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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   41-2
   Parte Terza — Italia Centrale
   l'attuai fabbrica Martelli. Dei pilli pari, o preparatori di pelli, parlano gli statuti del 1415 e le riforinanze dell'anno 1446. Nel 1885 le concerie erano quattro ed impiegavano 50 operai, costituendo una discreta fonte di lucro per la città.
   Antica è pure l'industria dei cappelli e nel documento di nomina di Orso Orsini a podestà di Fabriano, l'anno 1278, fatta dai capi delle arti, leggonsi i nomi di Ugo-Iinclli ed Egidio di maestro Ramai di, ch'erano in quell'anno capitani cappellariorurn. Tre sono le fabbriche ora aperte e la produzione viene esitata in tutte le Marche, nell'Umbria e nella Romagna.
   Anche l'industria delle terraglie ebbe sviluppo in Fabriano, a cura del cav, Antonio Ronca, il quale, nel 1834, impiantò una fabbrica nell'ex-convento delle Cappuccine, per stoviglie di maiolica ad imitazione di quelle di Tollenza e poscia iniziò la lavorazione in terraglia ad imitazione delle fabbriche di Pesaro. Nel 1895 le fabbriche erano quattro, di proprietà delle ditte Monti, Miliani, Del Frate e Corsi, ed i prodotti vengono venduti nelle Romagne, nelle Marche, nel Napoletano ed anche in Toscana. Sonvi poi due fabbriche di stoviglie ordinarie, inferiori però a quelle di Castel Raimondo e delle Fratte di Perugia, a cagione della minor bontà dell'argilla.
   Ricorderemo da ultimo le fornaci da gesso, l'opificio da rame, le fabbriche di laterizi, delle quali due a fuoco continuo. Grande sviluppo ha avuto in questi ultimi anni l'industria della fabbricazione della calce e cemento idraulico, che si producono in quattro opifici. Meritata rinomanza Ira saputo acquistarsi la fabbrica di acque gassose, vini e liquori del cav. Pasquale Montini.
   Il territorio fabrianese è fertile di vini, olii, cereali, canapa, Imo, erbaggi e di frutta. Pascoli abbondanti e allevamento di bestiame.
   Uomini illustri. — Allegretto Nncci o di Muzio, nato circa l'anno 1306, discepolo di Francesco Tic e maestro del sommo Gentile, perfezionò la pittura del suo tempo e dipinse con lode a Firenze, a Venezia ed in patria nel chiostro di Santa Lucia e in quello del monastero di Sant'Antonio abate; Angelo di Meo Cartaiolo, discepolo di Gentile, lavorò con molta lode la icona dell'aliar maggiore della chiesa di Santa Lucia.
   Antonio e Federico, capitani insigni, segnalatisi per prodìgi di valore all'assedio di Fiesole (1010); Argentino (liulio, valente giureconsulto (1508) e commentatore delle opere del celebre Alessandro Tartagli! da Imola ; Arniannino Giudice, celebre per la amicizia di Dante, fu podestà di Matelica nel 1320 e coprì alte cariche in patria; Bastali Bernardino, castellano di Perugia, custode del Castel Sant'Angelo in Roma, guerreggiò con molto valore contro gli Spaglinoli e morì nel 1573; Battista Domenicano, eccellente filosofo e teologo, lettore di metafisica e teologia nello Studio di Padova; Becchetti Giovanni, agostiniano, scrisse sopra Platone e compose dieci libri sull'AV/ca di Aristotile, otto sulla Politica del sommo Stagirita, quattro sopra la esposizione degli Evangeli ed altre opere; Benigni Benigno, rinomato dottore di leggi ; Benigni Francesco, valoroso capitano sulla galera di Alessandro Mofosini; morì nel 1622; Bittonf Bernardo, rinomato organista, sommo violinista e compositore; Bocco, fondatore della pittura fabrianese; Braccini Michelangelo, segnalatosi alla presa di Castro, all'assedio di Candia, sotto Francesco Morosini: rimasto prigione dei Turchi fu riscattato mercè la Somma di 1500 scudi romani nel 1651-, morì nel 1680; Camillo dì Francesco, con trecento concittadini difese strenuamente Firenze, Stretta dalle armi di Gian Galeazzo Maria Visconti: caduto in un agguato, morì con universale compianto dei Fiorentini: Casini Gian Battista, nel 1797 leggeva filosofia in Fabriano e fu versatissimo nelle scienze fisico-astronomiche, morì nel luglio del 1817; Chiavelli Alberghetto I, proclamato signore di Fabriano il ili delle l'alme del 1317: agli stipendi di Carlo e Roberto d'Angiò, di Lodovico re d'Ungheria, duce di nulle fanti fabrianesi si trovò a venti fatti d'arme e ne uscì sempre vincitore ; Chiavelli Alberghetto II, dedito agli studi, amante dei dotti, raccolse una pregevole biblioteca, in parte distrutta dal fuoco nel 1135, in parte