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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Livorno
   23'J
   Acquaviva, alla città. Questa cinta, di rozza breccia *1, massi tufacei, aveva cinque ingressi, due barriere sulle strade a Firenze e a Grosseto e tre porte : porta San Marco a nord, porta San Leopoldo a est e porta a Mare a sud, con in giunta due altre porte delle mura antiche verso il porto.
   La città tu con ciò più che raddoppiata; dacché, nel 1837, contavansi 11-59 case nella città vecchia, 1477 nei sobborghi annessi, e la popolazione, che nel 1833 sommava a 35,418 abitanti, era già salita, nel 1837, a 59,504 e a 71,436 nel 1844. l'oche città in Italia crebbero così rapidamente come Livorno, la quale, con le frazioni Ai.ti gnauo. Ardenza, Gorgona, Montenero, San Jacopo e Torretta, conteneva già, nel I8S1-82, 98,937 abitanti.
   VIE e PIAZZE
   Livorno non possiede, come città nuova e moderna, nè antichità, nò monumenti medioevali, nè quasi fisionomia nazionale così negli edifizi come negli abitanti. Rassomiglia più ad una città americana che ad una città italiana. La città interna, qual fu cominciata nel 1577 da Cosimo 1 ed ultimata, nel 1G00, da Ferdinando I per mezzo del Burnita-lenti nello spirito del secolo XVI, rassomigliava più ad una fortezza che ad una città commerciale: era un pentagono con forti mura, bastioni acuti, lunette, cinque porte e quattro ponti in pietra sull'ampio e navigabile fosso Reale pieno di acqua marina.
   Livorno è cospicua per le sue vie moderne, ampie, ben lastricate, fra cui primeggia la maestosa via Vittorio Emanuele, già Ferdinanda, dal fondatore della città, la quale attraversa quasi tutta la città e va ornata dei negozi principali. Le case sono la più parte semplici, ma belle, in pietra di tufo, alte alcune sino a cinque piani, grandi e spaziose.
   Abbondano le piazze in Livorno; la principale, piazza Vittorio Emanuele, nel centro della città vecchi;!, attraversata dalla suddetta strada omonima, con loggiato, forma un quadrilatero, lungo 300 metri e largo 72. Oltre il recente monumento a Vittorio Emanuele del Itivalta, che descriveremo più sotto, sorgono in questa piazza gli edifizi seguenti: la Cattedrale, innalzata nel 1594 sotto Ferdinando I; 1 ex-palazzo dei Granduchi, sotto il cui portico sono incisi i nomi dei Livornesi morti combattendo per la patria; il palazzo Municipale; il palazzo della Prefettura, già Pretorio e sede, sotto i Medici, del tribunale e delle carceri ; l'antica caserma della Gran Guardia, ora utiicio centrale della Questura; i cosidetti Tre Palazzi dalla parte opposta della Cattedrale e. finalmente, il porticato a tre arcate dell'antica Dogana ove stette,sino al 1808, la Tesoreria che cede in ultimo il posto alla Borsa.
   A nord-est, lungo via delle Scale di San Cosma, si arriva a piazza Carlo Alberto, bella e spaziosa, di forma ovale, con sedili marmorei, colonnini ornati e superbi candelabri pei fanali a gas su basi in pietra. Fu costruita nel 1847 dall'architetto Luigi Bettadini e chiamata piazza dei Granduchi dalle due statue di Ferdinando ili e di Leopoldo II, di cui diremo trattando dei monumenti. 11 popolino chiama comunemente questa piazza il Vallone, come quella che stendesi sopra un fosso sottostante con una solida vòlta lunga 200 metri. La piazza va ornata ai due lati, salvo che alle estremità ove sono le- spallette del fosso, dì alcuni alti ed eleganti edifizi.
   Meno ampia delle due precedenti, ina simmetrica anch'essa, amena ed ornata di alti platani in più file e di sedili in pietra, è piazza San Benedetto, fiancheggiata di eleganti edifizi e con in prospetto la graziosa facciata di una chiesa.
   A tergo del Duomo la via del Casone conduce verso sud-est a piazza Cavour, già del Casone, ampliata nel 18G2, circondata di belli edifizi e sbocco di un quartiere moderno con in mezzo la statua del grand'uoino di Stato, del Cerri, inaugurata nel 1871 e che ritroveremo sotto i monumenti. Sono notevoli in questa piazza il palazzo già Gragnani, detto comunemente Palazzo Rosso, con colonnato di tre diversi ordini architettonici e lo stabilimento Picchiami, uno dei più antichi e rinomati per la lavorazione