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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415
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Parte Terza — Italia Centrale
parte dello stesso mare, con facoltà di potervi navigare e pescare. Nello stesso anno Sauseverino soccorse Jesi contro i Guelfi d'Ancona che facevano scorrerie. Nuova pace fu concordata per opera del medesimo Girardo, nel 1308, tra Jesi e Fabriano, Mate-lica e Sanseverino. Nel 132G rinnovaronsi le turbolenze tra Jesi e Fabriano, per aver questa assediata Morra. Tana, allora signore di Jesi e capitano della Chiesa, vi accorse e con l'aiuto dei Malatesta liberò quel castello dall'assedio. Vilipesi e sdegnati i Fabria-
battaglia e benché superióri di forze, gli Anconitani pur dovettero cedere al valore delle anni nemiche e lanciarono sul campo più di 5000 tra fanti e cavalli e 1000 prigioni furono portati a .lesi. Gli .lesini donarono gli stendardi dei vinti alla città di Osiuio, che avevali aiutati nell'impresa.
Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, grande fautore di parte ghibellina, aspirando alla sovranità d'Italia, strinse lega con molti Comuni di Toscana e della Marca e vi concorse altresì Forno da Jesi, in seguito a che successe un grande combattimento col rettore di Macerata, vicino a San Lorenzo in Campo.
Eletto re dei Romani Lodovico il Bava rei, ardente fautore dei Ghibellini, creò diversi suoi vicari in varie città dello Stato ecclesiastico e, nel 1342, fece vicario di Jesi Nicolò Iioscareto e, crescendo in città le turbolenze, il Uoscareto strinse lega con gli Smeducci signori di Sanseverino, cogli Scala conti di Itetorsio e cittadini di Jesi. Fu eretta indi tma torre merlata presso Santa Maria Nuova, a difesa della città stessa e divampando vieppiù l'odio tra i Guelfi e i Ghibellini le strade furono persino attraversate con grosse catene di ferro.
nesi assediarono, l'anno seguente, il castello diFornoli; ina furono nuovamente sconfitti da Tano, che di nuove gloriose imprese rifulse allorché Jesi fu assalita dal capitano Lippateo di Osimo. Sotto di lui pure gli Jesiui aiutarono il cardinale Giovanni Gaetano Orsini, legato della Marca per Giovanni XXII, contro i Ghibellini diOsimo, Fermo,Urbino e Fabriano. I Ghibellini, nell'i marzo del 132S, capitanati dal contedi Chiaramonte, siciliano e d'intelligenza con gli Jesini, assediarono la rocca e s'impadronirono della città, l'ano, preso alla sprovvista, si rese dopo tre giorni ed il conte fe-cegli mozzare il capo, come nemico e ribelle dell'Impero.
Fig. 2ó. — Jesi: Torrione a sinistra «li porta Valle (da fotografia Caiu.om).
Sorsero dopo non molta tempo divergenze e inimicizie tra Ancona e Jesi e i cittadini di questa città, uniti con gli Osimani capitanati da Federico da Alontefeltro, portaronsi ad assediare Camerata castello di Ancona. Si venne a fiera