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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Ancona
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   Cliiaravalle di Castagnola. Questa abbadia adunque, una delle più antiche elio siansi fondate nel Piceno, ripéle la sua origine da Teodolinda, regina dei Longobardi, verso il secolo VII, che rimasta vedova di (risulto, suo secondo marito, ediiicò il monastero di Castagnola alla riva del fiume Esino.
   Però molti secoli decorsero dalla venuta dei monaci alla vera e propria origine del paese. Le leggi monastiche e le Cisterciensi specialmente proibivano rigorosamente di fabbricare monasteri prossimi alle città, o ai borghi, e queste stesse leggi, approvate dai sommi Pontefici, furono stese anche alla proibizione di fabbricare case vicine ai cenobii, come rilevasi dalle costituzioni di Adriano IV, Urbano III e Celestino V, minacciando la scomunica a chi entro i limiti d'un miglio fabbricasse vicino ai monasteri. Nel 1500 circa, venendo a mancare a poco a poco il numero dei monaci e tale diminuzione essendo anche cagione che le terre non fruttassero in ragione della loro prodigiosa fertilità, concorsero perciò alcune genti a coltivar l'abbadia ; alcuni sotto il titolo di Enfiteuti ed altri, che erano i più, di Mercenarii giornalieri. Componevano questi alcune capanne con paglia e fango onde ricoverarsi alla notte dalle intemperie, e questi tugurn hanno poi dato il nome a due strade, le quali il volgo, tenace alle tradizioni, chiama ancora oggidì col nome di Capanne. Cominciava così l'abbadia ad essere popolata da pochi agricoltori, e i Commendatari, che eransi allora resi padroni assoluti della Badia, fabbricavano le prime case pei loro ministri.
   Verso il 1G07 il paese contava già circa 400 persone. Ma l'aumento più notevole avvenne circa il 1723, sotto il commendatario Corsini. 11 diritto di immunità che godeva l'abbazia e la circostanza d'un commendatario, potente oltre ogni credere, qua! era il Corsini, fecero sì che gli emigrati dai paesi vicini vi cercassero un asilo e concorressero a formare il paese. Qui il buon abate non solo ricevevali con amorevolezza, ma accordava loro tanto spazio di terreno da fabbricarvi una casuccia od una capanna. Questo buon Porporato tenevali non pertanto in uno stato di abbiezione ; difatti la civiltà, che ai giorni nostri tanto distingue i Chiaravallesi, popolazione amabile, docile e pacifica, non ebbe principio che dopo il 177J . Allora le terre furono ridotte a tale da fruttificare sei volte più che non per lo passato e ciò avveniva dall'arginare il
   fiume, disseccare alcune terre paludose e col migliorare l'agricoltura stessa.
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   Chiaravalle trovasi nella bassa vallata dell'Esilio, presso la sponda sinistra del fiume e a distanza di chilometri 6 dalla sua foce nell'Adriatico. Il paese, sebbene non presenti per sè stesso nulla di eccezionale in fatto di belle arti, pure ha di notevole l'Asilo infantile, il Teatro, di grazioso ed elegante disegno, e la chiesa parrocchiale, detta Santa Maria in Castagnola. Questa chiesa fu terminata nel 1172, come ne fa fede una lapide posta sulla porta, nell'interno del tempio e che suona così: Anno Domìni edificata MC LX XII. 11 tempio è formato a modo di croce latina, d'architettura gotica o, a parlar più strettamente, d'architettura crociata rispondente al decreto dei Capitoli generali dei Cisterciensi che dovevano ridurre le chiese nelle quali ufflziavano allo stile cosidetto Crociato e che avessero il presbiterio all'oriente. Difatto il tempio non presenta che un continuo incrocicchiamento di archi e di cordoni, che dal pavimento ascendono sino alla vòlta della chiesa, la quale sembra posare tutta sui sei grandi archi che la separano. Questi sono acuti e posano sopra colonne poste ili quadrato nei pilastri che dividono la nave grande dalle due minori. È illuminata da ventiquattro finestre prolungate e simmetricamente disposte sopra gli archi tanto della maggiore che delle minori navi, eccettuate le tre grandi, rotonde, a modo di stella che si scorgono nelle facciate orientale, settentrionale ed occidentale, non vi apparendo vestigia alcuna in quella di mezzogiorno, come d'architettura più antica. L'occidentale, assai più grande delle altre, è composta di tanti specchi, divisi da colonnette di marmo, che, dalla
   134 - ùju l'airia, voi. III.