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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Emilia
   li
   Numeroso sono, tanto nella regione alta che in quella delle colline, le sorgenti salino e termali. Ricordiamo fra le più largamente utilizzate dalla terapia: le acque di Salsomaggiore, di fama pressoché mondiale; di Tabiano, di Solignano dei Bagni, della Porretta, pur queste di grande rinomanza; del Sasso, di Corti celia, di Castel San Pietro, d'Imola, Riolo, Castrocaro, Faenza, Brisighella, San Cristoforo, Linaro ed altre di minore importanza.
   Vi sono molte sorgenti di idrocarburi o petrolifere e nel Piacentino e nel Parmigiano se ne esercita, con qualche profitto, lo sfruttamento.
   Il clima della regione emiliana è in massima temperato; ciò però non esclude che la regione non vada soggetta a gravi perturbazioni atmosferiche e climatologi eli e che sovente hanno grande influenza sulla economia locale, per ciò che riguarda la produzione agraria essenzialmente. La latitudine della vallata del Po, stendentesi attorno al 45° grado, cioè ad uguale distanza dal Polo e dall'Equatore, farebbe della regione emiliana il paese temperato per eccellenza se la vicinanza degli Apennini, influendo sovente sulla direzione dei venti e delle correnti calde o fredde, non fosse causa delle stravaganze più sopra accennate. La parte dell'Emilia ch'è più in vicinanza al mare è quella che gode del benefìzio di un clima migliore, più omogeneo e veramente temperato, ma quella che trovasi a ridosso del versante settentrionale apenninico, anche nelle sue parti più basse, raggiunge nell'inverno freddi intensi e bassissima temperatura (da —IO a —15), cosa che rarissimamente avviene e addirittura in casi eccezionali sull'altro versante, nella limitrofa Toscana. Per contro nella state il caldo è afoso ed opprimente, e sono frequentissime le giornate nelle quali a Bologna, a Modena e a Piacenza il termometro sale a 35° centigradi e anche più.
   La pioggia non è molto frequente nè troppo abbondante nella regione emiliana, marcando il pluviometro, un anno per l'altro, da 600 ad 800 millimetri. Per contro durante l'inverno vi sono frequenti ed abbondantissime le nevicate, di un'abbondanza tale che ben difficilmente si riscontra dall'altra parte del Po, in Lombardia, che pur sente della sua vicinanza alle Prealpi e alle Alpi.
   L'aria vi è saluberrima nella parte media, sulle colline ed in montagna; nella parte bassa, presso il Po e nella regione delle paludi, vi è umida, pesante e sovente generatrice di febbri palustri e malariche assai ribelli alle cure normali.
   < Abbastanza regolare — scriveva sulla climatologia emiliana Luigi Panari, senatore del Regno, nella sua relazione per le provincie emiliane sull'inchiesta agraria -è il succedersi delle stagioni, Infatti, le stagioni piovose e le secche si prolungano spesso oltre misura, con gravi danni della produzione agraria, e le intemperie hanno sempre carattere più o meno violento; mancano le necessarie gradazioni e questa mancanza è forse uno dei più dannosi difetti del clima locale. Le grandini, i geli, le nevi sovrabbondanti, le brine talvolta premature o tardive, i venti impetuosi e le nebbie diurne recano gravi danni, quand'anche 11011 estesi, frequenti. Nè i soverchi alidori estivi tornano a vantaggio; il sole ed il calore che allo piante profitterebbero, favoriscono pure lo sviluppo degli insetti e delle muffe che le divorano e le guastano >.
   La regione emiliana come del resto gran parte d'Italia, ripone la sua base economica nell'agricoltura. La coltivazione del suolo nell'Emilia è esercitata con grande amore ed attività e sopratutto ora che gli intendimenti scientifici e razionali vanno gradatamente imponendosi e sostituendosi agli antichi metodi primitivi ed empirici.
   3 — B,a !!*>.< Ha. voi. Ili, parte 3».