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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza — Italia Centrale
   Altre linee ferroviarie della regione emiliana sono: la Ferrara-Ravenna-Rimini; la Faenza-Firenze; la Castelbolognese-Ravenna; la Bologna-Ferrara-Pontelagoscuro; la Bologna-San Felice; la Parma-Casalmaggiore, e varie altre linee minori di raccordo.
   Sonvi inoltre nella regione emiliana numerose linee ferroviarie secondarie e tram vie a vapore, esercite da Società concessionarie private, linee che dànno un largo impulso al movimento ed all'attività locale. Ma di queste tratteremo paratamente toccando di quelle località nelle quali si svolge la diretta ed efficace loro influenza.
   IV.
   Geologia, climatologia e prodotti del suolo.
   La struttura geologica della regione emiliana, in quanto può avere d'interessante, è strettamente collegata alla catena apenninica. La parte piana non presenta all'occhio del geologo se non l'immane lavoro di riempimento di questo lato dell'antichissimo, primitivo golfo adriatico, compiutosi mediante l'opera continua ed accumulata dei fiumi e torrenti scendenti da questa catena nel corso di centinaia e centinaia di secoli. Il piano emiliano non è che il risultato delle secolari alluvioni e per quanto lo si scavi non dà nei varii strati da cui è costituito che le solite caratteristiche dei terreni di trasporto. Colla indubbiamente diminuita altezza delle giogaie apenniniche, collo sciogliersi dei ghiacciai nella regione apenninica, minori e di minor consistenza che non la regione alpina, col variare anche delle condizioni climatiche generali d'Italia — dopo il periodo glaciale — andò man mano diminuendo l'attività dei corsi d'acqua che colmarono la grande conca adriatica, che ora è la valle inferiore del Po, e la pianura emiliana andò prendendo l'attuale suo aspetto datante, poco più poco meno, dai periodi che precedettero immediatamente gli albori dell'umanità.
   L'Apennino emiliano offre invece al geologo ben più largo ed interessante campo di studi e di osservazioni che non la pianura. Salvo non mólte uè troppo estese eccezioni, date da affioramenti di terreni secondari, la regione apenninica emiliana appartiene geologicamente ai terreni terziari. I quali naturalmente sono disposti per modo che i più recenti formano o rivestono la regione collinosa, a contatto colla pianura alluvionale e man mano che dalla collina ci si inoltra nella regione alta e verso la catena centrale si succedono le formazioni sempre più antiche fra i terreni terziari, le quali dominano esclusivamente sull'alta montagna. La graduatoria di tali formazioni è, salvo le casuali irregolarità ed eccezioni, stabilita così : l'attuale, alluvionale e quaternaria, al piano ed ai lembi della zona collinosa; indi vengono il pliocene superiore ed il pliocene inferiore, occupanti la zona dei colli propriamente detti; seguono, o contemporaneamente od alternandosi, man mano che la regione si alza, il miocene, l'oligocene e l'eocene superiore su vaste estensioni, nelle quali qua e là non mancano talvolta di mostrarsi gli affioramenti serpentinosi. Nella regione centrale, assolutamente montuosa, dominano l'eocene ed il cretaceo per importanti e vastissime estensioni, nelle quali cessano peraltro gli affioramenti serpentinosi che con una certa frequenza si riscontravano nella formazione precedente. Il Cimone, ad esempio, ch'è il maggior blocco dell'Apennino emiliano con tutte le grandiose sue adiacenze, è formato esclusivamente dalle arenarie eoceniche. La parte meno antica della regione apenninica emiliana è ricca di fossili e sopratutto di conchiglie marine.
   Fra i minerali utili dei quali l'Apennino emiliano abbonda vanno ricordati: lo zolfo, del quale nel Cesenate si hanno vasti e ricchi depositi; il piombo argentifero, il rame, il ferro e specialmente le piriti dell'uno e dell'altro metallo. Non mancano numerose cave di pietre calcaree e di argilla, utilizzate nella fabbricazione di stoviglie usuali e laterizi; depositi di lignite, non molto estesi peraltro; carbonato e solfato di calce; baritina, pietre arenarie d'ogni genere, molari, coti e litografiche.