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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415
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Parie Terza — Italia Centrale
L'interno del palazzo consisteva in un immenso salone che, nel 1671, fu convertito in Teatro delia Fortuna, con costruzione e meccanismo del celebre architetto fanese Torelli e con scenari disegnati dallo stesso Torelli ed in seguito altre scene dipinte da Ferdinando Bibienn.
Vedutosi il bisognod'ingrandirlo.vi fn aggiunto un voltone che lo congiunge, dalla parte destra, al palazzo Comunale. Era di legno ed in rinomanza Ira i più importanti tealrid'ftalia(fig. 121).
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Fig. 1:20. — Fano: Finestrone dell'e.x-Palazzo Comunale (da fotografia).
Nel 18 ili, interdettosene l'uso, pei pericoli che presenta va, si promosse la l'ostruzione. d'un teatro in muratura, che fu cominciato nel 1815, con disegni del cav. l'ideili, e terminato nel 1803. fili stucchi sono di Giuliano Corsini ila Irliiiio; le dorature dei frati Ili Fiorentini, i dipinti dei Liverani di Faenza. Il sipario, dipinto dal Grandi di Poma, rappresenta mi immaginario trionfo decretato dai Fane-i a Cesare Angusio, reduce dalla guerra contrn i Iteli e, clic viaggiando verso limila, visitava in l'ano l'arco onorario, le mura e gli edilizi da lui falli innalzare in questa città.
\litico palano del t'oninne,— Fh costruito in più epoche e vi ebbero sede i Malatesta, quali vicari della Chiesa. Caduti i Malalesla, l'io 11 ne fece dono al magistrato cittadino, del quale restò poi seni,>re in proprietà. La porta del voltone elicvi
dà accesso venne costruita nel 1401, essendo governatore e legalo della Marca Nicolò Cibo, genovese, nipote d'Innocenzo Vili. È di architettura bramantesca e sull'architrave lesesi:
IJhcìins Eeclcsìasliea Innocent. PP. Vili. Pont. Ihi.t.
K. Ardi. Afflateli. Cub.
Al secondo ripiano della scala sono infisse alcune iscrizioni antiche romane e varii frammenti che seguitano lungo il vestibolo. Da questo si accede al grande sabine, cui danno luce sei magnifici fincstroni a sesto acuto (lig. 125). Il palazzo pati gravi guasti, specialmcnle in seguilo al violento terremoto dal 11 al 18 marzo del 1874. Gli uffici furono trasportati allora nei locali dell'antica Università Nolfi.
A settentrione della corte del palazzo (fig. 120), sino dal dicembre del 1035 venne aperto un grande arco, chiamalo volgarmente il Voltone detta liegina, e ciò in occasione del passaggio per Fano di Cristina regina di Svezia, siccome è alle-slato dalla iscrizione tuttora esistente. Altra iscrizione trovasi presso l'arco, a ricordo del passaggio per Fano di papa Clemente Vili, reduce da Ferrara e diretto a limila.
Piazza Velili Settembre. — E di forma rettangolare ed assai vasta e ili recente vennero costruiti edilizi più convenienti, ma poco in armonia col grandioso prospetto del palazzo della lìnginne, ora Teatro della Fortuna. Dalla parte che fiancheggia il Corso è collocala la magnifica fontana pubblica (fig. 127), compiuta nel 157li. Ne forma principale ornamento ima bella statua della Fortuna, fusa in bronzo da valente fonditore di Sinigaglia, stallia clic decorava dapprima le scale del palazzo Gmmmalr. La statua posa su di un globo sonetto da quattro delfini marmorei, riversanti acqua in ima tazza, dalla quale ricade poi nel sottoposto bacino. In questo tro-vansi quadro leoni marmorei, dalle cui bocche escono pure copiosi getti d'acqua.
lincea Malatestiana. —All'angolo delle mura, dalla barriera alla porta di Marina, sorge la bella e solida rocca o fortezza, cominciata da Sigismondo Malatesta l'anno L138. Il maschio, che elevasi gigantee severo sugli spalti esili baluardi, fu aggiunti) nel 1152 e l'intera rocca fn compiuta Ire anni appresso, cioè nel 1155. La rocca è altresì protetta da ini baluardo, inizialo per ordine del cardinale l'arnese nel 1514 e compiuto sotto Giulio III nel 1550, con la direzione deH'arclii-tetto Luca da San Callo. La figura 128 fa vedere la lìncea Malatestiana ed il porto-canale ninnilo di banchine murate, ordinato dal papa Paolo V, per cui il porto fu detto anche l'orto Horghcse.