66
Parte Terv.a
Italia Centrale
c severa la statua del Putire Eterno ed i 11 torno le statue dcll'AVer lhmo, di due Angeli, dei Quattro Profeti, dei Santi Domenico, Francesco, Floriano (fig. 19-21), Vitale ed Agricola, nonché il più arearico — ma più line e delicato dei
Fig. 22.
Bologna (Chiesa di S. Domenico) : Sarcofago di Taddeo Pepoli (da fotografia iuNAKi).
due angeli sorreggenti il candelabro davanti all'Arca, emulato invano da quello di destra, scolpito da Michelangiolo giovinetto, lavoro pur questo di molto pregio e d'una certa forza, dimostrante fin d'allora la tendenza nel grande artista verso il barocco.
Compirono la decorazione riccamente artistica di questa cappella, che ha interesse primario nella storia del rinascimento artistico italiano, varii artisti del secolo XVI, tra cui Gerolamo Cor-t olii ili, clic scolpì il San Giovanni Battista; Prospero Spaili, clic nel 1570 fece il San Proculo, ripetizione di quello fatto da Michelangiolo, spezzatosi nel cadere a terra; Alfonso Lombardi
scolpi i fregi del gradino marmoreo clic sostiene tutta l'arca, ecc. Nel 1708, su disegno di Mauro Tesi e di Carlo Bianconi, esecuzione di Alessandro Salvolini, venne compiuto l'altare; ma riuscì povero e disadatto allo stile del luogo. Pregevoli freschi ornano le pareti della cappella. Ricorderemo innanzi tutto quelli eccellenti della calotta dovuti a Guido Reni. 1 lunettoni delle finestre ed altre parti della cappellafurono dipinti dal Mastelletta con forza di colorito e corretto disegno. Sonvi pure quadri abbastanza buoni di Alessandro Tiarini, di Lionello Spada, di Alessandro Albini, di Clemente Alberi, di Mario Righetti, lavori tutti riferentisi ai fatti della vita del santo, in gran parte già rappresentati dai bassorilievi del sarcofago, forse con maggiore originalità di trovata.
Anche nelle cappelle, che sono nel maggior numero ricche c di bella architettura, si notano quadri di pregio, tra i quali ricordiamo la Madonna del Velluto di Lippo di Dalmasio, il più bel saggio che di questo pittore ci rimanga ; la Santa Uosa di Cesare Gennari, seniore; unailfc-donna del Francia, la superba tavola dello Sposalizio di Santa Caterina, una delle rare opere autenticate che ancora ci rimangono di Filippino Lippi, datata dal 1501 ; due grandi tele: una del Bertusio e l'altra del PedrettL
Notevolissimo in San Domenico è il coro in legno scolpito ed intarsiato, opera di fra Damiano da Bergamo, il quale vi lavorò dal 1528 al 1540. Di questo coro, mentre fra Damiano vi lavorava, un contemporaneo, Sabba da Castiglione scriveva: « Jo credo, anzi son certo, che si potrà intitolare l'ottavo spettacolo del mondo. La felice Bologna si potrà gloriare et vantare del coro di San Domenico », I sette sedili centrali sono di sorprendente bellezza. 11 coro fu con molta abilità ristaurato nel 174i da frate Antonio da Vicenza.
Fra le altre cose rare e curiose di questa chiesa va ricordata una preziosa teca d'argento, ordinata per il teschio del santo nel 138SS a Jacopo Roseto dal popolo bolognese, da papa Benedetto XI e dal cardinale Matteo Orsini. Sì custodisce nella cappella detta delle Pidìquìe.
In San Domenico si conservano inoltre molte iscrizioni e parecchi monumenti funerari di uomini illustri nella storia bolognese dal XIII secolo in poi. Ricordiamo, fra le altre, l'iscrizione onoraria di Enzo re di Sardegna, figlio dell imperatore Federico II, fatto prigioniero dai Bolognesi alla battaglia della Fossalta e tenuto, com'è noto, ad onta delle istanze, delle preghiere e delle minaccio del padre in blanda, malsicura prigionia nella città per più di venti anni, finché vi inori ; il sarcolago di Taddeo Pepoli, bellissimo lavoro in marmo scolpito di Jacopo Lanfrani (fig. 22) ; la tomba di Jacopo da Ulina, celebre dipintore di vetri (1407-91) e
010101000016212100270001020000011601530202020000010200000027270027000016140227