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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272
Mandamenti e Comuni «lei Circondario di Pisa
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vicino addiuiandasi San Martino al Bagno Ardirò. Scaturisco non molto lungi dalla precedente e la vasca che la raccoglie fu già coperta con vòlta, di cui non rimangono clte i muri che la reggevano. Quest'acqua, di una temperatura di gradi 30, è salina e si amministra per bocca e per bagni, ma è assai fangosa. È valevole contro la renella, il catarro della vescica, i reumi, le malattie sordide della pelle; ma ne fanno uso soltanto gli abitanti dei paesi convicini.
Cenni storici. — Del castello di Vicopisano, di cui vi ha memoria sin dal 934, ebbe la signoria la famiglia Obertcnga. L imperatore Corrado li Holienstaufen ne fece dono, nel 1138, ai vescovi di Pisa, i intuii lo tennero per lungo tempo. Negli anni 1289, 1309, 1323 e 1327 fu assalito indarno dai Lucchesi; ma il 16 luglio del 1406 fu preso dopo otto mesi d'assedio dai Fiorentini, i quali vi fecero costruire la bella torre superiore dal Brunelleschi, come dicemmo. Nei 1436 tentò impadronirsene il Piccinino e nel 1496 divenne quartiere generale e dimora dell'imperatore Massimiliano I. La Repubblica ili Firenze se ne impadronì definitivamente nel 1503.
Uomini illustri. — Vicopisano va superbo a buon diritto di aver dato i natali a Fra Domenico Cavalca dell'Ordine dei Predicatori, uno dei padri della nostra lingua, morto nel 1342. Questo frate angelico fondò a Pisa l'Istituto per le traviate ed oltre la traduzione dal latino delle l'ite dei Santi Padri, compose lo Specchio di Croce, i Fruiti della Lingua, lo Specchio dei Peccati e altre operette morali nella più pura e schietta lingua toscana. Compose anche sonetti, laudi, serventesi che superano, per grazia e purgatezza, quelle di Fra Jacopone da Todi.
Vicopisano vide anche nascere Michele padre di Pietro Lante, capo dei duchi Laute di Roma; il cardinale Arrigo Maricotti; Ermengarda Buzzacherini, madre di San Ranieri. Pietro d'Albizzo da Vico, che dettò leggi civili nell'Ateneo pisano circa il 1358, poi doge della Repubblica; l'arcivescovo Pietro della famiglia dei Moriconi, che conquistò le Baleari nel 1113, e parecchi altri.
Coli, elett. Vicopisano — Dioc. Pisa — PJeT. locali, Str. ferr. a Cascina.
Hientiiia (3636 ab.). — Era in addietro un paese malsano per essere situato in pianura, a soli 10 metri d'altezza, non troppo ampia e circondata (lai monti Pisani e dalle colline del Lucchese che impedivano il rinnovarsi dell'aria impregnata di miasmi palustri; ina la bonifica del lago di Bientina(1853-1863) e le moderne cautele igieniche hanno reso la salubrità al paese in tutte le stagioni dell'anno.
La parrocchiale dell'Assunta sulla piazza non serba più, pei molti rifacimenti, i caratteri della sua antichità. Nel 1750 fu ornata di un soffitto in legno intagliato; nel 1777 fu abbellita di stuccature e, nel 1829, fu modificata più radicalmente. La pala all'aitar maggiore di San Valentino in gloria fu dipinta da Piero Damimi.
Un acquidotto, dal colle di Santa Colomba, provvede il paese d'ottima acqua potabile. Cereali, viti maritate a pioppi, ina che dànno un vino scadente; gelsi, ulivi, legname, ecc. Due strade rotabili mettono una a Vicopisano e l'altra aButi.
Cenni storiri. — Bientina è terra antichissima, sì che Raffaele Volterrano vi favoleggiò il Lucus Feroniar, luogo sacro appo i Gentili. Secondo il Muratori esisteva già neH'-S57 in cui formava parte del patrimonio della Chiesa.
Nel 1033 n'era signore il marchese Adalberto, tiglio di Oberto II, e fu poi soggetta con altre terre di vai di Nievole ai vescovi di Lucca. Nel 1274 fu messa a sacco dallo genti della Lega guelfa di Toscana e nel 1285 venne in potere dei Lucchesi. In seguito avvennero molte controversie municipali a cagione della pesca nel lago di Bientina, prima con gli abitanti di Santa Maria a Monte (129G), indi per causa di confini col Comune di Castelfranco di Sotto (1332 e di bel nuovo nel 1370); finche, nel 1402, Bientina, Buti e i loro distretti furono consegnati da itti Gambacorti ai Fiorentini, i quali dichiararono sin d'allora quei due paesi del distretto fiorentino. Così l'Ammirato