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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Massa
   13
   ospitò l'esercito dell'infelice Correlino, di che fu distrutta dai Lucchesi guelfi; ma riedificata più grande e più bella da (Jastruccio Castracani sul principio del secolo XIV7.
   Dopo molte vicende e molti cambiamenti di signorie dei marchesi propri), dei Lucchesi, l'isaui, Fiorentini ed altri ancora, i cittadini di Massa, per consiglio dei Fiorentini, elessero, t'8 dicembre del Miri, a loro signore fendale Antonio Alberico Mala-spina marchese di Fosdinovo. Suo figlio Giacomo comprò Carrara dai Fregoso di Genova; e il suo nipote. Alberico il, amico di Michelangelo, non lasciò, nel 1519, che una figliuola, por via della quale Carrara pervenne, nel 1520, all'illustre famiglia genovese dei Cybo. Sotto il costei figlinolo, Alberico 111, Massa divenne una città per essere ricinta di mura comprendenti ì luoghi aggregati intorno al castello: di questo recinto rimano una sola porta detta Mariana. Nel 150>8 Massa diventò la sede di un principato e sotto Alberico IV, nel 1GG3, di un ducato. Maria Teresa, figliuola dell'ultimo dei Cybo, recò, nel 1741, col suo sposalizio con Ercole Rinaldo, il ducato a casa d'Este, la quale però si estinse con lui stesso nel 1803.
   Le memorie della famiglia Cybo (pubblicate a Pisa dal Prosperi nel 1808) si possono considerare coinè il sunto della storia di Massa por quattro secoli e dimostrano che i Cybo in generale tennero un governo pacifico, paterno e favorevole alla prosperità locale, cui concorse anche l'immigrazione di nobili genovesi.
   Molte furono le vicende e le trasformazioni del ducato nel periodo napoleonico. Soppresso in prima, fu annesso al dipartimento del Orostolo, dipendente per conseguenza da Reggio Emilia; sorto poi 1 Impero, Napoleone l'aggregò al ducato di lami e Piombino e lo diede alla sorella, la principessa Elisa lìacciocchi; finché, nel 1809, ripristinò il ducato di Massa e lo conferì a Regnici', che divenne duca di Massa.
   Nel 1814 la Restaurazione addasse nuovi cambiamenti nel Ducato. Il trattato di Vienna del 9 giugno 1815 lo assegnò all'unica figlia dell'ultimo degli Estensi, il predetto Ercole Rinaldo, e dell'ultima dei Cybo, Maria Beatrice, vedova dell'arciduca Ferdinando, figlio dell'imperatore austriaco Francesco I ed al loro figliuolo Francesco IV il ben noto duca di Modena. La madre, quale erede dei Cybo, ebbe il ducato di Massa e Carrara, e il figlio, quale erede degli Estensi, il ducato di Modena. I due ducati rimasero disgiunti apparentemente sino alla morte dì Maria Beatrice, nel 1829. e nel medesimo anno il ducato di Massa e Carrara passò, per diritto ereditario, al suddetto Francesco IV duca di Modena, col quale ebbe comuni le peripezie nelle vicende del risorgimento d'Italia e la fine, nel 18a0,por la fuga del duca Francesco V all'in-noltrarsi dei Franco-Sardi in Lombardia. 11 ducato fu soppresso dal plebiscito e convertito nella presente piccola provincia di Massa e Carrara. Le vicende surriferite si rispecchiano nei nomi successivi di Massa del marchese, Massa ducale o ora semplicemente Massa di Lìntit/iana o lunense.
   Uomini ilhislri. — Primo fra i tanti è quell'Alberico Idi casa Cybo che fondò Massa Nuova, la dotò di pubblici edilizi e di una zecca e le diede un codice civile e penale, notevole pei tempi in cui fu promulgato. Nel secolo XIV vi nacquero: Giovanni Manzini, giurista rinomato, che visse lungo tempo alla Corte di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, ed Antonio Venturini, medico, filosofo ed uno dei primi promotori degli stillili anatomici.
   Fra il secolo XIV e il XV: lo scultore Palma e il pittore Ghirlanda. NeisecoliXVI e XVII, oltre parecchi pittori e scultori; Cosimo Farsetti, giureconsulto di grido; Antonio Farsetti, storico della sua patria ed un Brunetti, salito ad alte dignità politiche in Ale-magna. Nel secolo XVIII: G. B Pinna, Andrea Farsetti, Vittorio Catoni ; ma soprattutto Pier Alessandro Guglielmi, l'emulo di Ciinarosa e di Paisiello, maestro di cappella in San Pietro di Roma, autore di settantasoi melodrammi in musica, di cinque oratorii, messe e altre composizioni musicali: viaggiò acclamato nelle città principali d'Italia, a Vienna, a Dresda, a Londra ove accumulò una discreta ricchezza. Meritamente il