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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   41-2
   Parte Terza — Italia Centrale
   sfttTIln di legno, il lacunari, nelle, quali sale ee-lehravansi i consigli della llepiihblica.
   La costruzione dell'insigne edilizio era gene-ralinonie ,'iltrihnìla al lirinianle : altri scrittori fecero nitlrilelB della faldirica Piaccio l'onlelli. Ma le dotte e diligenti ricerche del cliiarissiino pi'uf. Antonio Ciaiiamlrea hanno ineoutesiahil inclite provato, che autore ne fu il eelelirc ingegnere militare 1 ! iiiiccsrn ili Giorgio Martini da SieBL Alla metà del lavoro non si ginnse che. entro I alino I i'.ll onci primi mesi del I4UR. Nel l~>K) comincio una nuova serie di lavori che i ignardavano specialmente la parte tloifirffliva deiriuterno dell'edili/iii. Le pitture liirono eseguite ila Pietro Paolo \galnti da Sassoferrato, ma è deplorevole che 11011 ne rimanga pili alcuna traccia.
   L'antica Ione, come diremmo, minò, e solo nel 'Itlfti Alessandro \ll ordinò che venisse ricostruita, decretando elio la ilaniera Apostolica concorresse nella spesa con la somma di lìOOO scudi. Ma non potendo il Connine spendere di più. la cosini/ione limase al solo primo ordine, come ora »i vede.
   Nel ITiSG il palazzo pubblico l'n cedi!io ai governatori poiitilici istituiti l'anno precedente ila papa Sisto V. I cominci;irono allora danni e iatture per il palazzo, venendone allenita la disposizione interna, massime per adattare la maggior parie del piano superiore ad uso di prigioni furono ampliate o risi rei le camere, dislrnlli sof-lilli, dato di bianco a pitture e scolture, si chiu-
   sero i loggiali. Alenili restauri furono falli in questi ultimi tempi, ed il Governo dichiarò il palazzo monumento nazionale.
   Teatro IVnpdesi. — La proposta per nn decoroso e slahile tealro fu, per la prima volta, fatta alla nobiltà di .lesi dall'architetto e pittore Domenico Valori sullo scorcio del 1727. Onaltto anni appresso il tealro era già coslruilo, e. dallo sleinma della città fii dello Teatro dei Lame. Ma il teatro era incomodo e poco sicuro, di guisa die, sui primi del J7'.H>, alcuni nobili e ricchi, unitisi in società, deliberarono di fabbricarne un altro da chiamarsi, come si chiamò, della CmennMà, Fu costruito nel luogo allora chiamalo il ìhmtirnzin, dietro parere favorevole, emesso dalla t'.oinuiiilà, nella sedut;i del 27 febbraio 17®. Fu invitato a farne il disegno l'architetto Francesco Maria Ciaralloni. di l'ano, e questi presenlò il progetto che da l'io M li dato ad esaminare a Cosi ino Morelli, architetto pontificio, ;i quale vi portò varie correzioni.
   Nel 17® il teatro, per ciò elle riguardava I opera muraria, eia intieramente compiuto. L'anno medesimo, I architetto Ciò. \ntoiiio An-lolini disegnò gli scampai limoliti delle pitturi! da farsi nella vòlta, coll'assistenza dei pittori milanesi l'elice Mani e (.nolano lìarUdani. Il primo esegni nella vòlta le favole di Apollo, ove riuscì fe.lireinenlc nell'espressione e nel colorito. l'artista jesino Giovanni Onaijiardi esegui le. dorature, ira le quali notevoli quelle della cosi detta sala regìa. Il teatro venne inauguralo nel