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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272
l'Ii
l'arie Terza — Italia Centrale
dell'altare maggiore frammenti di un monumento di San Homuno, del Civitali; figura giacente del Santo in annadura e in rilievo Cristo che sorge dal sepolcro con due Teste d'angeli (1490).
Sa li l'Alessandro. — Piccola ma bella basilica la quale vuoisi risalga al secolo VII ma la cui
Lucca : Dettaglio delle finestre della chiesa di Santa Maria della Rosa.
prima menzione è delI'Xl. È una vòlta a colonne e senza crociera. La facciata è di marmo a colori con le solite arcate alternanti ; la parte superiore non contemporanea alla inferiore; la porta principale all'antica e il cornicione principale con teste. Nell'interno i fusti delle colonne marmoree furono tratti da varii monumenti antichi e i capitelli la più parte del secolo XI; piccoli archivolti su piastre di rame e finestre riccamente profilate, 'l'ulte le forme sono ancor longobardiche ma già con alcune deviazioni preludiami alla scuola toscana. Fu restaurata accuratamente dal Pardi ni (1831-1844). Michele Ridolfi dipinse la tribuna all'encausto.
San Salvatore. —In via Calderia, chiesa antica nell'antico stile pisano, mentovata dopo il 1140.
Nell'architrave della porta d'ingresso a destra, Banchetto del Re, rilievo del secolo XI ; nell'architrave della piccola porta d'ingresso, rilievo col Miracolo del sacerdote San Ni co tao, di Biduinus, conforme l'iscrizione circa il 1180, notevole per la rozzezza dell'arte e del latino poco prima di Nicolò Pisano. L'interno è una basilica a vòlta e a tre navate senza crociera e con abside diritta. Nella navata laterale destra, elegante edicola in marino, di Stagio Stagi circa il 1510. Dietro l'altare maggiore è zione di Cristo, ultimo lavoro di Zaccliia il Vecchio, di Lucca (1561), Santa Maria Corleorlandiui (detta anche Santa Maria Nera, a cui si va per via Negrini). — È del secolo Xll ed ebbe il nome dalle case (la Corte) che vi possedeva la famiglia Rolan-dinghi. Fu rinnovata nel 1187 da Guido (padre prohabilmente del precitato Gu ideilo costruttore del Duomo) e riedificata nel 1719, conservando però le tre absidi dell'antica costruzione in istile comacino. Nella porta laterale vedesi ancora l'arco antico coi leoni. All'altare maggiore l'^s-sunla, di Luca Giordano.
Codesta chiesa appartiene ai Chierici Regolari della Vergine, i quali danno opera all'istruzione ed educazione e non furono perciò soppressi.
San f Agostino. — Dietro piazza delle Grazie, edificata col campanile sugli avanzi del teatro antico. La chiesa fu riedificata nel 1324, soppressa a' di nostri e ceduta col convento all'Amministrazione militare. Dipinto di Gerolamo Rosselli rappresentante la Vergine e il Bambino coi Ss. Agostino, sua madre Santa Monica, Nicolò e Gerolamo.
Sanla Giulia (nel vicolo fra i palazzi Bernardini e Burla macchi). ¦— Fondata già nel secolo Vili, restaurata poco dopo il 1205 ed ornata nel 1344 di una facciala incrostala di marmo. Mothes, il vivente dotto architetto di Lipsia, fa risalire i lavori nella facciata occidentale all'anno 9G4. « Appartengono, dice egli, ai più perfetti di quei tempi e mostrano esattamente il punto sino al quale erano giunti allora gli architetti e gli scultori longobardi. Anche le sculture del timpano della porta son di quel tempo. La cornice del frontone e la finestra a sesto acuto son dopo il 1200 ».
Entro la chiesa è interessante un Crocefisso in legno dipinto, del 1208, con Evangelisti, Santi, Angeli e scene della Passione. Anche il presbiterio appartiene nelle sue parti principali alla primitiva costruzione.