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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I'nrle Terza — Italia Centrale
   unitamente agli 0 strani, è ricordato da Plinio, nell'emuli orazione ch'egli fa delle città umbre (N. IL, in, 114). Tolomeo colloca Suasa nel territorio dei Galli Seiioni, nel declivio nord degli Apennini (ni, 1), ed altra menzione ne abbiamo nel Libro delle Colonie (ii, p. 257 L.), laddove è fatta la descrizione del Piceno.
   La località ove sorse Suasa, nella valle cioè del Cesano, presso Castelleone, a circa 23 chilometri dall'Adriatico, è confermata non solo dai monumenti epigrafici ivi tornati a luce; ma dagli stessi ruderi dell'antica città, i quali, sebbene oggi per la massima parte scomparsi, esistevano però in gran numero, come le mura, la porta ed il teatro, al tempo del Cluverio, che li descrisse nella nota sua opera (Ital., p. 020).
   Dalle iscrizioni sinora raccolte (cf. Corpus Inscriptìonum Latinarum, xi, 914 seg.) rilevasi pertanto, che la città fu detta anche Suasa felix e che appartenne alla tribù Camilia. Fu municipi® romano, al quale erano preposti duoviri e poi seviri. Tra i sacerdoti è menzione degli auguri e di una sacerdotessa della diva Augusta, al tempo di Claudio. Pare che la distruzione di Suasa avvenisse al tempo di Alarico re dei Goti.
   11 paese sorge su di una collina (214 in.), presso la sponda destra del Cesano, e componesi di buoni fabbricati, cinti di mura, tra i quali è notevole il palazzo Albani Dell'antica città vedonsi ora gli avanzi del Circo o Antiteatro, di forma elittica, lungo 9(5 metri e largo C4.
   Il territorio ili Castelleone è fertile di cereali, vino e frutta. Costituisce una specialità del paese la coltivazione dei \ ivai di piante d'ogni genere, che vengono, a preferenza di altri, ricercati e che sono posti in commercio anche sulle piazze di Romagna, dell'Umbria e degli \bruzzi.
   Coli, elett. e Dioc. Sinigaglia — P2 locale, T. a San Lorenzo in Campo, Str. ferr. a Marotta.
   Ostra Vetere (3310 ab.). Cenni storici. Prima ili narrare delle vicende dell'antichissima città di Ostra, è necessario premettere brevi notizie sul nome attuale di questo Comune e su quello del Comune di Ostra, di cui dovremo occuparci a suo luogo, descrivendo l'odierno manda mento omonimo.
   Sino dal 21- novembre del ls(!2 il Consiglio comunale di Montalboddo deliberava di cambiare la denominazione sostituendo quella ili Ostra, cioè della vetusta colonia romana, che sorgeva stilla sinistra del fiume Misa. Il Comune di Montenovo, venuto a cognizione della cosa, ricorse al Ministero dell'interno, nel novembre del medesimo anno 1802, dimostrando come non al Comune di Montalboddo, bensì a quello di Montenovo, e per ragioni storiche e topografiche, spettasse la denominazione di Ostra. La regia Prefettura di \ncoua tentò di non ilare corso a tale pratica, anche a scanso ili animosità che facilmente sarebbero sorte tra i due Comuni contendenti. Ma nel 1881, tornandosi dal Comune di Montalboddo sull'argomento, si ottenne da quei cittadini un regio decreto che autorizzava il Comune di Montalboddo a cangiare il nome in quello di Ostra. Si protestò allora dai cittadini Montenovesi ed il Consiglio comunale unanimemente decise di emettere legale protesta al Ministero dell'interno, cui fu notificata il 30 luglio del 1881, presentando in pari tempo una Memoria storica in cui erano raccolti tutti i documenti valevoli a comprovare il diritto esclusivi di Moiitenovo ad assumere la denominazione di Ostra.
   La lunga vertenza ebbe termine nel modo seguente: a Montalboddo, che già aveva ottenuto il regio decreto pel cangiamento del nome in quello di Ostra, rimase questa seconda denominazione, e al Comune di Montenovo fu sostituito il nome di Ostra Vetere, noti solo perchè in questo territorio ebbe realmente sede l'antichissima città, ina per distinguerla ancora dalla nuova Ostra, per lo innanzi detta Montalboddo.
   Ostra (*0