolare l'abside e presentarlo in tutta la sua bellezza agli ammiratori, questi sepolcri vennero, con ottimo pensiero, reintegrati nelle loro forme primitive sui disegni dello stesso Bubbiani. Sono press'a poco del tipo di quelli di Ihlandino de' Passefjgieri e di Egidio Foseherari in piazza Galileo (San Domenico) e constano: 1 del sepolcro a piramide di Accursio colla cuspide in