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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parie Terza — Italia Centrale
   Guidobaldo I suo figlio gli succedette col titolo di terzo duca di Urbino. Nel 1589 sposò Elisabetta figlia dì Federico Gonzaga duca di Mantova, donna di rare virtù. Datosi alla milizia, fu generale del re di Napoli, del duca di Milano, di Firenze. Servì poi Innocenzo \ III, contro Ferdinando di Aragona. Nel 1497, combattendo contro gli Orsini, fu fatto prigione a Rocca Soriana e fu riscattato con largizione spontanea di tutto il suo Stato, per 40,000 ducati.
   Nel 1502 In signoria dei Feltresclii, come quelle di altri principi, veniva abbattuta dalle armi di Cesare Borgia, il quale tingendosi amico di Guidobaldo il richiese di aiuto di soldati e di artiglieria per la espugnazione di Camerino. Il che ottenuto, invase invece lo Stato di Urbino e il duca dovette, travestito, fuggire a Ravenna e di là a Mantova e a Venezia. Ma non andò molto, che la rocca di San Leo, per segreti accordi, tornò in potere di Guidobaldo e questo fu come il segnale che tutti i popoli lo richiamassero e che egli, tornato da Venezia a Siuigaglia, ricuperasse tutto lo Stato. Seguì poi la battaglia presso Fossoinbrone tra le genti del Borgia e quelle, della lega ordita a Magione contro il Valentino, e quelle riportarono vittoria. Per tema di nuovi torbidi, Guidobaldo tornò a Venezia dopo di aver dato ordine che tutte le sue rocche, tranne quelle di San Leo e di Maiolo, fossero demolite. Borgia mandò a ristabilire la sua autorità m quei luoghi \ntonio del Monte San Savino, con istruzioni di concedere venia a quei popoli per la passata ribellione.
   Caduta la potenza del Borgia, Guidobaldo potè ricuperare il ducato. Nel 1505, essendo privo di prole, adottò per figlio e successore Francesco Maria della Rovere, nato da Giovanna sua sorella e da Giovanni Della Rovere, prefetto di Roma e signore di Siuigaglia ; tale adozione fu confermata da papa Giiilio.ll, zio del giovane Francesco Maria.
   (iiiidobaldo mori nel 1508 tra il compianto dei suoi sudditi. Fu principe virtuosissimo, protettore dei dotti ed il Rombo, il Ribbiena. il Castiglione e tanti altri ornarono la sua corte, onde Urbino fn appellata l'Atene d'Italia. In lui si estinse la famiglia dei Montefeltro e cominciò la dominazione dei Rovereschi.
   Francesco Maria 1 Della Rovere, nato in Siuigaglia nel 1190. fu così il quarto duca di Urbino. Presto venne in fama di eccellente cavaliere, sebbene gli storici lo abbiano tacciato di freddo e di irrisoluto. Capitano dell'esercito pontificio, combattè ì Veneziani, cacciandoli di Romagna. Essendo accusato dal cardinale degli Alidosi di non aver saputo difendere Bologna, il duca tanto se ne adirò che, avendo un giorno incontrato il cardinale por via nella città di Ravenna, gli si fece incontro e, con mi pugnale, di sua propria mano lo freddò. Giulio 11 fece processare criminalmente il nipote e ne usci sentenza che lo spogliava e degradava di tutte le sue dignità; ma di lì a pochi mesi lo assolse.
   Salito al trono Leonegravi imitazioni avvennero nello Stato, poiché quel papa volse l'animo a spogliare Francesco dei suoi Sti.ti, per investirne il proprio nipote Lorenzo ile' Medici. Nel 1510 pubblicò quindi un monitorio, nel quale molte colpe del duca, oltre l'omicidio del cardinale Alidosio, si enumeravano; e mandò l'esercito della Chiesa al coniando ihd nipote e di Lorenzo da Ceri, ad occupare quella provincia. Urbino e altre citta si dettero subito al pontefice, e ila ultimo San Leo fu preso per iscalata. Quindi il 1S agosto del 1517, Leone N investì solennemente Lorenzo de'Medici del ducato di Urbino. Ma nell'anno seguente Francesco Maria, raccolto in Mantova, ove erasi riparato, un esercito di oltre seimila combattenti, tra fanti spaglinoli e cavalleria leggera, guidata da Federigo Gonzaga da Bozzolo, mosse verso . suoi Stati e pose di guardia ad Urbino 2000 fanti, sotto gli ordini di .Iacopo Rossetto da Città di Castello, e facilmente se ne impadronì. Seguitarono fazioni dì guerra in altre parti del ducato ed all'assedio di Mondolfo Lorenzo de' Medici fu ferito al capo da mi colpo d'archibugio. Ma Francesco Maria, esausto di mezzi e di forze, dove cedere alla mediazione di Francia e dì Spagna e concluse una convenzione, per la quale cedette il ducato al