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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Ancona
   il
   t'ig. 12. — Ancona: Fontana delle Tredici Cannelle (da fotografìa).
   asilo alle galere dei barbari, che venivano a predare in questo mare e nelle prossime spiagge, uomini e ricchezze.
   Due ingressi mettono alla caverna, volto l'uno ad oriente, l'altro a settentrione. Quest'ultimo è il principale e per esso vi si entra in barchetta un buon tratto, finché gradatamente, diminuendo l'acqua e formando spiaggia, si può discendere in mezzo alla ghiaia ed ai ciottoli La direzione della grotta coincide quasi col meridiano magnetico, meno una deviazione, alquanto considerevole, nel punto in cui comincia a restringersi. La sua lunghezza òdi circa70 ni. Ilprimo tratto, o ingresso principale, è bagnato dal mare per altri 20 metri. Segue una tasta' sala dove mette aneorail secondo ingresso ; ha il suolo coperto di ghiaia e di ciottoli e sparso di massi, le pareti irregolari, scabre e piene di prominenze ; la vòlta maestosa ed ineguale, da cui slilla acqua a goccia a goccia. In fondo alla sala la vòlta si abbassa, il suolo a mano a mano s'innalza, la direzione serpeggia e così le dimensioni si fanno sempre più auguste sino al termine.
   Romitori) del Monte Co ni-ni. — Proseguendo in mare sino alla spiaggia di Nuuiana o, prima, di Sirolo, di qui pigliando la via del Montegibboso, dalla parte di levante, dopo tre ore circa di cammino, si giunge al convento già dei Camaldolesi. Alte mura lo coronano tutto attorno, e dinanzi all'ingresso un giro di elei forma come un circolo. Entrati nel convento appare, subito :la chiesa di San Pietro. Questa dimostra tanta arte, dice il P. Luca Ispano, che ci rappresenta il saggio e la
   perfezione della prisca architettura, imperciocché oltre alla polita effìgie ed alla salda fermezza dei muri esterni di quadrate pietre edificati, è tutto l'edilìzio coperto da tre vòlte sostenute da alte e solidissime colonne. Il coro e l'altare maggiore trovansi su di una vòlta alquanto elevata. Nel coro sono da osservarsi alcune tarsie eseguite dal valente artefice Cristoforo Casari di Ancona. A fianco della chiesa era il convento con una libreria, il refettorio ed alcune celle per ricovero dei visitatori. Al di là della chiesa apresi un lungo viale, con più ordini di celle isolate, da ambu i lati. Ciascuna di quelle ha la forma quadrala e dirimpetto un orticello con vasca. In fondo al viale che guarda l'oriente e dà sul mare, allargasi un prato in forma circolare, con sedili di pietra, e in mezzo una colonna marmorea sormontata da croce; oltre questa parte abitala è selva e scoglio.
   Ma, o sorga, o tramonti il sole, o sia placido il mare o burrascoso, o sereno il cielo o fosco di nuvole, o nereggi tempestoso l'Apennino, chi vuole per un istante godere la bellezza della natura, sieda sulla vetta del Conero, o nel piazzale erboso dell'Eremo. Di qui per due stradette si scende giù pei dirupi del monte sino alle grotte degli antichi Eremiti e del IL Giustiniani, e alla chiesa di San Benedetto, che, per altro, sconnessa, minaccia da un giorno all'altro rovina.
   Chi è ardito viaggiatore, seguendo fidate scorte, può di qui discendere a Porto Novo, per risalire la via percorsa nel venire e tornare In Ancona. Altrimenti, fatto ritorno a Sirolo, troverà una comoda strada che lo riconduce in città.