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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Bologna
   101
   nella cappella del Rosario le tombe riunite di Guido tieni e di Elisabetta Sirani, allieva prediletta del grande pittore.
   Nel vestibolo della porta laterale rivolto a nord vedesi il ricchissimo mausoleo di Alessandro Tarlagni, celebre giureconsulto che lesso diritto anche nello Studio pa-triu (fig. 23): è lavoro accurato e riuscito di Francesco di Simone, fiorentino, il quale s'inspirò al sepolcro di Carlo maro [fini, opera di Desiderio da Settignano, esistente nella chiesa di S. Croce a Firenze.
   Attiguo alla chiesa è il chiostro del soppresso convento, due lati del quale sono antichissimi, contemporanei all'edilizio. Anzi fu accreditata lungamente la voce che questo chiostro,,di bella ed elegante struttura, fosse disegnato da Nicolò Fi-sano nel 1231. Ma se vera fosse questa data ne verrebbe la conseguenza che Nicolò Pisano diede il disegno e presiedette a questo importante lavoro quand'era giovinetto di 15 o 16 anni, cosa del tutto inverosimile, Sulle pareti di questo chiostro erano infissi parecchi monumenti funerari, pregevoli per fattura e per memorie storiche, ma colla sistemazione data a tutto l'e-difizio per uso scolastico, furono trasportati nel Museo Civico, ove a suo tempo li vedremo. Rimangono nel chiostro di San Domenico molte iscrizioni funerarie in memoria di studenti tedeschi, inglesi, francesi, polacchi e spagnuoli, già sparse pel pavimento della chiesa e quivi raccolte quando quello fu rifatto. Hanno un interesse affatto relativo, come dimostrazione della frequenza di studiosi d'ogni nazione in ogni
   e terminata nel 1263. Fu, sulla testimonianza del Ghirardacci e d'altri non troppo accurati scrittori di cose d'arte o storiche di Bologna, attribuita ad nn Marco Bresciani architetto. Ma di costui noti si poterono mai accertare né i precedenti uè le
   tempo all'Università di Bologna.
   San Francesco ($g. 24). — - Quo st' insigne e vetusta chiesa sorge tra piazza De Marchi, alla quale presenta la fronte ed in parte il tronco settentrionale, e la piazza Malpigli! (già Seliciata di San Francesco). È, secondo i canoni del tempo, perfettamente orientata.
   Secondo le notizie pubblicate intorno a questo mirabile saggio dell'architettura neogotica nel sec. XIII, pubblicato dal cav. Alfonso Rubbiani — il valente uomo che ora presiede con paziente cura ed intelletto d'arte al monumento cui I ignoranza dei frati, nel periodo barocco, le manomissioni soldatesche del 1798 e del 1866, avevano completamente deturpato — la chiesa di San Francesco fu cominciata tra il maggio ed il giugno del 1236, fu consacrata solennemente nel 1250
   Fig. 23. — Bologna (Chiesa di S. Domenico): Mausoleo al giureconsulto Alessandro Tartagni (da fotogr. Ai.in,\ni).
   opere. Appare invece più positivo il fatto dell'esistenza in Bologna, tra il 1231 ed il 1266, di un Johanninus da Drixia, ingegnerio. A quali opere era adibito costui? Fu egli l'architetto del San Francesco? Si avrebbe qualche ragione per crederlo; ma sono deficienti le prove storiche per sostenerlo. Comunque è un fatto che, nel 1254, maestro Giovannino da Brescia non lavorava più nella chiesa, essendo da frate Bartolomeo delle Pugliole narrato ed avvertito il fatto d'un frate Andrea maestro della ghiexia, che, mentre attendeva al lavoro, ebbe le gambe spezzate dalla rovina parziale dell'abside, dovuta a cause che ora non è più possibile rintracciare con sicurezza. ;
   Comunque, chi ideò questa fabbrica dovette