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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415
30 I'nrle Terza — Italia Centrale
Salendo lo scale vedesi, nel primo ripiano, una colonna di russo di Verona, sulla quale luage-vasi nna iscrizione in onore di I odo\ieo Si ,i~ manna, governature ili Ancona nel 1 l»5Sf>, e! ora si si legge quella ditiriconta l'incendio del 182-2 ed il restauro cllcll'ialo. Ni Ila Unsi- de'Ila colonna leggonsi vani molti latini. Nella pareti' pi, furono collocate due lapidi per rammentare i riunii di coloro clic a alili,'indonnii i domestici alleiti, sicuri dell italico risorgimeli)», prima di vederlo compiuto, ili più battaglie ad uu sol fine pugnando, morirono ».
Nel secondo ripiano !¦ mia statua, con sottoposta iscrizione, di .Marco De Uossi, autore degli statuti anconitani.
Ammirevole é la grande aula del palazzo, decorata dei busti dei Clemente \I1 e XIV, e di l'io I/, scolpite dal Variò; quelli di alcuni cardinali e di Vittorio Emanuele 11 c di Garibaldi. Sulla porta d'ingresso è collocata una zampa di cavallo, di bronzo, squisitamente modellata, che vuoisi abbia appartenuto alla statua equestre clic decorava la sommità dell'arco di l'rajano, e clic fu trovata il 15 novembre del 1078. In fondo alla sala, tre ampie finestre apronsi, dalle quali godesi la incantevole veduta della città e del sottostante porto. La prima porta a destra mette nella sala della celebrazione dei inatrnnonii e la seconda nella sala per le adunanze della Giunta. A sinistra, la prima mette nella sala perle adunanze del Consiglio e nel gabinetto del sindaco, la seconda negli UHìci di Segreteria.
Palazzo della Prefettura. — - Pare clic esistesse già prima dell'alino 1447, poiché dalle cronache ilei lkrriabei rilevasi, come in questo tempo ne fosse ordinato l'ingrandimento che, cominciato con l'opera di uu tal Montegriiio, maestro muratore, fu poi continuato dall anconitano Pietro Amorosa sino al compimento, avvenuto l'anno 1504, L'arco clic guarda l'esti omo lato è opera di tal maestro Pietro e di Mattia suo figliastro, c fu costruito nel 1470. Nell'architrave dell'arco leggcsi il motto: l'ides et mio Ubertatcm anco-nitanum confidalit. Il portico di stile gotico e l'altro arco verso la via del Comune (fig. 9) furono costruiti posteriormente 11 portico è del 1503 c l'arco fu eretto nel 1543, (piando era governatore della città Lionello l'io da Carpi, dì cui vedesi lo stemma con l'iscrizione : Leonellun Firn Carpe praesidi suo erexit.
Lionello fece ancora grandi lavori nell'interno del palazzo ed altri se rie fecero sotto il successore Medeghino, il quale aggiunse anche varie stanze. Nel 1584 lecersi maggiori restauri allorché reggeva la provincia anconitana, in qualità di preside, San Carlo Borromeo.
Quasi ogni traccia del palazzo fu perduta nel 1693, allorché, pei danni sofferti nel terribile terremoto del 1090, fu abbassato l'intero edilìzio dì qualche metro. Furono allora tolti i merli e
le finestre arcuate c tramezzate da colonnine di pietra.
In questo palazzo venne posta la pubblica armeria ed (diliervi residenza i governatori ponti-liei e i delegati, onde fu .'incile detto palazzo Apostolico, ed ora vi li,'inno stanza i prefetti della provincia. Aulicamente fu detto palazzo degli Anziani, essendo che vi avessero seggio i cittadini magistrali per l'ulTieìtr di Anziani e per quello di llegolatori. Oggi l'edilizio presenti lo stile del lìinasciiiierilu.
Torre dell OrulcKjìu (annessa al palazzo della l'refelliira). — La torre primitiva sorgeva più verso la loggia, ma minacciando mina, fu atterrata nel 1580 e l'anno appresso fu cominciala Pattale, costruita col l'opera del veneto Nicola Lunghi e di Tommaso .lacoinetti da Slallido. Giovanili Angelo Medici, governatore della città, liei 15 i2, voleva atterrarla ; ina poco mancò non scoppiasse nna sommossa popolare, ed allora la disti nzione si arrestò all'abbatt'imcnlo dei merli.
Nel 1805, essendo guasta dal tempo e dalle palle avute durante l'assedio del 1799, venne restaurata, sotto la direzione di Domenico ligidi. Il quadrante dell'orologio fu eseguilo dal predetto Kgidi, su disegno dell'architetto Zara. Ila la cornice di rosso di \ cruna, con faseionc dei numeri, di vmrnwrone del l'urlo, ed i segni in pietra di paragone. La macchina dell'orologio costò 1150 scudi d'argento. L'antico quadrante, all'italiana, era upera del maestro Giorgio da Ferrara, dell'anno 1011
Piazza del Plebiscito (fig. 10;, già di San Domenico. — Questa bella e monumentale piazza stendesi innanzi al palazzo della I'refellura ed è ornata di una bella fontana, falla costruire nel 1449 dal Senato anconitano, e nel fianco, dietro la fontana, ergasi la statua ili Clemente A77, vestito degli abiti pontificali, seduto e in allo di benedire. Fu scolpita in Doma dal Cornacchini, ove era destinata per la piazza di San Giovanni in Laterano; ma il pontefice preferì invece di donarla alla citlà di Ancona, a lui gratissima e riconoscente per gli insignì benefizi della franchigia e dctf'ampliameiitn del porlo.
Chiude il lato orientale della piazza la descritta chiesa di San Domenico, nel cui ex-convento furono di recente trasferiti il Museo di antichità e la Pinacoteca civica, già nel palazzo Comunale.
Musco di \litichiti. — Conta diversi antichi oggetti, trovati specialmente in questi uìiim anni, in occasione dei lavori per la sistemazione della città, ed oggetti di tombe antichissime rinvenuti quando eostruivansi dei lavori, a scopo militare, nel colle Cardetto In un corridoio veg-gonsi rozzi bassorilievi medioevali, di soggetto sacro, e stemmi comunali delle varie epoche storiche della città. Nella prima sala è una piccola biblioteca contenente alcune edizioni, dai primordi della stampa, e opere di erudizione di