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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Terza Italia Centrale
   nella primavera e fasciandoli di lunghe, barbute e bianche filacce nell'estate. Segna solo 18 gradi cent, di calore, ciò che rende incomode le abluzioni e le immersioni. Ad iniziativa dell'ing. Carlo Tonelli, nel 1891 è stato costruito un elegante stabilimento balncario nel quale sono però stati messi moderni apparecchi di riscaldamento.
   2. Acqua di Monsone. E Monzone un altro villaggio a circa 12 chilometri a ostro di Fivizzano. Giace alla base settentrionale del monte Sagro, presso la continenza del torrente Lucido di Vinca col torrente Lucido d'Equi. La borgata dirimpetto a quella confluenza addiinandasi l'onte di Monzone. Vicino alla sponda sinistra del torrente Lucido, a 2 '/j chilometri dalla sorgente sulfurea, sgorga un'acqua minerale trasparente inodora e di un sapore leggermente salso, la cui temperatura è di gradi 12.50 con 2.09 % di sale catartico medicinale. Il motivo principale che impedisce a quest'acqua la conquista dei mercati è la rapida sua degenerazione nei recipienti di trasporto.
   Cenni storici. — I)i Fivizzano nulla si legge in documenti anteriori al secolo XIII, mentre sin dall'XI trovasi rammentato il vicino castello della Verrucola (fig. 13), convertito in monastero di Agostiniane dopo il 1587, il quale servì di nocciuolo alla terra. Fivizzano formò parte dei possedimenti dei marchesi Malaspina, che vi avevano zecca e vi battevano moneta. Nicolò, figlio del marchese Isnardo II, divenne lo stipite dei marchesi di Verrucola e Fivizzano ricevuto, nel 1401, in accomandita dalla Repubblica fiorentina; nel 1418 il giglio di Firenze fu posto sulle mura e sulle porte rifabbricate, e Fivizzano difesa dai Fiorentini contro i Malaspina dell'Aquila.
   Come e perchè Fivizzano diventasse poi diretto dominio dei Fiorentini è diversamente narrato. Che Fivizzano, morto senza eredi nel 1477 il marchese Spinetta Mala-spina, si desse alla sudditanza di Firenze, consterebbe da convenzioni delle quali è documento nell'archivio delle Riformazioni. Altri dicono che in quell'anno i Fivizzancsi uccisero i loro signori marchesi della Verrucola che avevano offeso l'onore di zitelle nobili, e che si mantennero in libertà fino al 1519, allora solo acconciandosi al dominio fiorentino. Così narra Bonaventura dei Rossi : ma egli stesso cita un testamento di Gabriele Malaspina del 1507 dove è detto che Fivizzano era stato sequestrato (lai Fiorentini sotto pretesto di risarcimento per spese di guerre e rimborso , denari prestati. Da tutto ciò è chiaro soltanto che il possesso di Fivizzano fu disputato dai Fiorentini ai Malaspina per molti anni: che la terra fu presa e saccheggiata nel 1431 dal Piccinino per il duca di Milano, nel 1494 dai Francesi di Carlo Vili, nel 1496 dai Malaspina e nel 1537 dagli Spagnuoli del marchese del Vasto.
   Fivizzano, per la sua situazione importante allo sbocco (li una foce dell'Apennino, ove passava una strada, fu cinto di mura prima (1418) dalla Repubblica fiorentina e poi da Cosimo I, nel 1540. Fece parte del granducato di Toscana sino al 1847, nel qual anno fu ceduto al duca di Modena, ad esecuzione del trattato di Firenze del 1844.
   Uomini illustri. — Molti ne vanta Fivizzano, e in varie facoltà, fra cui i seguenti. Nel secolo XIV: Giovanni Manzini della Motta, dottore in leggi, che visse alla corte di Gian Galeazzo Visconti e fu quindi al servizio del figlio Gabriele Maria in Pisa ove fece le veci di podestà. Nel secolo XV: i tre Onorati che stamparono, nel 1472, come dicemmo, le opere di Ovidio. Nel secolo XVI : Fra Zaccaria da Fivizzano che incuorò, con le sue prediche, i Fiorentini durante il celebre assedio del 1530. Nel secolo XVII: il Talentini, professore di medicina a Pisa e a Parma: i dotti canonisti fratelli Carlo e Giulio Sarteschi. Nei secoli XVIII e XIX: Domenico Datimi, professore di medicina all'Università di Siena e Costantino Battini, generale dell'Ordine dei Servi di Maria, professore di teologia all'Università di Pisa ed autore Ae\ì'Apologia dei secoli barbari.
   Ma la gloria letteraria principale di Fivizzano fu il conte Giovanni Fantoni (1755-1807), poeta col nome arcadico di Labindo, battezzato per la metrica etrusco Orazio dall'Alfieri, ma piuttosto per la facile vena e per le negligenze ovidiano; suo zio fu Ludovico Fantoni, diplomatico, erudito e poeta. Nò vuoisi dimenticare Emanuele Germi,