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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni «lei Circondario di Pisa
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   argillosa rossigna, fra la valle della Torà, in cui scolano le acque dal lato nord, e la vai di Fine, l'arrocchiale di San Michele. Fu rovinato dall'orribile terremoto del 14 agosto 1816 e la parrocchia fu riedificata nel 1854. Vini squisiti.
   Cenni storici. — È rammentato col nome di Ursiano, sin dal 765, in una carta pisana pubblicata dal Muratori nelle Antichità Italiane. Nel 1030 Ferdinando II lo eresse in feudo, col titolo di marchesato, a favore di Roberto degli Obizzi di Padova, alla cui morte passò ai discendenti sino al 1783, nel qua! anno un marchese Tommaso degli Obizzi lo consegnò alla Corona granducale che ne formò un piccolo Comune.
   Coli, elett. Lari — Dioc. Pisa — P3, T. e Str. ferr.
   Riparbella (2575 ab., esclusa la popolazione della frazione Palazzi di Collemez-zano (1517 ab.), aggregata al Comune di Cecina, nel circondario di Volterra, con regio decreto del 5 giugno 1892). — Giace a 216 metri di altezza, in una collina laterale, a destra della Cecina, a 15 chilometri da Rosignano, in poggio ulivato. Salendovi da est incontransi due oratorii, indi la strada si biforca e alla sinistra sta la porta d'ingresso nel paese. \el centro è la piazza nella quale è eretto il palazzo Comunale ove torreggia il pubblico orologio e poco sotto la parrocchiale. Due graziose fontane di recente costruzione, una delle quali sulla piazza suddetta. L'acqua, buona e copiosa, percorre un lungo acquidotto in una galleria praticabile.
   L'aria era in addietro insalubre, ma le bonifiche della Maremma toscana la migliorarono in seguito e con essa le condizioni igieniche, agrarie ed economiche. L'industria agraria particolarmente si sviluppò in sommo grado dopo che il granduca Leopoldo ebbe fatto vendere a basso prezzo tutti i terreni delle Corporazioni religiose e molti demaniali ai particolari, lasciando nelle loro mani il capitale al tenue interesse del 3 per cento.
   Cenni storici. — La prima memoria di Riparbella risale al 1034 nell'occasione che Guido, vescovo di Volterra, dopo avere fondati i monasteri di San Salvadore e dei Ss. Giusto e Clemente, li arricchiva di certe decime da esigersi in Valle Lunga. Circa il 1200 Riparbella col suo territorio erano quasi intieramente proprietà degli Arcivescovi pisani e nel HOC, dopo la caduta di Pisa, I castellani si dettero volenterosi ai Fiorentini. Nel 1145 venne tolto ai Fiorentini dalle truppe di Alfonso re d'Aragona e di Napoli, favoriti dal conte Fazio della Gherardesca da Montescudaio. L'anno seguente i Fiorentini ripresero a forza il castello e con tale strage di uomini e di cose, che in tale occasione il castello di Riparbella venne disfatto per mai più risorgere. Da quel tempo le fabbriche si innalzarono presso la chiesa eli San Giovanni Evangelista, che distava dal castello 500 metri, in una località detta di Vallinetro, ed in meno di mezzo secolo risorse la nuova Riparbella.
   Nel 11-94 il nuovo castello venne occupato dalle truppe condotte da Carlo Vili re di Francia; ma dopo che per l'intrepidezza di Pier Capponi, quel superbo monarca dovè sgombrare la Toscana, i Riparbellini si arresero senza combattere all'invito dei commissari fiorentini Bernardino Nasi e dello stesso Pier Capponi. In seguito, cioè, dal 1508, Riparbella obbedì alla Repubblica di Firenze, nella giurisdizione della Palesieria di Peccioli, fino al 1737, quando previo il sovrano assenso, venne infeudata al nobile Andrea Carlotti di Verona che l'arricchì di una grandiosa cisterna d'acqua potabile e di una fontana in muratura nei pressi del paese, ora detta la Fonie vecchia.
   Nel 1737 i suoi discendenti la renderono al senatore Carlo Ginori di Firenze, che la tenne in feudo fino al 1755, quando, riacquistata dal Governo toscano, venne eretta in comunità sotto la giurisdizione della potesteria di Chianni.
   Nel 1805, quando il grande Napoleone onde punire i Borboni della pace violata faceva marciare le sue truppe alla volta di Napoli, queste bivaccarono anche a Riparbella per varii giorni, nell'oratorio della Compagnia della SS. Annunziata. Nel 1812,
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