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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza — Italia Centrale
   comprendere, prendendo un fiacre ad ore e basandosi sulla erudizione del Baedecker, o sulle chiacchiere d'un servo di piazza. Bologna per essere conosciuta bene, compresa, se l'espressione è concessa, nella più che bella, meravigliosa sua intimità, ha bisogno di un soggiorno lungo e paziente o dì reiterate visite ; ha bisogno d'una osservazione minuta e fine, un po' contemplativa, un po' filosofica, un po' artistica, un
   po' storica ; ha bisogno di immedesimarsi un po' nell'animo del suo ospite, del suo visitatore, del suo studioso, per rivelarsi in tutta la forza del suo fascino arcano e possente, per stamparvi quella impressione tutta sua propria, che una volta fermata, si vivesse mille anni, non si cancella più. Preistoria, archeologia, storia antichissima, storia medioevale, storia moderna, arte, scienza, fede, poesia, musica, genialità innata della popolazione, negli usi della quale si trova sempre un fondo di raffinato epicureismo antico, si addensano su questa vecchia città, ch'era già grande e popoloso centro di vita italica quando l'eterna Roma non era per anco, che ha nella sua vita inedioevale tratti di storia degni di una nazione, che ha rivelato e conservato in monumenti ammirandi, in tradizioni rimaste gloriose, un senso d'arte squisita, d'intellettualità superiore; che ha custodita nel suo Studio conte in un'arca santa, ininterrotta nel corso dei set oli, la tradizione del diritto romano ; che tenne in ogni tempo alto il culto delle libertà, del sapere, delle arti; ti culto, in una parola, dell'ideale. Ma tutto ciò, come la donna pudica e severa, serba lo sfolgorio dei suoi vezzi, il profumo del suo spirito ai pochi, intimi e degni che hanno saputo comprenderla ed amarla, Bologna non lo rivela se non per gradi e sensazioni in chi. colla intuizione del bello, con il senso dell'arte, il desiderio di sapere, lo spirito d'indagine, sa interrogarla. Così seppero comprenderla Volfgango Goethe, Stendhal, Gauthier, Dickens, la Colet ed altri, che nelle loro memorie di viaggio lasciarono su Bologna delle pagine riboccanti di pittoresche e vivaci impressioni; così seppe, comprenderla ed amarla ti maggior poeta italiano vivente, che malgrado gli allettamenti di più fastose città, malgrado la seduzione di più alti onori, non seppe e non volle mai staccarsi dalla vecchia e turrita Bologna, nel cui Studio da trentacinqne anni detta la lingua di Dante, e fra le cui mura egli visse gli anni gloriosi della stia virilità intellettuale.
   Non è quindi senza una viva commozione dell'animo che imprendiamo a dire qui di questa vecchia e forte città, alla quale tante vicende ci legano di un passato che si fa sempre più lontano, ed amicizie ed affetti resistenti agli urti del tempo e delle vicende.
   Bologna sorge, come si è detto, alle falde di ameni colli, sul versante settentrionale dell'Apennino, allo sbocco della vallata del Reno nella pianura e su un piano alluvionale, formato dalle antiche e combinate alluvioni del Reno, dell'Aposa, della Savena e d'altri minori torrentelli scendenti dalle soprastanti colline. Chi contempla la città dalle alture di San Luca o di San Michele in Bosco vede la piana a nord di essa e della via Emilia abbassarsi verso la linea del Po e delle lagune comacchiesi, quasi a livello del mare. Ila forma, in pianta, pentagonale, ma alquanto irregolare, colla punta rivolta a nord-ovest, nella direttiva della via Emilia. La maggior lunghezza della, città (chilometri 2,750) corre appunto su questa via, che entra in Bologna per la porta Mazzini
   Stemma ili [iolosna.