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   Fig. 60. — Pisa (Camposanto) : Arca sepolcrale di Pietro Ricci, arcivescovo di Pisa (da fotografia Alinari).
   corpi in forma di bambini afferrate dagli angeli e dai demonii e trasportate al paradiso o all'inferno. In allo, verso la destra, un angelo e un demonio sì contendono un'anima. Più oltre, a sinistra, un vulcano, probabilmente l'Etna, bocca, secondo la leggenda, dell'inferno. All'estrema sinistra Yeccbi eremiti che mungono una daina, colgono frutti, stanno leggendo ed osservando la scena al basso.
   L'Inferno si vede in lontananza nell'alto d'una roccia, donde escono fiamme e dove i demonii insaccano le anime dannate. É diviso in bolgie come VInferno di Dante ed attraversalo dal corpo gigantesco di Satana seduto in mezzo. Nelle bolgie superiori vedesi Ario senza testa, i simo-nisti con le budella fuori del corpo, Averroè attorcigliato da serpenti, ecc. Fu dipinto nel 4379 da Cecco di Piero e ridipinto nella metà inferiore variando le figure, nel 1530, dal Sollazzino.
   « In questa composizione, osservano i precitati Crowe e Cavalcaseli, noi troviamo ordine, simmetria e buona disposizione. Ogni parte è legala all'altra in maniera da formare un buon insieme. È una tragedia in azione, le cui scene sono unite e regolate con arte e buon successo. Le parti sono ben sostenute ed ogni figura ha nel gruppo il suo significato, come ogni gruppo ha nel dramma il suo posto ed una forza straordinaria di azione, spinta qualche volla fino ad un volgare realismo ».
   Accanto a questa allegoria è l'altro dipinto del Giudizio Universale con nel centro e in trono, entro una mandorla, il Salvatore in aspetto minaccioso. Alla destra la Madonna, in una mandorla anch'essa, che sta guardando pietosamente i dannati. Sopra e ai lati angeli coi simboli della Passione; più sotto gli Apostoli e, immediata» mente sotto il Cristo e la Madre, quattro arcangeli