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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272
I'isa
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2. Scoltura. — Nella scoltura i Pisani furono i primi a liberarsi dal convenzionalismo dell'arte bisantina e dal rozzo fantastico elemento romanico mediante un ritorno razionale all'antico ed allo studio profondo della natura, tanto dell'anatomia corporea quanto del carattere individuale.
Nicolò Pisano, nato nel 120fi, non in Puglia come fu creduto, ma come dimostrò il Milanesi, in una delle due Apulie (una in quel di Lucca, l'altra in quel di Arezzo), studiando i rilievi degli antichi vasi e sarcofaghi, si liberò dallo stile tradizionale ancor dominante nei lavori di Bonainico e di Bonanno.
Le sculture nel pulpito di Nicolò richiamarono a nuova vita le forme &c\\'antico; il calore e la vita drammatica del sentimento religioso gli furono trasfusi da suo figlio e collaboratore Giovanni Pisano. Morto Nicolò Pisano, nel 1278, il figlio Giovanni tolse nel medesimo anno a costruire il famosissimo Camposanto di Pisa che abbiam descritto : < con buon disegno e con molto giudizio, dice Vasari, lo fece in quella manfera e con quelli ornamenti di marino e di quella grandezza che si vede >. Altre opere egregie condusse ancora Giovanni, che troppo lungo sarebbe il solo annoverare nonché descrivere. < Nè si maravigli alcuno, dice il precitato Vasari, che facessero Nicola e Giovanni Pisano tante opere ; perchè, oltre che vissono assai, essendo i primi maestri in quel tempo che fussono in Europa, non si fece alcuna cosa d'importanza alla quale non intervenis-sono; come oltre a quelle che dette si sono in molte inscrizioni si può vedere >. Giovanni fu il rinnovatore ilei naturalismo, il precursore di Giotto, l'espositore dei moti interni dell'animo e delle passioni.
Un terzo pisano, Vndrea Pisano da Pontcdera (1273-1349) continuò l'insigne scuola di opere plastiche. Del suo figliuolo non men valente, Nino (morto nel 136G), Pisa possiede sei scolture di prim'ordine in Santa Maria della Spina e in Santa Caterina.
3. Pittura. — Nel periodo di transizione del medioevo Pisa non ebbe, come Firenze e Siena, una scuola pittorica propriamente detta. Ma anche Pisa non fu priva di pittori, si conosce un Enrico che miniava nel 1238. Ilavvi inoltre un documento, del 1275, da cui si rileva che il Comune concesse un sussidio per restaurare o ridipingere la Madonna ed altri Santi sulle porte della città. I primi dipinti rappresentano Cristo in croce e il più antico trovasi in Santa Marta. Una Crocrfissione del medesimo tempo fu scoperta di recente nella chiesa del Santo Sepolcro.
I freschi in San Pietro in Grado e il Crocefisso di Giunta Pisano, che trovasi ora nella chiesa di S.Ranieri, attestano la decadenza della pittura. Il Giunta, che dipinse anche in Assisi, come pittore è un bisantino puro sangue. Ad ogni modo è certo che Pisa lo vuol suo figlio perchè nato nelle colline pisane di Calci e Giunta stesso, qualificandosi Pisano, le ne dà il diritto.
Xicolò Pisano, cosi valente nella scoltura, non ebbe un compagno corrispondente nella pittura e la Repubblica di Pisa si vide costretta a chiamar pittori fiorentini e senesi per dipingere nel suo Camposanto. Solo le notizie più antiche di quei dipinti (1299,1300,1301) parlano di pittori delle adiacenze: Deodato Orlandi di Lucca, Vanni di Pistoja e parecchi altri; quindi della chiamata dei pittori senesi.
Francesco Traini, che lavorò verso il 1340 a Pisa, e fu uno dei migliori artisti di quei tempi, par fosse fiorentino e congiunto dell'Orcagna; e così nel secolo XV fu un fiorentino, Benozzo Gozzoli, che condusse a termine, come abbiamo visto, i freschi rinomati del Camposanto.
UOMINI ILLUSTRI
Troppo ci dilungheremmo annoverandoli tutti; bastino perciò i seguenti principali:
Fra i religiosi: Daiberto, legato apostolico nella prima Crociata e poscia patriarca di Costantinopoli, morto nel 1107; Pietro Moriconi, arcivescovo di Pisa e duce dei suoi concittadini alla conquista delle Baleari nel 1114; il beato Balduino, arcivescovo in
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