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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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Emilia
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il territorio dell'Oltrepò mantovano. Qui, giova fare osservare che, secondo le narrazioni lasciateci da Polibio e da Tito Livio intorno alla conquista romana nella regione emiliana, appare che circa 220 anni av. C. il corso del Po fosse in questa regione assai diverso dal presente, vale a dire più spostato a sud. Dagli studi fatti dal Lombare!ini, dal Breislach, dal Litta e da altri sull'antico corso del fiume, messi ili relazione coi dati e monumenti storici arrivati fino a noi, coi nomi e le tradizioni rimaste nel paese, si deduce che al disotto di Cremona, alla foce dell'Arda, 1 antico corso del fiume si dirigeva quasi su Parma (affermando Polibio e Tito Li\ io che il vico di Taneto, presso Sant'Ilario, trovavasi sul Po), il quale a questo punto toccava il vertice del suo gomito verso sud-est.
Oltre di Taneto, storicamente accertato dai due autori suddetti e dagli Itinerari romani, si hanno nella regione nomi di località, la etimologia dei quali non saprebbe altrimenti spiegarsi se non coll'ammettere che nelle loro vicinanze passasse il gran fiume italico. Così Vicopò, a breve distanza da Parma, Casalpò, l'oviglio, l'antico Bon-deno navigabile — di cui sono piene le cronache emiliane medioevali — i paesi di Bandenazzo, Bondeno, Bondanello, Porto Vecchio, il canale di Bondeno Vecchio segnano la linea presumibile dell'antico corso del fiume, il quale fu poi, nel processo dei secoli, spinto più a nord per effetto in parte delle proprie alluvioni e piene, ma più ancora per la progressiva colmatura del basso territorio emiliano, prodotta dagli interrimenti incessanti e continuati dei numerosi fiumi e torrenti scendenti dall'Apennino.
Per breve tratto il corso attuale del Po fa da confine tra la provincia di Peggio e quella di Mantova; ma oltre Guastalla, dirigendosi con rapido angolo verso nord, include il territorio cosidetto dell ''Oltrepò mantovano, il quale, prima che l'attuale deviazione avvenisse, era indubbiamente congiunto col rimanente del territorio di Mantova. Soltanto alla Stellata, frazione di Bondeno, il Po riprende il suo ufficio di divisore tra la regione emiliana e la veneta.
Sotto Ferrara, dirigendosi verso l'Adriatico quasi in linea retta e sostenuto da potenti arginature, il Po comincia a dividersi in numerosi rami formanti le varie bocche, pelle quali si getta in mare. Il più meridionale di essi, il ramo di Goro, è quello che segna il confine tra la provincia di Ferrara (Emilia) e la provincia di Rovigo (Veneto).
Laghi. — Neil'Apennino emiliano si trovano alcuni laghetti di piccola importanza ; ì più noti sono: il lago Ventoso nel Reggiano ed il lago Santo nel Parmense. Più importanti invece sono le paludi che nella gran bassa padana si trovano nella regione emiliana: tra queste principalmente vanno ricordate le lagune o paludi salmastre di Comncchio in provincia di Ferrara, immensi serbatoi di pesci che forniscono la cosi-detta anguilla marinata a gran parte d'Europa. Ma di questi laghi, delle paludi di Comacchio e delle importanti industrie che alimentano, sarà detto diffusamente toccando delle singole località.
Fenomeni Vulcanici. — Non sono pochi nò trascurabili i fenomeni d'origine vulcanica che si riscontrano nella regione emiliana. Sul versante settentrionale dell'Apennino si stende una zona assai interessante per fenomeni vulcanici di cui essa è tuttavia teatro. Nelle vicinanze immediate della cresta dei monti al sud di Modena e di Bologna, dei getti d'idrogeno carburato sfuggono qua e là dai crepacci del suolo, e sopratutto in vicinanza di affioramenti di roccie serpenthiose. In qualche località tali emanazioni sono utilizzate per la cottura della calce e per altri scopi industriali. Questi getti di gas a Pi ©trama] a, a Porretta, a Barigazzo ed in altre località sono le famose ¦£ fontane ardenti » dell'antichità ed oggetto di tante superstizioni nel medioevo. L'incendio spontaneo di queste emanazioni gassose dà loro di notte il carattere di grandiosi fuochi fatui, irradianti luminosamente per una vasta zona circostante. Parallelamente a questa zona di terreni ardenti, ma assai più in basso, sul limite quasi della pianura un'altra fenditura del suolo è rivelata da una linea di vulcani fangosi o salse, dei

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