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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza — Italia Centrale
   quali il più celebre è quello ili Sassuolo. Il maggiore è quello di Nira.no, formato da un gruppo di salse che sviluppa un circuito di quasi un chilometro, con pareti d'argilla azzurrognola d'età pliocenica; il circolo interno non contiene meno di quaranta bocche eruttive. Nel 1881, un'altra salsa nel Reggiano, detta di Querzola, eruttò da tre crateri una corrente fangosa di circa 400 metri di lunghezza; dei terremoti locali avevano, siccome avviene anche per i veri vulcani (l'Etna, il Vesuvio, lo Stromboli), preannunziata l'eruzione. Questi fenomeni vulcanici dell'Emilia, insieme alle sorgenti di petrolio, di acque termali e solfuree che si trovano in diverse località della regione, furono studiati dallo Spallanzani nel secolo scorso e dallo Stopparti nel nostro, dal Taramelli, dal Pantanelli e da altri valorosi scienziati.
   Indubbiamente, sotto l'aspetto della viabilità, l'Emilia è una delle regioni più favorite d'Italia e non da oggi, ma da antica data: il clic forma vanto civile per la regione. Tutto il sistema stradale, salvo minime eccezioni, trova la sua base, la sua arteria massima fondamentale nella grandiosa strada romana che diede il nome alla regione e che senza dubbio va collocata fra le più antiche e belle non solo d'Italia, ma d'Europa.
   Questa via fu costrutta ed aperta per opera del console M. Emilio Lepido nell'anno 560 di Roma, quando fu necessario, per consolidarne la conquista, avvicinare Roma alla valle del Po ed al cuore della Gallia Cisalpina. La via Emilia, propriamente detta, si parte da Rimini in riva al mare Adriatico e seguendo costantemente, quasi in rettifilo, la direttiva scirocco-maestro, costantemente parallela alla linea dell'Apennino, attraversa i territori e le città di Forlì e di Bologna: esce dalla provincia bolognese a Castelfranco ed attraversando ti Panaro sopra un bellissimo ponte in pietra, entra nel territorio di Modena ; attraversa, nella sua maggiore lunghezza, questa città formandone la via principale ; una delle poche deviazioni dalla direttiva principale è fatta dalla via Emilia ad ovest di Modena prima di passare la Secchia sopra un altro bellissimo ponte in pietra, entrando così in provincia di Reggio. Attraversata la grossa borgata (li Rubiera riprendendo il rettifilo, si dirige a Reggio, della quale città forma pure la via principale. I)a Reggio a Parma la via Emilia continua in rettifilo, passando su bellissimo ponte in pietra l'Enza. Attraversa la città di Parma, dalla quale escita nella stessa direzione di maestro, e sempre in linea retta, supera il Taro con magnifico e monumentale ponte, attraversa la piccola città di Borgo San Donnino e la borgata di Fiorenzuola, l'Arda, il Nure, e fa capo a Piacenza. Nell'anno 147 av. C., fatta Piacenza capitale della Gallia Citeriore, il console Spurio Postulino Albino fa aprire la via Postuinia, tra Piacenza, Tortona e Genova, tenendosi sulla collina; ma, nell'anno 108, il console Emilio Scauro rettifica in gran parte il tracciato della via Postumia tenendosi al piano e giungendo per Casteggio fino a Voghera. Le due vie sotto l'Impero ebbero per qualche tempo il nome di via Iulio Augusto; ma nei popoli rimase, e giustamente, vivo il nome dei consoli che le aprirono, onde fino ai giorni nostri la grande strada da Rimini sino a Tortona ha, per universale consenso, mantenuto vivo il nome primitivo di Emilia.
   Alla via Emilia si innestano tutte le maggiori vie della regione, sia dirigendosi a sud ed addentrandosi nell'Apennino o solcandolo per scendere in Toscana ed in Liguria; sia dirigendosi a nord, per entrare nel Veneto ed ili Lombardia.
   Fra le prime ricorderemo: la strada da Rimini a San Marino; la strada da Forlì a Rocca San Casciano per la vai Montone, biforcantesi a Rocca San Casciano con un tronco, che pel valico di San Benedetto (977 m.), a nord del monte Falterona (1649 m.), discende a TWtassieve ed a Firenze; e con un altro tronco, che pel monte della Punta e la valletta delPArcliiano discende ad Arezzo ; la strada da Faenza a Firenze, per la