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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272
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Pili te Terza — Ilalia Centrale
del corallo. Meritano anche menzione l'antica sede della Banca Toscana, ora Banca d'Italia; le Stanze civiche e il Circolo dell'Unione, ritrovi serali della cittadinanza ricca ed agiata.
Le vie Maggi, degli Elisi, dell'Indipendenza, ecc., prospicienti piazza Cavour, sono regolari, ampie, lunghe, ben lastricate, con marciapiedi ed eleganti edilizi.
Quattro bei panorami paralisi innanzi allo sguardo da piazza Cavour. A sud le colline ridenti di Montenero che affacciatisi nello sfondo di vialticasoli; a ovest il cosi detto Pontenuovo, il bacino di carenaggio e il fosso dei Francesi, fiancheggiato dagli scali eleganti Manzoni eil Azeglio; a est la chiesa gotica tedesco-olandese, il Politeama e il ponte San Benedetto; e a nord finalmente la suddetta ampia, via del Casone, brulicante di vita e percorsa del continuo dai tranvia e dalle vetture.
All'estremità di via Vittorio Emanuele sta la piazza Guerrazzi, con la statua del celebre scrittore, che ritroveremo fra i monumenti.
La piazza Mazzini alberata, già piazza di Marte, ebbe il nome del grande agitatore nel 1872 dopo la morte di lui. Anticamente, nella parte anteriore di questa piazza e nel quadrato che sta di fronte al cantiere Orlando, costruivansi e riattavansi piccoli bastimenti e barche peschereccie.
La piazza del Soccorso, finalmente, si compone di due grandi prati a fianco della grandiosa chiesa nel centro, eretta per pubblica sottoscrizione nel 1830 alla Vergine acciocché preservasse la città dal colèra che l'aveva desolata nell'anno precedente. Mettono capo a questa piazza le vie più belle della città moderna, ampie, ariose, diritte ed abitate in gran parte dagli Ebrei: via Magenta; corsi Umberto ed Amedeo, che attraversano parallelamente l'intera città; vie dello Studio, Paoli e Bonaini, delle Ville, della Costanza, della Beneficenza, ecc.
MONUMENTI
Là dove il corso o via Vittorio Emanuele sbocca nella piazza davanti il porto Vecchio sorge a destra il monumento grandioso, innalzato nel 1G07 a Ferdinando I de' Medici per le reiterate vittorie sui corsari barbareschi, da parte dell'ammiraglio volterrano Inghirami. La statua in marmo di Ferdinando, alta metri 4.41, scolpita da Giovanni dell'Opera, non è guari lodata. Belli per contro i Quattro Mori incatenati sottostanti nel piedistallo, fusi in bronzo coi cannoni tolti ai corsari, da Pietro Tacca di Carrara, allievo di Gian Bologna (fig. 97).
Nella suddescritta piazza Carlo Alberto ergonsi alle due estremità le statue del granduca Ferdinando III (morto nel 1824) a destra, di Francesco Pozzi, e di Leopoldo II (morto nel 1870) a sinistra, già di Emilio Demi di Livorno. Il rilievo sotto l'ordinando (lavoro di Temistocle Guerrazzi, fratello del romanziere) ricorda il bello acquidotto che conduce l'acqua dalla Camorra per ben 22 chilometri nel Cisternone già descritto. I due rilievi sotto Leopoldo glorificano la costruzione del Molo (1853) e la bonifica della Maremma. Il lavoro del Demi fu sacrificato dalla furia del popolo nel 1849. Un'altra statua di Leopoldo II fu però eretta nel medesimo luogo nel 1855 e l'Amministrazione comunale la diede a scolpire ad Emilio Santarelli.
La statua di Camillo Cavour, sulla piazza del suo nome, fu affidata da una Commissione allo scalpello di Vincenzo Cerri, livornese, il cui disegno fu approvata dalla Accademia di Belle Arti di Firenze. La Commissione fece dono della statua al Municipio, il quale ne fece la solenne inaugurazione nel 1871. II basamento fu eseguito su disegno dell'architetto Arturo Conti.
11 17 maggio del 1885 i Livornesi innalzarono nella piazza omonima una statua al loro illustre concittadino Francesco Domenico Guerrazzi, morto il 23 settembre 1873. Il forbito scrittore fu scolpito da Lorenzo Gori ili atto di chi siede meditando; il braccio destro è alzato e la mano stringe la penna. I bassorilievi nel piedestallo