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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272
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Parte Terza — Italia Centrale
Pisa; nnr pure ricevesse ima nuova colonia sotto Augusto, (lacchè noi la troviamo col titolo coloniale iu una celebre iscrizione elle rammenta gli onori funebri resi dai magistrati e dal Senato (li Pisa ai nipoti defunti di Angusto, C. c 1, Cesare (Onm.i, Insci-., Gli, Gl-1). Essa vi è qualificata Colonia Obsei/ttens Julia ì'isana; anche Plinio le dà il titolo di colonia e par non abbiavi dubbio clic essa fosse a quel tempo una delle più florido città deiriitriiria. Lo provano anche gli avanzi del bagno detto di Nerone del quale rimane in piedi la parte detta sialat/irio. Strabone ne parla come di città di grande commercio in legname ed in marino dalle vicine montagne, trasportati a Roma come materiali edificatori]. Anche il suo territorio era fertilissimo e prodticeva lina qualità scelta di grano detta siliyo, del pari che vino squisito.
Non abbiamo contezza delle vicende di Pisa durante il periodo di decadenza dell'Impero romano; ina durante le guerre gotiche di Narsete è ricordata quale città importante e nel medioevo divenne una floridissima repubblica,come vedremo più sotto.
Non v'ha dubbio elle la Pisa antica sorgeva nell'istesso luogo dell'odierna ; ma le cause naturali hanno addotto mutazioni cosi grandi nei luoghi che sarebbe difficile riconoscere il sito qual è descritto da Strabone, se l'identità delle due città, antica e moderna, non fosse pienamente stabilita. Codesto autore, del pari che Rating ed altri scrittori, descrivono la città antica come situata alla confluenza dei fiumi Arno e A user (Sarchiò) e distante sol venti stadii dal mare. Presentemente Pisa dista circa 10 chilometri dal mare, mentre il Serchio non affluisce punto nell'Arno, ina va diritto al mare nel letto suo proprio, separato dall'Arno da un'ampia pianura, formata parte dallo accumularsi del terreno alluvionale e parte dalle arene addensate dal mare.
Non iscorgonsi più vestigia della città etnisca e, se ancor ne rimangono, sono sepolte a grande profondità dal terreno alluvionale. Le sole vestigia rimanenti d'antichità romana sono, al dire di Dennis (Etruria, voi. 11, p. 89), < alcuni avanzi di bagni e due colonne marmoree con capitelli compositi, appartenenti probabilmente al vestibolo di un tempio del secolo di Augusto >. Ma alcuni sarcofaghi di data romana e di squisito magistero con alcuni frammenti di statue si conservano, come abbiamo visto, nel Camposanto, del pari che numerose iscrizioni, fra cui la suddetta della colonia sui nipoti defunti di Augusto (1).
Purtus Pisanus. — È registrato nelXItìnerarìus Marilimus (p. 501) come distinto da Pisa stessa, da cui distava 11011 inen di 14 chilometri. Anche Kutìlio descrive il porto di Pisa come ancora assai frequentato ai di suoi e con commercio attivo, ad una certa lontananza dalla città; ma il luogo preciso del porto è assai controverso.
Il Oliverio ed altri lo pongono alla foce dell'Arno, mentre il Mannert e il Dennis vorrebbero trasferirlo nientemeno che a Livorno. Ciò non concorda con la distanza data dal suddetto Itinerario Marittimo. Il supposto più probabile è quello messo innanzi dal Targioni Tozzetti che l'antico l'orlus Pisanus era situato tra la foce dell'Arno e Livorno, ina assai più prossimo a questa città, presso l'antica chiesa di Sauto Stefano. La distanza consuona con quella Ae\ì: Itinerario Marittimo ed è certo da documenti niedievici che il Porto pisano — che serviva nei mezzi tempi di porto a Pisa quando era una grande e potente repubblica — era situato 111 quei dintorni (2). Avanzi romani furono anche rinvenuti in quel luogo ed alcune rovine che possono bene esser quelle di una villa detta Tritnrrita, descritta da Rutilio come vicina al porto.
V'ha ogni probabilità che il Porto pisano del medioevo occupasse il medesimo luogo del Portus Pisanus romano, che Paolo Diacono (llist. Lungob., vi, GÌ) dice che
(lj Queste iscrizioni furono pubblicate con un dotto ed elaborato commentario dal cardinale Nokis (Ci'iiolapìtiu l'tsuixt, Venezia UiSlj, del puri che dal Goni ilnscrijtt. Elrttriac, voi. 11, p. IO, ecc.) e l'Ut recentemente da HaI'bold [Moiuiiuentu hetjttlia, p. 17'.)} e dall'OnKLLl. (2) Takgioni-Tozzetti, Vinyiji in Toscana, voi. u, pp. 2-iù 2U1, ecc.