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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272
Mandamenti e Comuni «lei Circondario di Pisa
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Mandamento di PICCIOLI (comprende 3 Comuni, popol. 13,188 ab.). — Territorio bagnato dal fiume Era e dal torrente Roglio, a colline, a poderi di varia semente, a uliveti assai frequenti, e vigneti. Vi abbondano i gelsi, nè mancano i boschi cedui e di quercioli eri i pascoli. Pastorizia ed apicoltura.
Peccioli (6810 ab.). — Sorge a 139 metri d'altezza dal mare, a destra dell'Era, sopra un colle d'argilla sabbiosa, alla cui falda meridionale scori e l'Era, mentre dal Iato opposto scendono le acque del torrente Eacosa, affiliente del Roglio. Parrocchiale di San Vera ito del secolo XI. Nella parte più elevata del paese, detta il Poggio della Castellacela, veggonsi i ruderi di mi fortilizio, costruito da Castruccio Castracani a guisa di torre quadrata, di mattoni. Opera pia detta Legato Manetti fondata nel 1753 e Opera pia Rasi fondata nel 180G, per distribuire elemosine e dotare le ragazze povere che vanno a marito. Peccioli è la più grossa e bella fesa di vai d'Era, con case per la massima parte di aspetto decente, quelle segnatamente della via principale, ila porta Volterrana a porta Pisana. Sulla piazza stanno il Pretorio, la Cancelleria e la bella parrocchia suddetta con campanile e orologio pubblico.
Cenni storici. — Con diploma del 30 inaggio 1192 l'imperatore Arrigo VI concesso al Comune di Pisa la giurisdizione politica su Peccioli e sue dipendenze; ma nel 1163 e nel 1201 i Pecciolesi si ribellarono e furono sottomessi dai Pisani, i quali gli tennero sotto il loro dominio con altre terre della vai d'Era non ostante i reclami del vescovo di Volterra, Ranieri degli libertini, a cui si erano dati. Ma dopo la celebre terribile sconfitta dei Pisani alla Meloria pei Genovesi, il vescovo riconquistò, coll'aiuto (lei Fiorentini, e conservò per pochi mesi la terra di Peccioli, la quale tornò, con la pace ili Eucecchio del 1293, ai Pisani. Questi inviarono a governarla un capitano in luogo di Ugolino Visconti, giudice di Gallura, che la teneva in nome della Repubblica fiorentina, la quale la restituì però a quella di Pisa alla pace del 28 agosto 1304; ma Pisa la perdè di bel nuovo nel 140G e da quell'anno ili poi fu governata per molto tempo da capitani inviativi dai Fiorentini.
Nel 1431 fu occupata dal Piccinino capitano dei Milanesi, ma tornò nel medesimo anno a Firenze. Nel 1495 i Pisani, ricuperata, per opera di Carlo Vili, la libertà, ripresero Peccioli e lo tennero sino al 1509, nel qual anno ricadde in potere della Repubblica fiorentina. Durante l'assedio di Firenze fu occupata, nel 1529, da un nerbo di cavalleria del principe d'Orange prima che vi accorressero i Fiorentini, sotto il comando di Pirro da Stipicciano.
Caduta finalmente, nel 1530, Firenze in potere dei Medici, fu conservata in Peccioli la sede di un capitano e quindi di un podestà, dipendente dal vicario regio di Lari e in seguito dal commissario regio di Volterra.
Coli, elett. Pontedera — Dioc. Volterra — P3 e T. locali, Str. ferr. a Pontedera.
Lajatico (2363 ab., compresi quelli delle frazioni d'Orciatico e Spedaletto, già appartenenti ai Comuni di Volterra e di Montecatini aggregate nel 18G9). — Siede a 1=96 metri d'altezza, sulla sommità di un poggio spettante ad uno sprone interposto fra i torrenti Sterza e Ragone alla sinistra del fiume Era, con parrocchiale di San Leonardo e un castello, avanzo delle antiche fortificazioni fatte smantellare dai Fiorentini.
11 territorio produce: granaglie, viti, ulivi, alberi da frutta e il miele più bianco e squisito della Toscana.
Cenai storici. — Fu anticamente Lajatico una signoria dei Pannoccliieschi (l'Elei prima che l'occupassero i Pisani, i quali lo tennero interpolatamente finché passò, nel 1406, in potere dei Fiorentini che ne fecero smantellare, coinè dicemmo, il castello. In seguito il granduca Ferdinando li, con diploma del 10 giugno 1614, diede in feudo Lajatico, col titolo di marchesato, al nobile Bartolomeo Corsini per esso e pei suoi discendenti primogeniti; il qual titolo, dopo la legge del 1740, si conserva tuttora