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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415
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I'nrle Terza — Italia Centrale
da Tolentino, con gloria di Angeli. Sopra la porla, presso a questa cappella, Gregorio Preti dipinse il Figlhiol prodigo inginocchialo i/maini al padre.
Nella sagrestia è una tavola di Biagio Pu-pini, condotta nella prima maniera di Raffaello, rappresentante la Vergine col Bambino, in Lasso San Giovanni Ballista e Sant'Antonio. Reca la data 1545. Nel basamento sono Ire quadretti: col Battesimo di Gesù, la Visitazione, Sani'Antonio che esorcizza un ossesso. Gli affreschi della stessa sacrestia sono di scuola fabriauese, ma assai deperiti.
Nelle Camere del Sagrestanato di San Vcnanzo si ammirano le seguenti opere d'arte, giusta l'indicazione datarie dal prof. Oreste Marcoaldi: la-vola a fonilo d'oro, rappresentante il Salvatore e Sun Venanin martire, opera di Nn/.io Allegretto, del secolo XIV. Altra tavola, a fondo d'oro, dello stesso pittore e rappresentante i Santi Giovanni Evangelista e Antonio Abbate. Polittico a cinque scomparti gotici, con la Vergine e il- Bambino, in mezzo il Redentore, San Vcnanzo, San Giovanni e mi santij vescovo. Limetta in tavola, rappresentante la Deposizione dulìa Croce, con Angeli genuflessi recanti gli emblemi della /'(iasione, opera di scuola fabriauese del XV secolo. Altro polittico, opera di Allegretto, rappresentante la Vergine e gli Evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
San Filippo. — Ebbe in origine il titolo dei Santi Giuseppe e Francesco, e nel 13 IO era vi annesso ini ospedale per le pupille povere. Nel 10-28 venne trasformala in oratorio di S. Filippo.
Santa .Ilaria del Una» liesìi. — Imi eretta nel 1 i.>(3, allorché venne fabbricato il Brefotrofio. Nel luogo ad essa chiesa annesso, e comune-
mente appellato del Buon Gesù, era anticamente l'Arciconfraternita del SS. Sacramento o della .Madonna, istituita l'aiuto 1540 e che aveva pure scopo di beneficenza. Gli affreschi di questa chiesa sono del lìoscoli.
San Giacomo Maggiore. — Edificala nel 1388 e conceduta nel 1427 a Santa Maria del Mercato. Gli affreschi di questa chiesa sono del Do-iiiiziani che li eseguì l'anno 1550. Gli stucchi sono del pesarese Marco Guidagnoli e la statua di San Giacomo Maggiore è del Selva.
Sanla Lucia. — Credesi fondala, insieme al convento, da Guido Chiavelli ed ampliata dal ne-pole Tommaso, il cui corpo venne quivi sepolto nel 1409. Fu poi ingrandita nella metà del XIII secolo. Fu priore di questa chiesa il celebre Sant'Antonino, arcivescovo di Firenze.
La chiesa è comunemente appellata di San Domenico (tig. 20), perchè data ai PI'. Predicatori nel principio del XV secolo, per cura del cardinale Napoleone Orsini, legato della Marca.
Nella sagrestia sono da osservare cinque affreschi di Angelo di Meo Cartaiolo, fabriauese, vissuto nel XIV secolo, rappresentanti Sant'Arsenio e compagni, il Transito ili Muria,la Donna ih Babilonia, secondo la descrizione dell'Apocalisse, la Vergine col Bambino e la Croce fissione, con ligure allegoriche. Nella chiesa è una tavola culla Vergine e il Bambino in grembo, dipinta da Fraiieescnccio ili Cecco, della scuola fabriauese (1359). Una tela dipinta dal Doiniziani, che vi rappresentò la Vergine col Bambino, San Francesco e San Giacinto, reca la scritta : Domitia-nus Ihmiliaiiis pingebal \lllXGV.
Bella è la porta laterale, ricca di ornati, fatta costruire dai Chiavelli nel XIV secolo. È il solo avanzo che resti dell'antico tempio.
Tra gli altri edifizi pubblici sono da ricordare i tre palazzi che prospettano sulla ¦Ila piazza Vittorio Emanuele (lig. 1S), nella parte più nobile della città:
bella piazza
Palazzo già Governativo. — Fu edificato nella meta del XII secolo e vi ebbero residenza i podestà della terra, poscia i governatoli prelati, indi i governatori laici pontifici. Secondo la tradizione fu costruito (piale monumento e simbolo della concordia stabilita tra i cittadini, cessate che furono le intestine discordie, congiungendo questo palazzo i due quartieri, già nemici, di Castelveccliio e Caslelpoggio. La leggenda narra altresì che sotto l'arco scorresse un rivolo, che formava il confine naturale dei due colli.
Il palazzo posa sii ili questo arco a sesto acuto, di grandioso aspello, di linea elegante e solida, ed in origine era fiancheggiato da una forte e alta torre, caduta nel 1183. Dall'opposto Iato asccn-(1 èva si per una scala, totalmente scoperta, ed in basso, da questo medesimo lato, sono le prigioni ^ostruite, per ordine del Commissario, nel 1106,
secondo rilevasi dal libro xx delle liifonnanzc. Le carceri per le doiiucenmo, nel 1188, iu fondo alla ricordala torre. 1 n restaurato nel 1741, sotto Benedetto XIV, e nel 1782 sotto il pontificato di papa l'io VI. Varie epigrafi ili prelati, governatori e podestà, che erano affisse nei muri del palazzo, furono distrutte sotto la repubblica del 1799.
l'alano Municipale. — Il palazzo a destra del precedente, già Corte dei Chiavelli, signori di Fabriano, incamerato nel l i 19 da papa Nicolò V, vale a ilice 14 anni dall'eccidio ili quei signori, e poscia conceduto da Leone X alla famiglia Cibo, fu da questa venduto per lire 0384 alla Comunità la (piale ne prendeva possesso l'anno 1547, destinandolo a resilienza del Magistrato. La facciata venne restaurata ed ornata liei 1090, sotto la direzione dell'architetto Antonio Antonini da Collamato.