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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   200
   Pili te Terza — Ilalia Centrale
   CENNI STORICI
   Velathri in etrusco e Volalerrue in latino, forse VOenorca di Aristotile, una delle più importanti c potenti dodici città della Confederazione etnisca (Cere, Tarquinia, Vejo, Volterra, Vulsinia, Cortona, Vetulonia, Chiusi, Perugia, ltosselle, Arezzo e I'opu-lonia, di cui già si è trattato).
   Della sua grande antichità non vi può esser alcun dubbio, com'anco che, sin dal periodo più antico a noi noto dell'istoria etnisca, pare fosse una delle dodici città principali di quella celebre Confederazione: questa conclusione, irrefutabilmente attestata dalle testimonianze tuttora esistenti della sua antica grandezza, è confermata dalla prima notizia di essa che troviamo nell'istoria, ove comparisce come una delle cinque città etnische che aiutarono i Latini nella loro guerra con Tarquinio Prisco (Dionisio, hi, 51). \Ia da quel tempo non v'ha più menzione successiva di Volterra nell'istoria sino ad 1111 periodo assai posteriore. La sua lontananza ila Iloma spiega invero sufficientemente il fatto che il suo nome mai non occorre nelle lunghe guerre ilei Romani con gli Etruschi meridionali; ma anche, dopo che le armi romane furono portate nel cuor dcll'Etniria e le città di Perugia e di \rezzo presero parte attiva alle guerre, noi non troviamo menzione di Volterra.
   Nel 29S av. C. però noi apprendiamo che il console romano L. Scipione fu assalito presso Volterra dalle forze combinate degli Etruschi (Livio, x, 12), fra le quali erano comprese, non ha dubbio, anche quelle dei Volterrani, quantunque non nominati dallo storico padovano. Ma noi non ritroviamo il loro nome nelle relazioni esistenti di quelle gùerre e le condizioni sotto le quali furono sottomessi da ultimo dai Romani, ci sono ignote. Sappiamo soltanto che. in un con la più parte degli Etruschi, essi furono ammessi quali alleati dipendenti e compariscono fra i socii che nella seconda Guerra Punica somministrarono provvigioni alla squadra di Scipione nel 205 avanti Cr. In quell'occasione i Volterrani somministrarono grano e materiali per la costruzione delle navi (Liv., xxvni, 45).
   Da quel tempo nulla più apprendiamo di Volterra sino alle guerre civili fra Mario e Siila, quando la città sposò la causa del primo e per la sua grande forza naturale divenne l'ultimo propugnacolo della parte mariana nell'Etruria, 0, a meglio dire, in Italia. Fu assediata da Siila stesso lungo tempo dopo che ogni altra città d'Italia era stata sottomessa e non si arrese che dopo un assedio, 0, a dir meglio, un blocco di due anni (Sthab., v, p. 223 ; Liv., Eptt., 1, xxxix; Ciò., Pro Uose. Amer., 7, Pro Caec.,1). In punizione della sua ostinazione il suo territorio fu confiscato dal vincitore : ma sembra non fosse mai diviso e i Volterrani sopravvissuti alle calamità della guerra rimasero in possesso delle loro terre del pari che dei diritti di cittadini romani lor conferiti, come agli altri Etruschi dalla Lex Julia, nell'89 av. C. (Cic., Fio Doni., 30; Ad Fam.. xiu, 4,5).
   Pare che un altro tentativo fosse fatto per spodestarli con una legge agraria nel consolato di Cicerone: ma questa calamità fu rimossa dal grande oratore romano a cui i Volterrani rimasero, naturalmente, per riconoscenza, affezionati (Ciò., Ad Fam., xin, 4); e par probabile che Cicerone conformasse in seguito qucll'ass«i/m/o, fermo e onorevole municipio nel possesso cosi dei suoi terreni, come dei suoi diritti municipali. Volterra però ricevè certamente uria colonia sotto il Triumvirato (Lib. Col., p. 214), ma non pare ne conservasse il titolo ed è annoverata espressamente da Plinio fra le città municipali dell'Etruria: e forse da Antonio triumviro le restò il nome di Antonia come la chiama Fazio degli Uberti nel Dìttainondo, dicendola patria del fantastico paladino Buovo d'Antona.
   Noi non troviamo menzione del suo nome nell'istoria sotto l'Impero romano, ma è certo che continuò ad esistere e ricomparisce, dopo la caduta dell'impero d'Occidente, come luogo importante nelle guerre dei Goti con Narsete.