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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415
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Parie Terza — Italia Centrale
di Montefeltro. La città e territorio furono riavuti con capitolazione, nella quale, tra gli altri privilegi, il papa concesse alla città di continuare ad esser libera, a segno che fuvvi un tempo in cui battè persino moneta e nei patti Pio li la chiamò Urbs magna depotens. Governarono quindi in Fano i pontefici rappresentati da un governatore, meno il breve dominio del conte Sforza e quello di Cesare Borgia, che sotto Alessandro VI s'impadronì della città.
Nel 1487 i sobborghi di Fano furono quasi del tutto distrutti dai Turchi, allorché Boccolino da Osinio, essendosi impadronito del supremo potere della sua patria, chiamò in suo soccorso gli Ottomani. Da Giulio 11 la città venne chiamata repubblica, a cagione del privilegiato suo reggimento e coniò moneta d'argento sino al 1592, in cui fu innalzato alla cattedra di S. Pietro Ippolito Aldobrandino nato a Fano da Silvestro insigne giureconsulto, il quale assunse il nome dì Clemente 1*111.
Sotto Paolo V fu aperto e purgato il porto di Fano, detto perciò Porto Borghese, donde provennero vantaggi all'annona del Piceno, dell'Umbria e della Romagna. In seguito la città ebbe a soffrire enormi danni da parte di pirati e di barbareschi e, nel 1799, un improvviso sbarco di Turchi fu fatale agli averi e alle persone.
Xel 1797 fu innalzato anclie in Fano l'albero della libertà,quindi i Danesi inviarono deputati a Milano, pei* essere dal Direttorio incorporati al dipartimento dell'Emilia, ma vennero invece uniti ad Ancona per formare più tardi, sotto Napoleone, il dipartimento del Mei auro.
Xel 1815 Fano, caduto Napoleone I, tornò sotto la dominazione pontificia, dopo la breve reggenza di Gioacchino Murat. Anche questa città, nel memorando giorno 12 settembre 1800, accolse le milizie del re \ ittorio Emanuele II, aggiungendosi così alle altre città italiane per la costituzione dell'Italia una e indipendente.
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Giace la città a DI chilometri a sud-est di Pesaro, su di un piccolo ripiano che tocca il mare Adi iatico e si allarga dal Mctanro, a levante, al torrente rivalla a ponente. A sud-ovest essa è coronata di elevati e ridenti colli, tra i quali primeggia monte Giove (221! in.). È recinta di mura e torrioni, nelle quali apronsi le porte: Augusta, poi Maggiore, ora Mazzini; del Castello, quindi San Leonardo, ora Cavour; 1 Vngelica o Giulia, ora barriera Vittorio Emanuele, e la Manna, oggi Garibaldi. Queste due ultime furono aperte in sostituzione di altre due antiche dette l'ima di San Giorgio, chiusa nel 9(12, l'altra di San Marco, munita nel KÌ78. Sull'alto delle mura gira, per quasi tutta la loro periferia, una larga strada, che serve pure ad uso d passeggio.
Fuori della città si aprono popolati sobborghi, e sono notevoli i viali Mazzini clic costeggiano il canale, aperto nel secolo X\ Il a spese del Comune, per condurre le acque del Metauro al Porto, presso al quale esse formano la cosidetta Cascata detto Liscia.
L'interno della città è regolarmente costruito e sonvi una vasta piazza al centro, e vie spazioso e rette, tra le quali primeggia il corso Vittorio Emanuele, quelle Nolfi, dell'Arco di Augusto, di Montevecchio e Garibaldi, già Postema. Come dicemmo nei cenni storici, gran parte degli edilizi romani fu distrutta nel saccodato alla città dai Goti. E perirono così la Basilica, il tempio della Fortuna ed altri monumenti insigni.
llasilira — Fu falla innalzare por ordine di Angusto dall'architetto Vitnivio ed era lunga 12<> piedi, larga 00,41 elevavasi sopracolollBe dì marmi preziosi, leipiali in gran numero parimenti reggevano i portici del recinto, larghi 40 piedi 1 tradizione che sorgesse nell'area ove ora £ il monastero di San Daniele e del Teatro o, secondo altra versione più probabile, dove è la chiesa di Santa Lucia detta di Sant'Agostino, monumento ilei tempi ànlichì che conservi la città
Triti pia della l'urlìi na. — Non ne avanza vestigio di sui la e ne parla lo slesso Vilrtmo. Cre-desi clic venisse edificato dopo una sconfitta dei lìalli, presso il Metauro, dai Honiani vittoriosi, che viillero rendere tale cullo alla protettrice dea della Forluna. È lucerlo il luogo dove sorgeva il tempio.
Arca di \iipsto (figg. 110-117). — L il più bel