Bologna
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come una delle cose loro più care e tipiche, nelle quali tante vicende, tante glorie, tanti dolori della patria, dal periodo delle libertà comunali a quello della servitù ieratica fino ai tempi della rinnovala libertà, si compe-netrano e riassumono.
Santo Stefano (fig. 14). — Dopo la Metropolitana e dopo la basilica di San Petronio viene, se non per valore artistico, certo per importanza archeologica e storica, fra le chiese bolognesi, il gruppo delle sette chiese detto di Santo Stefano, sito all'antica cinla orientale della città. Dov' è ora questo complesso di disparati edifizi sorgeva, secondo la tradizione rimasta nel popolo, nel periodo della decadenza romana, nn tempio ad Iside, divinità egiziana, il culto della quale i pagani cominciarono ad ammettere insieme a quello dei numerosi deidell'Olinipo, tra il II ed il III secolo dell'èra nostra. Una lapide, rinvenuta nel 1299 scavando sulla piazzetta eli e davanti a Santo Stefano, e murata sul lato sinistro della chiesa maggiore, parla di un liberto Aniceto, esecutore testamentario che innalzò nn'ara ad Iside vincitrice nel nome di Mario Cai pu mio Tirone e di Se-stilia ÀrmiJIa sua liberta. È questo l'unico monumento positivo sul quale possa poggiare la leggenda del preteso tempio ad Iside sul luogo ove ora sorgono le sette chiese di Santo Stefano. Di questa chiesa il senatore Giovanni Gozzadini, eruditissimo illustratore delle antichità bolognesi, morto fra il rimpianto dei dotti italiani e stranieri pochi anni or sono, scriveva: « Il fervore religioso dei Bolognesi d'altri tempi ci ha lasciato un monumento molto singolare in quel gruppo di chiese addossate che vanno sotto il nome di Santo Stefano, benché neppure una sia propriamente dedicata al protomartire...Sette templi agglomerati parrebbero piuttosto l'avanzo di culto panteistico anziché la casa del Dio unico del Cristianesimo. i\la quando l'ardore delle Crociate divampò e quando affievolì e poi si spense fu generale una smania di erigere chiese, oratorii, cappelle, altari, conventi, grande, benefizi e pullularono proporzionatamente preti, claustrali, romei, fraterie, sodalizi d'ogni genere e denominazione... ».
Gli edifizi dai quali è formata l'attuale chiesa di Santo Stefano in Bologna, addossati ed in parte sovrapposti gli uni agli altri, con pianta assai strana ed irregolare, sono partitamenie no-
minati : il Crocefisso, Calvario o Santo Sepolcro, Sanli Pietro e Paolo, Cortile di Pilato, Confessione o Cripta, SS. Trinità, Consolatone. A questi va poi aggiunto il Chiostro.
Fig. 15. — Bologna (Basilica di S. Stefano): Il Sepolcro di Crislo (imitazione del secolo XtlI), ora tomba di S. Petronio, nell'antico Battistero (da fotografia Alinari).
La chiesa detta del Crocefisso fu formata nel 1037 con due altre preesistenti, in gran parte demolite. Nei muri vecchi rimasti in piedi si conservano pitture eseguite intorno il 1400, di carattere ancora giottesco, ma rifatte poi ed anche guastate dai ristauratori che vi lavorarono sopra con tinte ad olio. Altre pitture di molto pregio sono quelle del presbiterio, tolte da altre parli della chiesa e quivi trasportate nel 1075. Rappresentano scene della Passione di Cristo. Tali pitture furono attribuite a varii artisti della seconda metà del secolo XIV; ma ulteriori ricerche ed il confronto dei particolari indussero gl'intenditori a dichiararle opera di Giovanni da Modena sul principio del secolo XV vivente in Bologna
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