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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Terza — Italia Centrale
   diede occasione anche atl uno screzio fra Pisani e Fiorentini, i quali collegaronsi coi Lucchesi e sconfissero i Pisani a Castel del Iiosco. Pisa si rimase fida ghibellina ed appoggiò Federigo II con 52 galee.
   In una spedizione contro Genova, nel 124-1, i Pisani inipadronironsi di 22 galee e trassero prigionieri a Pisa 4000 Genovesi. Nelle guerre incessanti fra le città toscane i Pisani vinsero, nel 1232, ì Lucchesi; ma furono poi tosto sconfitti dai Fiorentini a Pontedera con la perdita di 3000 prigionieri e i Fiorentini alla lor volta dai Pisani e Senesi riuniti.
   T.a potenza, ricchezza e floridezza di Pisa (sebbene non si possano accettare senza benefizio di inventario le cifre di 200,000 abitanti in 15,000 torri che si trovano in alcuni cronisti) fecero si ch'essa divenne la culla dell'arte moderna e Nicolò Pisano, nella metà del secolo XIII, fu d primo ed unico rappresentante della scoltura e condusse opere che rammentano l'antica grandezza.
   La caduta degli Ilohenstaufen e le lotte successive affievolirono Pisa isolandola. Ad alcuni anni di pace, immediatamente dopo l'erezione del monumentale Camposanto (1278), tenne dietro la caduta della grandezza di Pisa. Ben imperava ancora sulle isole di Sardegna, Corsica, Capraja, Klba, Pianosa, Goi'gona, Giglio e Montecristo, del pari che dal confine orientale del golfo della Spezia (il Corbo) fino a Civitavecchia e possedeva 554 castella e territori fortificati; ma nuove lotte scoppiarono con Genova a cagione della Corsica e, nel 1281, seguì l'ultima battaglia decisiva.
   Per stringere un'alleanza con Venezia i Pisani avevano eletto per podestà il veneziano Alb. Morosini, ponendogli allato due capitani generali: Ugolino della Gherardesca e Saracini ; ma il (i agosto, (piando presso l'isola della Meloria i Genoves:, sotto il comando di Uberto Doria, appiccarono battaglia, che dalle 9 del mattino del 0 agosto durò tino al tramonto, fu infranta per sempre la potenza dei Pisani, dei quali 5000 rimasero morti e 16,000 prigionieri, fra cui Morosini, donde il motto storico: Chi cuoi veder Pisa vada a Genova.
   Tutta la Lega toscana, invidiosa di Pisa che precludeva l'adito al mare; parteggiava ora per Genova vittoriosa. Ugolino della Gherardesca, eletto capitano del popolo, tentò guadagnarsi i Fiorentini e rialzare in Pisa il partito guelfo e, insieme al nipote Visconti, volinogli fatto fondare un governo tirannico. 11 partito guelfo, con a capo l'arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini. si scosse; si venne alle mani per le vie della città e il vinto Ugolino coi suoi figli fu rinchiuso, nel 1288* e lasciato morir di fame nella torre Gualandi dalle Sette Vie, che prese poi il nome di Tot-re della Fame e porse poi argomento all'episodio mirabile di Dante nàVInferno ed alla fiera invettiva: Alii Pisa vituperio delle genti!
   Espulsi i Guelfi dalla città, l'arcivescovo pose a capo delle truppe il rinomato capitano Guido da Monto feltro, il quale ricondusse Pisa ad una certa potenza; ma, nella pace con Genova, che aveva colmato nel 1290 il suo porto, essa fu costretta a cederle porzione delle sue isole ed una buona parte della Sardegna.
   Nell'andato a Roma di Arrigo VII Pisa si accostò con sacrifizi ingenti a quest'imperatore, il quale voleva farne la capitale d'Italia; ma egli morì improvvisamente, nel 1313, a Buonconvento, a 3 ore da Siena, e fu poi seppellito nel camposanto di Pisa, ove aveva dimorato dal 10 marzo all'S agosto.
   Pisa ebbe poi per capitano il celebre Uguccione della Faggiuola, il quale conquistò Lucca, donde portò grandi tesori a Pisa, la quale elesse a suo signore il costui figlio Francesco. Uguccione sconfisse i Fiorentini alla foce della Nievole, ma perde il figlio nella battaglia e cominciò allora mi governo arbitrario a cui posero fine il popolano Coscetto da Colle e il conte Gherardo de' Gherardeschi. Quest'ultimo divenne signore di Pisa, di cui rialzò la potenza; ma morì improvvisamente nel 1320. Sotto il suo zio