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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Pesaro
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   ne fu contrastato a Gubbio dai ducili di Spoleto, sotto Martino IV, ma con esito favorevole agli Eugubini. Nel 1349 s'impadronì di Pergola, Galeotto Malatesta. Nel 1354 il cardinale Albornoz confermò a Gubbio il dominio di Pergola dopo di averla tolta ai Malatesta, che più tardi la ripresero e la tenevano ancora nel 1408. Fu quindi il paese saccheggiato da Fortebraccio, sotto Martino V e, verso il 1435, se ne impadronì il conte Francesco Sforza, poi lo riprese, nel 1438 o 1439, Sigismondo Malatesta, cui lo tolse nel 1443 il cardinal Mezzanità, legato di papa Eugenio IV. Nel 1445 fu espugnato da Francesco Sforza e quando l'abbandonò, i suoi soldati vi fecero grande bottino, commettendo anche atrocità. In questa circostanza gran parte delle mura fu abbattuta. Verso il 1446 venne in dominio del conte Federico daMontefeltro; ina dovè cedere perchè assediato dagli Anconitani e, poco dopo, per spontanea dedizione, tornò all'ubbidienza dei Malatesta. Ripreso da Federico di Urbino, durante la guerra con Sigismondo Malatesta, ne fu da lui fatta ampliare e fortificare la rocca.
   Sotto il pontificato di Alessandro VI, Cesare Eorgia s'impadronì dello Stato d'Urbino ed occupata anche Camerino, fece prendere Giulio Varano coi tìgli Venanzio, tombale e Pietro ed ai 25 di agosto, con tradimento, li mandò nella rocca di Pergola, ove barbaramente li fece strangolare. Mentre Guido Ubaldo I riuniva forze e collegati per combattere il Borgia, questi ordinò alle sue milizie di ritirarsi a Rimini; ma per mancanza di difesa e infedeltà del castellano di Pergola, Uiehelotto Co reglia, capitano, colle sue genti vi entrò e la saccheggiò, ponendo guarnigione nella rocca. Rientrato Guido Ubaldo nei suoi Stati, potè riavere Pergola e la sua rocca, che fece poi distruggere; ed ì suoi pochi avanzi vedonsi nel sito più alto della città, detto appunto la Rocca.
   Sotto Leone X, volendo questi dare lo Stato d'Urbino al nipote Lorenzo de' Medici, fece legato della guerra il cardinal Dovizi da Bibbiena, il quale,nel 1517, mentre recavasi a Pesaro per evitare lo scontro col duca, saccheggiò varii luoghi, tra i quali Pergola, che dovette arrendersi per mancanza di soldati. Ricuperatosi dal Roveresco lo Stato di Pesaro e Urbino, Pergola ne seguì le vicende sino a che, avendo Francesco Maria II rinunciato allo Stato per mancanza di successione, Urbano Vili ne fece prendere possesso a nome della Camera Apostolica. Benedetto XIV, con Bolla del 17 aprile 1752, eresse Pergola in città, con tutte le prerogative, dichiarò la Collegiata concattedrale
   e confermò tutti i privilegi concessi da Urbano Vili.
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   La città, a 63 chilometri al sud di Pesaro, è fabbricata in piano, all'altezza di 290 inetri sul mare, al confluente del Cinisco col fiume Cesano, in sito di aria temperata e salubre. Le prime abitazioni che costituirono la città erano state cinte da mura; ma poi crescendo, col volger del tempo, la popolazione, gli edifizi si estesero attorno in vasti sobborghi. Buono è l'aspetto dei fabbricati. Il palazzo Comunale vuoisi eretto su disegni del celebre Bramante. La Cattedrale, dedicata a Sant'Andrea e a San Secondo martire, protettore della città, fu ammodernata e decorata d'elegante facciata, sotto il pontificato di Gregorio XVI, al quale fu eretto un busto marmoreo sopra la porta.
   Il territorio di Pergola è feracissimo, specialmente nell'ubertosa vallata del Cesano e produce cereali, viti, ulivi, pascoli e gelsi. Per ciò che riguarda le industrie, Pergola va annoverata tra le più manifatturiere della provincia., vanto che godeva anche nei passati secoli Oltre alle concie di pelli, alle fabbriche di feltri per cappelli, vi sono numerosi lanifici i cui prodotti, consistenti in panni, coperte e tappeti, sono molto accreditati. Le acque dei fiumi, tra i quali la città è posta, vengono appunto utilizzate per i suoi molti opifici.
   Uomini illustri.—Furono rinomati e valorosi guerrieri: Antonio e Leonoro dalla Pergola, Melchiorre, Bastardo Montami, Guido Torello, Francesco Uguccioni e il famoso Angelo dalla Pergola, allievo del grande Alberico da Barbiamo. Angelo fu luogotenente