Bologna
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Fig. 4 — Bologna : Facciata della Basilica di San Petronio.
San Petronio (fig. 4). — Non solo questa insigne basilica è il maggior tempio di Bologna, ma conta eziandio fra le più monumentali e famose chiese della Cristianità. Sul principio del XIV secolo, iBolognesi, reggentisi a libero Comune, dominatori di una vasta plaga territoriale, facenti sentire la loro egemonia sulla vicina Romagna e nella regione apenninica, famosi pel loro Studio che attirava alla città dotti e studiosi da ogni parte del mondo, si misero sotto l'auspicio di San Petronio, il vescovo più operoso e celebre che avesse seduto sulla cattedra di San Zama ; colle suo predicazioni San Petronio, bolognese di nascita, aveva energicamente combattutole sètte che infestavano il Cristianesimo e fatto trionfare ì principi-i della Chiesa, aveva lasciati scritti pregiati e sopratutto una storia dei Padri volontariamente per spirito di raccoglimento e di studio confinatisi nella Tebaide, per conoscere meglio le virtù dei quali aveva fatto un viaggio in Egitto ed in altre regioni dell'Oriente, Alcune circostanze favorevoli alla città avveratesi in quel turno ed interpretate come intervento miracoloso di San Petronio nelle faccende bolognesi, accrebbero straordinariamente il fervore dei Bolognesi per il loro anlico vescovo, onde, sullo scorcio del secolo stesso, il Comune ed il popolo di liologna ad onorare degnamente il loro patrono, deliberarono di erigergli uri tempio che allora non avesse, per proporzioni e maeslà monumentali, l'uguale
nel inondo. Il momento nel quale Bologna si accinse con incredibile ardore alla grandiosa impresa non era, a dire il vero, il meglio scelto. La città si trovava allora in lotta con Gian Galeazzo Visconti duca di Milano e conte di Virtù, il più potente fra i signori italiani del suo secolo, mirante palesemente a farsi solo ed incontrastato signore d'Italia, cingendone la corona regale ; e quasi ciò non bastasse i Bolognesi avevano guerre continue per ragioni di supremazia, di confini coi Gonzaga di Mantova e gli Estensi di Ferrara, altri signorotti che allora stavano mettendo penne possibilmente a spese dei Comuni vicini. Proprio in' quel momento nel quale i Bolognesi avevano bisogno di tutte le loro energie, di tutti i loro mezzi per fronteggiare a si potenti ed insidiosi nemici, si accinsero all'erezione del loro grande tempio, col quale e non a torto pensavano di fare strabiliare tutto il mondo cristiano.
Dicono gli atti della fabbrica, che ancora si conservano nell'Archivio di San Petronio colla data del 12 gennaio 1390: Fuit slatulum et deliberatimi et ordinatimi quod venembiles Domìni de Gtilhgrk?.., fae'mntconslrui et aedificari unam rULCHF.riìimam et ilonorabilem ecclesiam sub vocabulo et ad reverentiam Beali l'etronii Pro-tcctoris, ecc.
L'area sulla quale il nuovo tempio doveva sorgere si ottenne colla demolizione — dicono le cronache del tempo —- di altre chiese e di mot-