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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parie Terza -- Italia Centrale
   veneralissimo Volto Santo di Lucca (Vultnm de Luca in latino medievico) a cui allude Dante nel xxi dell7»/cr»o in quei versi:
   M.i {Domon clic del ponte nvean covercliio Gridar: Qui non lia luogo il Santo Volto Qui si nuota altrimenti che noi Sere li io.
   É un crocefisso antico alto metri 2.47 scolpito da Nicodemo e, secondo la tradizione, giunto miracolosamente nel 782 a Lucca. È una lunga e magra figura vestita in veste pontificale rigida e scura; In corona fu aggiunta nel 1330 e rinnovata nel 1GG5 a spese del popolo; i belli ornamenti in oro figuralo son del 1381.11 Volto Smito non si espone clic il 13 e il 14 settembre e qualche altro giorno durante l'anno; ma si può vedere sempre col permesso dell'arcivescovo.
   Davanti all'ingresso del Tempiello pende da catene d'oro una lampada d'oro anch'essa del peso di 12 chilogrammi, lavorata da Pardi ni e Landi, volo della città per tener lontano nel 1836, il colera. Bellissima la porta in ferro dorato del Santuario.
   L'istoria del Volto Santo ò figurata in parte in un fresco di Cosimo Rosselli in cui un angelo apparisce nello sfondo a Nicodemo il quale vecìcsi poi sul davanti con un tronco d'albero in atto di sbozzare il crocefisso.
   Dirimpetto al Tempiello e rivolto all'altare maggiore è la statua di San Sebastiano, del Cavitali (l i83), con espressione serafica elle rammenta il Perugino. Secondo il Cicognara, il Perugino s'ispiro a questa statua nel suo dipinto posteriore di nove anni di San Sebastiano, ora nella tribuna degli Uffizi in Firenze. Perii lavoro del Tempietto e Sei San Sebastiano il Givitali ebbe in pagamento 750 ducali d'oro, un orlo con casa, loggia e pozzo.
   Il Tempiello fu bene ridotto al suo disegno originario nel 1838, togliendone le successive aggiunte barocche.
   Ed ora ci tenga dietro il lettore nel giro artistico che andremo facendo in questo Duomo monumentale di Lucca.
   A destra dell'ingresso, nel primo altare: Natività, di Domenico Passignano (1594); nel secondo altare, Adorazione dei Magi (1595), di Federigo Zuccaro ; nel terzo altare, Ultima cena, di Jacopo Tintorcilo (1591) con gli angeli soprastanti intieramente tizianeschi ; nel quarto altare, Crocefissione (1598), del predetto Passignano; nel quinto aliare, Risurrezione (1824), del Rido! fi da Lucca.
   Al quinto pilastro, a destra, Pulpito con superbi ornali del Rinascimento. delCivitali (1198). Dirimpetto, a destra, la sagrestia con pala di altare di Domenico Ghirlandajo rappresentante la Madonna in trono con allato sul davanti a sinistra San Pietro, a destra San Paolo e dietro
   ad essi a sinistra papa San Michele e a destra San Sebastiano, pittura granosissima; nella predella in cinque scompartimenti: Liberazione di San Pietro, Martirio di San Clemente, il Padre Eterno che depone Cristo nel Sepolcro, i) Martirio di San Sebastiano, Conversione di San Paolo; nella lunetta: il Cristo morto, sorretto dal Padre Eterno, mostra lo stile misto di Filippino e di P>olticelli ; nelle pareli quattro edicole gotiche col Padre Eterno e i Ss. Marco, Luca e Matteo ed a tergo Patriarchi e Santi protettori ' del Duomo.
   Il Tesoro del Duomo contiene fra le altre cose la cosi della Croce dei Pisani, vale a dire, lavorata da artisti pisani verso il 4420, crocefisso gotico d'argento doratodel pesodi 15 chilogrammi, alto 03 centimetri e i cimelii seguenti : lieliquia-rium di San Sebastiano; ììeliquiarimn di San Biasio; cassetta in cuoio montata in argento con rilievi dipinli della Vita di Cristo, dono fatto nel 1492 ; Evan geli ari um con legatura d'argento cesellato (1560). I libri corali, antifonari e graduali contengono numerose miniature del sec. XV, dei camaldolesi Don Giuliano Amidci di Firenze, Cliimenti di Padova, ecc.
   L'organo fu fabbricalo nel 1480 da Domenico di maestro Lorenzo degli Organi e restauralo nel 1792. La pila dell'acquasanta, nel pilastro di mezzo della navata transversale con teste d'angeli e fogliame, fu eseguila verso il 1413 da Jacopo della Quercia.
   Procedendo oltre nel Duomo nella navata tran-sversale destra all'estremità del muro destro ammirasi il bellissimo mausoleo di Pietro da Noceto (fig. 22), già segretario di papa Nicolò V, scolpilo da Malico Ci vi tali in cui all'eleganza e squisitezza dell'ornamentazione vuoisi aggiungere la figura del Noceto giacente, di una grazia e di una verità clic mal si potrebbe desiderare la migliore. Questo monumento è affine a quello del Marzup-pini di Desiderio da Settignano in Santa Croce di Firenze.
   Dirimpetto al monumento Noceto è la cappella del Sacramento con sull'altare due angeli inginocchiati (fig. 23) presso il tabernacolo, dello stesso Ci vi tali (1473-78), il quale condusse ancora l'insuperabile Altare di San Regolo (1484), un capolavoro ornalo da tre bellissime statue (San Regolo, San Sebastiano e San Giovanni) più alte del vero e tre stupendi bassorilievi ammirabili per la proprietà nelle figure e l'espressione dei volli (fig. 24). San Regolo era patrono del Duomo al pari di S. Martino: il suo altare fu per commissione del nobile Nicolò da Noceto.
   Il progetto ilei coro è lavoro di Matteo Cavitali (1475-1478): era stalo disfatto nel secolo XVII e i suoi elementi male impiegati altrove; venne felicemente ricoslituito e rimesso a posto nel 1887, esempio incomparabile di ornamentazione architettonica.