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l'arte Terza — Italia Centrale
« C'è — ne scrive Carlo Dickens, mio fra i più oggettivi descrittori di Bologna — un'aura grave e dotta cito si libra e si stende su questa città, che, mentre diffonde una mestizia non spiacevole al visitatore, basterebbe da sè a lasciargli di essa una impressione particolare affatto distinta fra tutte le altre città, anche senza la rimembranza delle due torri pendenti (costrutte in mattoni e abbastanza brutte, bisogna
dirlo!) inclinantesi l'ima verso l'altra, come per farsi un inchino duro e stecchito......
Bologna vivrà in modo spiccato nella memoria del suo visitatore pei suoi istituti, le sue chiese, i suoi palazzi e sopratutto per l'Accademia di Belle Arti, dove è schierato 1111 esercito di pregevoli quadri, in ispecie di Guido, Domenichino e Lodovico Caracci. Ma se anche non ci fosse nulla di tutto questo e non ci fosse altro per raminen-tarvela che la gran meridiana tracciata sul pavimento della chiesa di San Petronio, sulla quale il raggio solare segna le ore in mezzo alla gente inginocchiata, resterebbe pur sempre una rimembranza fantastica e gradita.....».
BOLOGNA SACRA
Gli cdi fi zi sacri o d'origine sacra hanno un'importanza grandissima, se non soverchiale sul patrimonio monumentale ed artistico di Bologna. A taluno di questi anzi si riannodano le più antiche tradizioni della città, le sue fasi di transizione dal periodo pagano al periodo cristiano. La Chiesa bolognese risalo indubbiamente al primo periodo del Cristianesimo, al periodo glorioso della propaganda e dei martiri, al periodo apostolico. Bologna era troppo vicina e troppo legata a Itoma per non aver partecipato subito all'opera della grande rivoluzione sociale e morale, che la dottrina del Galileo, colà impostata dagli ardenti suoi seguaci, vi avevano, fra i sospetti e le persecuzioni atroci, iniziata ed intrapresa.
Per quanto sia verosimile il far risalire l'introduzione del Cristianesimo in Bologna al periodo apostolico, è però altrettanto incerto il dire chi dei primi predicatori vi abbia portata Sa parola evangelica. Le prime conventicole dei neofiti erano clandestine e tenute in luoghi deserti fuori della città, essendo il nuovo culto non solo interdetto, ma perseguitato. Secondo il Muzzi, autore di Annali bolognesi. primo vescovo della città sarebbe stato S. Zania, il quale, venuto nella sefonda metà del III secolo, avrebbe fondata la chiesa episcopale (a. 270) intitolata a San Pietro, ove sorge l'antico edifizio dell'Abbadia sulla via omonima, tra via San l'elice e via delle Lame, allora fuori del circuito della città. Nell'Abbadia, che in processo di tempo servì ai monaci Benedettini e poscia alle monache Benedettine, indi, colla soppressione dei conventi, a Casa di lavoro ed infine ad uso di Ospedale militare, trovasi ancora una chiesa sotterranea, che forse fu la cripta o confessione di altra maggiore soprastante, distrutta nelle replicate trasformazioni dell'edifizio. In questa cripta si volle da taluno ravvisare la più antica chiesa bolognese o gli avanzi di quella chiesa-cattedrale che si disse fondata da S. Zama. Le accurate indagini fatte su questo monumento dai competenti dell'arte e dell'archeologia accertarono che la costruzione di quella cripta non è anteriore al secolo XI; ma che però nella costruzione furono impiegati materiali di altro precedente edifizio, datante— come appare dai Simboli ornanti certi capitelli — dal secolo VII od Vili. Il che sfata alquanto la leggenda attribuita a San Zama, sebbene sembri accertato che prima dell'erezione della cattedrale di San Pietro nel centro della città (secolo X) qui sedesse col clero ed il Capitolo il vescovo bolognese.
Un grande impulso ebbe il Cristianesimo in Bologna, dopo che l'editto Costantiniano datato da Milano faceva largo tra le credenze antiche anche alla nuova fede e dopoché, nello scorcio del secolo IV, tutta l'Italia era pressoché convertita al Cristianesimo, ed il paganesimo, dopo l'ultimo sprazzo di vitalità dato al tempo di Giuliano l'Apostata, andò man mano scomparendo e diventando un'eccezione, serbata