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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272
I'isa
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ora sempre 111 uso sotto i re longobardi e 11011 v'ha dubbio che il porto medioevale era distinto affatto da Livorno. Questa città, che è ora uno tlei porti ed emporii principali d'Italia, non era, nel secolo XIII che 1111 oscuro villaggio e 11011 acquistò importanza che dopo la distruzione del l'orto pisano. Ma sembra probabile ch'esso servisse all'occasione auclie nei tempi antichi ed è il Labro ili cui parla Cicerone (ad O. Fr., 11, 6).
2. Pisa dal medioevo ai tempi moderni. — Nel medioevo Pisa incominciò, circa 3(10 anni dopo Venezia e 150 anni dopo Amalfi, al principio del secolo XI, ad ingrandirsi e ad afforzarsi in repubblica ghibellina, belligera e commerciale. L'Arno la favoriva allora come quello che sboccava più a sud-ovest e i legni da guerra potevano risalirlo sino alla città. Ai Saraceni che, nel 1001, erano penetrati sin nella città, i Pisani strapparono successivamente la Corsica e la Sardegna. Nel 1003, nelle acquo di Palermo, ove schiantarono le catene del porto, arsero le loro squadre e tornarono in patria con 1111 lauto bottino, col quale diedero mano alla costruzione, come abbiarn visto, del Duomo.
Contrasti pei possedimenti in Corsica, rivalità commerciale e preponderanza schiaccianti' di Pisa furono cagione della rottura fra Pisa e Genova (1070-79). Che Pisa servisse allora quasi di porto franco aperto a tutte le nazioni marittime, e segnatamente a quelle dell'Oriente, argomentasi dal seguente improperio scagliatole da Donizzone, cappellano della gran contessa Matilde, che vi fu seppellita: Qui pi'ygit Pì'sas ridet illiù nioiistra miu'/na ;
Haec ttrls l'affarìi», 'J'tti'chis, hihycist quoque l'arti.i;
Sordida Chaldaei sua lustrutit litora tetri.
K lo dimostra anche meglio il fatto che i Pisani codificarono le prime Consuetudini mardhme. approvate nel 1025 dal papa Gregorio VII e nel 1082 dall' imperatore Arrigo VI. Urbano li liei 1091 concesse alla Chiesa pisana la primazia sulla Corsica elevandola a metropoli; il che fu confermato da Gelasio II nel 1118.1 Pisani contribuirono efficacemente all'esito della prima crociata.
1 Pisani erano ora in possesso dell'intiero commercio del Mediterraneo occidentale; le loro sterminate ricchezze erano divenute proverbiali in Italia e la nobiltà, che aveva acquistato nelle isole costumi principeschi, viveva quasi in piena indipendenza. 11 vescovo godeva dei privilegi d'esenzione e i capi delle varie classi cittadinesche eransi costituiti in un Consiglio potente, i cui membri furono i primi in Italia che presero il nome di consoli.
Nel 1111 i Pisani conquistarono Majora e le altre Baleari. Nel 1118 Pisa accolse papa Gelasio II. che fuggiva con sei cardinali da Roma in Francia per sottrarsi ali impelaliore Arrigo V. Gelasio consacrò il Duomo e vi predicò colt1 eloquenza di Origene.
Dolio il 1110 riscoppi;! 10110 le lotte fra Pisani e Genovesi, a comporre le quali assai contribuì San Bernardo di Chiara valle, elio fu l'anima del gran Concilio di Pisa (1133), nel quale Innocenzo li, che risiedeva in Pisa ed era protetto dall'imperatore Lotario II, fu riconosciuto papa legittimo.
Nelle guerre normanne i Pisani acquistarono anche la supremazia sopra diverse città marittime dell'Italia meridionale e particolarmente sopra la ragguardevole Amalti i 135) di dove presero il celebre codice delle Pamldle di Giustiniano che poi (1410) Gino Capponi portò a Firenze dove sono ora custodite nella biblioteca Laureuziana. Dal 1110, nella tregua con Genova e i Normanni, Pisa giunse al suo massimo fiore come quella che possedeva fattorie e bazar in Oriento, in Africa, nel mezzodì della Francia e ili Ispagna; a Costantinopoli il console pisano occupava il primo posto dopo il patriarca; a Tiro e in altre città i Pisani avevano tribunali speciali propri; compagnie commerciali (dei Vernmjtì e degli Vinili) erano volta a volta mercanti 0 guerrieri, secondo le circostanze.
Nella seconda e terza Crociata apprestarono 50 e 40 galee. Un diverbio fra gli ambasciatori pisano e fiorentino, all'incoronazione dell'imperatore Federigo 11 (1221),