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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   20-2
   l'arie Terza - Italia Uontiiite
   di Toscana; ina la ritroviamo daccapo soggetta al duca d'Atene signore di Firenze e poi tiranneggiata dalla famiglia llelforti assistita dai Pisani: la città insorse il 5 settembre del 1301, cacciò dalla città ì l'isani e mozzò la testa a Bocchino de'Ilei-forti; per sostenersi dovette però accettare presidio e capitano di giustizia fiorentino e le conseguenti spese.
   Ma l'epoca più solenne registrata dalla storia fu nel 1427-29, quando la Signoria di Firenze volle costringere i Volterrani a pagar l'imposta di catasto. Il popolo si sollevò contro i magistrati di Firenze, con a capo un Giusto Landini, il quale, dopo sedici giorni, combattuto e ucciso dal partito fiorentino dei signori, fu gettato in piazza dalle finestre del palazzo dei Priori (7 novembre 1429). il terzo giorno dopo il ritorno in Volterra delle soldatesche inviate dalla Signoria di Firenze.
   Granili furono in seguito le calamità che piombarono addosso a Volterra, come quella che nel 1431 fu devastata da Nicolò Piccinino e quindi (1447-1452) dall'esercito napoletano di Alfonso d'Aragona, di die la Signoria di Firenze esentò, nel 1149, i Volterrani per cinque anni dall'annua imposta di mille fiorini. Ma ventiquattr'anni dopo il passaggio dei Napoletani, Volterra si guastò con Firenze per questioni circa l'appalto delle miniere di allume recentemente scoperte, la quale, dopo dichiarato arbitro della Repubblica il Magnifico Lorenzo do'Medici, inviò contro di essa il duca d'Urbino con un esercito di 10UU fanti e 2000 cavalli; e questo, dopo sconfitti i Volterrani, entrò in città il 18 giugno 1472 e uccise spietatamente molti cittadini, saccheggiando e incendiali.lo le loro case (1). I)i ciò non paghi, i vincitori tolsero al Comune il palazzo di Giustizia per insediarvi un capitano e podestà fiorentini ed iiupadronironsi dei boschi, pascoli, solfare, allumiere, saline, ecc., che furono poi dati in gran parte in livello allo stesso Comune per l'annua somma di mille fiorini d'oro.
   Per toglier poi ai Volterrani ogni voglia di ribellione, spianata la chiesa di S. Pietro nel luogo ora detto Castello, e il palazzo che era residenza dei vescovi, fn edificata la Rocca Nuova, con la famosa torre del Maschio. Dopo avere domato i Volterrani l.i lì ^pubblica fiorentina seppe accarezzarli, cosicché nelle angustie del 1513 ne ottenne volonteroso aiuto di truppe e di danaro.
   Nell'ultimo anno dell'assedio di Firenze (1530), Volterra non seppe resistere alla tentazione di ricuperare la libertà: si ribellò e strinse d'assedio il presidio fiorentino chiuso nella rocca; in questa però si potè introdurre Francesco Ferruccio con 2000 uomini e alcuni cavalieri, quindi assali le trincee degli assediali® le [irose con accanito combattimento e occupò la città, saccheggiandola dopo aver fatto appiccar fuoco alle case più vicine alla porta a Selci; ma, giunto il calabrese Fabricio Maramaldo con circa 2 .HO soldati, intimò al Ferruccio la resa della città se non voleva esser fatto a pezzi. 11 Ferruccio fece impiccare il misero tamburino che aveva recato l'intimazione (9 maggio) e tosto si accese la battaglia, 111 cui rimasero uccisi circa 200 Calabresi, 15 ) soldati del Ferruccio, il quale accolse nello stesso tempo nella città altri 200 disertori calabresi (Scie. Ammihato, Sturie Fiorentine, lib. x\\).
   Ridotta Firenze agli estremi il Magistrato dei 1 licci della guerra mandò ordine al Ferruccio di trasferirsi da Volterra a Pisa, e, non essendo venuto fatto al Maramaldo
   (1) Una leggenda dil1usa dai Piagnoni riferisce elle, giunto Lorenzo il Magnifico in lin di vita nella sua villa sontuosa di Careggl presso Firenze, volle un confessore clic l'assolvesse da senno e liun per mera cortigianeria. V'aiutò il fiero ed implacabile Fra Gerolamo Savonarola e, dei tre peccati di cui non avielilie voluto assolverlo, uno sarebbe sialo appunta la presa di Toltala. Fra le preziose spoglie di cui fu deruliala Volterra net sacco del 1472 sono notevoli il leggio sostenuto da un'aquila 1)1 bronzo, che passò alla cattedrale di Urbi no, e la famosa Jiibliia poliglotta ora alla Itiiilioteca Vaticana. Due grosse palle di pietra presso la porta a Selci indicano dove nel 1472 fu aperta la breccia.